Pattuglia - anno II - n. 5-6 - mar.-apr. 1943

ANNO Il · N. 5-6 - L 3,-· MARZO-APRILE t 9,3-XXI S. A. P. GRUPPO JIJ MENSILE DI POLITICA ARTI LETTERE DEL GUF DI FORLI' IN QUESTONUMERO Po.lit i e a RONCHI - RAVAGLIOll ZOBOLI - TORTORELLA GHIROTTI - VENTREllA MARZOTTO Orianioratore di CESAREBOLOGNESI NotdeallaProvenza di VITTORIOBONICELLI • Lettere PRISCO - PIERONI MARUSSI • MARTINI MACCHIONI• SIGNORINI la balladt'amoedremi orte dell'alfCieriestoRfoirloke di R. M. RILK.E 1,.11.,;,uM: di FRANCOVECllANI Undouetrec,hiudi la porta di WILLIAMSAROYAN T,.,1.,,_. dl LIBEROGUALT!Ell Un'·amie i zia Raccontodi Libero Bigiaretti Poesie di ANTONIO MACHADO GIORGIO CAPRONI SATURNO MONTANARI AGLAUCO CASADIO ♦ A e DE MICHEll - SERRA VALSECCHI Georges Braqae e lapitturlarancese di CHRISTIANZERVOS T,.duìoH di G. RATTO Disegni e illustrazioni di GEORGES BRAQUE SCIPIONE • PAGANIN MORLOTTI - PUlCINElll . BONFANTE ♦ Spettacolo. STREHLER- CAMPORESI GHIRElll Bramvmicainaollaghetto UnallodiGiusepPpaetronGirilli ,· UOMINI VERSO LA LINEA DI COMBATTIMENTO u~!~l::i?ai:.~: .;;::: ":.~- INTELLIGENZA <"1ucsto nostro oss1duo contntt.o con la stampa giovane, costituiscano per jt nostro futuro di uomini una prova cd un esercizio di capitale importanza. E' attraverso la lettura attenta, jnteressat.a, puntuale di quant-0 si va scriYendo sulle riviste e sui logli r<'datti da universitari e da gio- ,·ani che noi abbiamo acquistato es:ltta coscienza dell'aumento qualitativo del patrhnonio intellettuale <lcll'Italia e di come la guerra non abbia per nulla arrestato quello che si può considerare il diveni1·e logico e necessario dell'intclJigcnza: sia che siano sui fronti di battaglia, od ai reggimenti d'istruzione, od ai corsi allievi utficiaJi, sia che tuttora non vestano il grig1overdc, j migliori giovani stanno dimostrando come J'e,·oh-ersi rapido . delle situazioni, Ja neeessità di pronti cambiamentl,j.l bisogno di impensnlc deviazioni non li ab• biano assolutamente prcS1 alla sprovvista, ma come essi sempre, coscienti cd aderenti o.J tempo, abbiano conservato quella intelligenza che potremmo definire .. attuale », improntata alle esigenze del momento, capace di usuC.ruire tempestivamente dello più intime risorse. Forse solo attraverso questa. stampa è possibile sentire con scrupolosa appassionata esattezza l'ora che batte, pili profonda, più grande, nelle sue immense meno appariscenti immagini di quanto la CI'onaca minuta di una du.ra guerra ci mostri; una guerra dura, che supera quella evidente dei cannoni contorti, dei reticolo.ti spezzo.ti, delle navi alIondate, perchè si svolge nelle coscienze di eh.i dominn i cannoni e le navi e gli aeroplani, è la guerra che dentro di noi ognuno soilre e combatte nella volontà di vincere. Non è da stupirsi se a!cunl fra i giov8fil) forse i meno preparati od i più !acili alle in{_luenze_ esterne, ed i più impressionabili, si ar•. rendono di !ronte alla violenza della lotta. e di essa ne sento.no solo i lati esterni, meno importanti; non è da stupirsi sOio qualcuno, con un pro• cedimento intellettualmente ni, chilista giunge a punti di totale Fondazione Ruffilli - Forlì negazione e si in·igidisce in posizioni polcm.ich<: contrarie o.d una snnitit d'intenti; non è nep-t pure dn stupirsi se qualcun<>i - e questo qualcuno è l'omma•, lato del tempo più cliflicilc da curare perchè