Alessandro Dudan - Dalmazia e Italia

-9 storia, gli ill-ki, scomparvero da quelle terre senza lasciare orma del loro passato. Fu fantasia romantica dei tempi napoleonici quella di· rievocare i-I nome illirico per i popoli abitanti oggi le contrade dell'antico Il1irio. Oggidì l'usar il nome degli illiri per gH slavi meridionali, quando non è ignoranza, è una tentata frode. Gli antichi illiri furono completamente assorbiti dai nuovi popoli, sopravvenuti nelle foro terre, in Dalmazia dai romani, che già a,J principio d,el II. sec. a. C., si erano impadroniti di nuella provincia senza mai più perderla. Qualche storico propende, se mai, a riscontrare qualche resto etnico degli illiri negli albanesi di oggi, ma mai negli slavi, che immigrarono nei Balcani appena nel corso del VI. sec. e in Dalmazia alla fine dç,l VII sec. dopo Cristo. La Dalmazia era tutta popolata di colonie romane formanti municipi propri in città e in borgate, sparse sulle isole, sulla costa e nell'interno, fra le quali le più importanti Epidaurum, Narona, Salona, (con oltre 200.000 abitanti) Nona e Scardona con il suo porto moderno a Sebenico, quando irruppero le prime tribù slave di croati e di serbi in quelle contrade. Le Invasioni degli slavi e lo città Italiane. Su queste invasioni slave si oda, uno di quei testimoni quasi oculari, superiori ad ogni sospetto, della latinità dalmatica, si oda Flavio Costantino VII Porfirogenito, imperatore di Bisanzio. Sebbene fosse vissuto e avesse scritto - fu più storico e studioso che imperatore - duecent'anni dopo le migrazioni degli slavi meridionali, pure, a noi distanti di tanti secoli da quegli avvenimenti, egli può valere per un contemporaneo loro, tanto più, che, rappresentando Bisanzio in quei tempi ancora sia pure soltanto nominalmente la continuazione dell'impero romano sui municipi e sui territori di Dalmazia, egli era in grado d'i esser -informato direttamente dalle prime Biblioteca Gino Bianco

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