sicuro della sua perfetta salute - perdura sopra convinzioni che gli avvenimenti hnnnr, dimostrato sorpassate, rimanendo cocciutamente atto.cento o. modi di agire e di pensare che solo dati periodi di tempo possono - ammesso che lo possano - storicamente giustificare (i periodi degli evvivn e del tutt.o va bene). Sono iu lonclo questi ultimi gli assenti, coloro che sono rimasti indietro anni d.i proJonde conquiste1 gli nftascinoti di una manie· ra esteriore e conciliante i propri personalissimi desideri con una pratica appariscente, troppo ricca di l?arole per essere densa

di fatti. Sono quegli individui che incapaci di conquistare una propria certezza, si umiliano a queUa comune che non sarà mai valida se non verrà alimentata di giorno in giorno dalla nostra, che è da noi scontata e do noi a noj stessi ripropostn ora per ora. Perchè se li guardiamo a fondo questi esseri, non uomini cert.ament.e, dobbiamo accorgerci che sono privi di una loro essenza umano, incapaci di una visione personale della vita, che non sia vjt-a materiqlistica, ma sia modo di essere, procedimento di conquista svolto verso d.i noi e non al di fuori di noi. La loro stessa posizione polemka - a noi non interessa che sia completamente negatrice o sfarzosamente of- !ermatricc di una situazione che non sent.ono, o che sentono diversamente e quindi inutilmente - è una situazione determinata d,ùle parole, non concreta di fatti. Se ad uno cli questi esseri noi chiediamo la ragione di certo loro entusiastico fervore propagandistico od il perchè: di un loro cocciuto negare, criticare, polemizzare, sentiremo come risposta 1e stesse parole vaghe, le stesse accuse, 1e stesse lrasi che un'abitudine di superficialità ha inculcato in loro o in un modo o nell'altro. • Anche per questo noi siamo spesso titubanti. a certe affermazioni, a certe prese di posizioni, a certe escandescenze più o meno patriottiche: temiamo sempre che le parole non J'Siano che tali, che non rispondano ad effettive situazioni dello spirito e della coscienza. C'è oggi il gusto di polemizzare e di criticare. Un gusto stupido. Il lettore non \'Orrà certo stupirsi di questa nostra nUermazione. Mo che cosa conta l'articolo violento, fatto a punte, quando nella realtà l'individuo che l'ha ·firmato con il suo passivo aJTendlrnento alla monotona abituale vita di « prima » non fa altro che convalidare il modo che hR. biasimato? Meno pai·ole, insomma, ma. più fatti. Certi scrittori di punta d fanno J.'efietto di quelle persone che fra loro dicono corna di tizio e di cnio, sj ripromettono rappresaglie ed ardimenti, ma appena vedono tizio e caio con ori ed emblemi, si sprofondono in inchini e riverenze, anche quando le maldicenze non sono maldicenze, anche quando gh ori e gli emblemi nobilituno un uomo che ha bisogno di essi per essere tale. Ecco perchè certi articoli non ci stu• piscono più e solamente ci rendono curiosi del « dopo ». Ecco perchè certi esseri con le loro forbite recriminazioni ci fanno sorridere di pena; quanti sono coloro che hanno il coraggio di portare se stessi di fronte a tutti, nudi e veri? 1111 Il • I. 5-6• IIRZD-IPRIIE 1943·111 PATTUGLIA POLITICA· ARTI · LETTERE PORLI' • Sede Littoria • T•I. 6018 Dir•ttor•• I.ENATé I.OSSI Coodir•ttore, LI VI O FI.ATTI WALTEI. IONCHI • redatt. capo re,poo,abile QUESTONUMERODOPPIO L. 3 1111111. : lrdiuri I. 15-hi,i1ti ili1111itirI.i ID J>lalrlb, D. I. E. S. • P.se S. Paalaleo 3 • ROMA PUIILJCJT A• 1 Utuclo Pu.ltbllcltà e Propagaada • Via Roma, 6 · BOLOGNA ANONIMA ARTI GRAFICHE • BOLOGNA VIA CONSOLARE - Sei:. Edit, G. U. F. · Forll PAOLO SJLIMIA.NI, Segretario del G. U. F. · PlESIDENTE Armando 1 .. aglloli • Bruno MHotti Livio Fratti • Renato Ioni Pochi, molto pochi. Non solo fra quelli di « ieri. », ma anche fra quelli di «oggi». Per questo la nostra fiducia non potrà essere riposta che in quelli ~i « domani » E' stato notato, almeno a quantr abbiamo letto su una in1ormata rivista quindicinale, un· rilassamento, una pausa nel dinam.ismo polemico. Se intendiamo con ciò che una cerla deficienza di intelligenza polemica propagandista viene ad ac('enh.1orsi nelle nostre colonne, siamo perFettAmente d'accordo. Infatti i polemisti di professione stanno, per ovvii motivi, esaurendosi; mancando cli intelligenza essi, dopo i soliti rifritJ.i spunti po1emici coi quali ci hanno an• noiato, si trovano ora a secco di jdee, tanto più che una attiva sorveglianza viene esercitato sugli inutili sproloquj e sugli eccessi che chiameremo - benché con la propaganda nulla abbiano a che fare - propagandistici. Inoltre In f,rravitù dell'ora rende tutti quanti più silenziosi e più umi.li e spinge o~ gnuno acl una maggiore severità nei pro• pri confronti e nei confronti di chi sta ad ascoltare. Purtuttavia, non molto tempo [a, abbiamo lett.o in un giornale universitario di Bologna le ultime geremiadi sull'intransigenza e quanto un tizio, per motivi sconosciuti. diceva sul nostxo Risorgimento: pare infatti che per ,. propagandare » questa guerra sia necessario sminuire quello del '15-18 e, a volte, limitare addi ... ritura il nostro Risorgimento magni• fico. Ma non è in questo senso spicciolo• che noi intendiamo la polemica. Non è in fondo in quest.o settore - pure importantissimo - che l'intelligenza de• ve dare tutta se stessa per la aflennazione della nostra civiltà, della nostra cultura, per la polemica del nostro costume, della nostra umanità. Abbiamo altre volte detto che noi crediamo nell'urgenza di un'opera di educazione piuttosto che in un'opera di propaganda. E per propaganda inten• diamo quella basata su motivi spiccioli, quella basata su una abile dialettica, raramente sostanziata da fatti. Propaganda forse necessaria in certi momenti, ma che pure non deve sopravalere sul• l'educazione. Educazione è opera di intelligenza. E questa è guerra che vede l'int.elli• genza io pri,rn.issimo piano come \'alorizzatri.ce di tutto quanto è frutto delll, nostra esperienza di civiltà, della nostra essenza morale. Gli enormi problemi da risolvere esigono dalla intel• 1igenza italiana prova di volontà e di continua presenza. C'è tutta una pole• mica sociale, per esempio, che aspetta dalla intelligenza italiana una nttuazione definitiva. Ci sono problemi di costu• me, presupposti da sviluppare. La nostra è una civiltà che sta documentandosi,. perfezionandosi, aggiornandosi, umanizzandosi. Per non far rimane~ sterilmente sulla carta dei grandi prin• cipi, occorrono uomini intelligenti ca .. paci di attuarli, riordinarli, inserirli nella vita quotidiana, nella forma mentale di ogni individuo. La guerra è la prova suprema che può dare di sè un popolo; e dal popolo devono scaturire.gli. uomini capaci di superare favorevolmente questa. prova. Quando diverso tempo fa affermammo che il nostro era problema di uomini, non facevamo che constatare !'urgenza, successivamente più volte ribadita, di: una classe intelligente capace di dominare gli avvenimenti, di indirizzarli secondo le necessità del momento, con sagacia e soprattutto con semplicità. Ebbene, docwneqt-0 di vita e dl esistenza di una classe che sta preparandosi ai compiti più ardui, ce lo dà la quotidiana Fondazione RuffiUi - Forlì azione dei giovani, dei giovani che « do~ mani » - e questo domani potrebbe essere prossimo - assumeranno tutte Jc responsabilità. t una azione profonda, concreta. Con ,la guerra, sia combattuta che \'issuta ovunque, i giovani si sono visti spalancare gli orizzonti, han• no capito che bisognava affrettarsi e preparru·si. Le discussioni, le polemiche,, le ct·itiche, as1>rc, dure, decise, sono il sintomo più evidente della parteci• pazione delle generazioni di domani alta vita. SimjLi consolanti manifestazio· ni cli attiva presenza possono prcoccu• pare solo i pavidi, gli incerti, i ~o.lsicuri del proprio precedente operato. Certe insofferenze dimostrate da alcuni di fronte all'appassionata cljsamina di problemi da parte dei giovani, sjgni.ficano che in essi, sorpassati, non esiste coscienza di quello che sarà i.I domani della nazione. Le forze delPinteUigenza debbono senti.re jn questi duri momenti la loro maggiore responSabilità ed una spinta immediata ad un fervore più intenso, ad un'azione più predsa. Perchè è solo con l'intelligenza che le giovani generazioni potranno domani farsi valere, non p;r · ooddisfare personali ambizioni, ma per contribuire all'aifermazione della Patria nel mondo. Sò1o con la forza delle idee Caro Ronchi, voglio segnalarti il sommario del Fascicolo 11. 9 (Anno VI}, de « la difesa dello. Razza », del 5 marzo 1943. Si tratta di un fascicolo in cui « si documenta l'immoralità della razza in• glese ». Sotto il titolo « Lo scandaglio nella fogna» vengono «storicamente documentati » « i corroltissimi costumi degli i"nglesi ». Un altro articolo e De-, linqnenli dalla nascita • contiene fra l'allro una statistica sulle « persone arresfote dalla Dir.,isione B della polizia ,li Londra dal 1839 al 1848 •· Come vedi siamo aggiornati, ma la nostra scrupolosa informazione si estende anche ai « casi di ubriachezza registrati dalla polizia metropolitana di Londra negli anni 1831, ,82, 83 ». Ma non basta; Il nwnero contiene anche uno specchietto dimostrativo degli « Attentati contro na• tura, Tentativi contro natura, Atti sconci con maschi) Violenze carnali, Attenil premiodi l>OtSiIandetto di •Pattuali•1peronorarelamemoriadelPOtfaSATURNO M NTANARIhannoparte<ipatnoumerosui. nlmsltari. Il premiodi l. 1000 per la mivllorPeolSiaP11bbll11ta di ununi,ersltarlonel 1942 dowe,a,enireassevnaloilvlorno 21 febbraioa,nni,ersariodeilamorle del POiia: mamall,Iorvaniuati,i hannoimpeditaolla1omml11ione di 199iudi<are il premionelgiornofissato. la 1omml11iofnoer,mata di VittoriolUQlAi, llonsGo atto, Oggi le prime foglie sono morte e I• nebbi• d'autunno e un po' di vento sul mllrgine del fosso le ha raccolte in un triste momento, fuggevole solt•nlo come un timido pianto adolescente. Così le mie speranze potremo abbattere un mondo vecchio, solo con l'intelligenza potremo costruire le basi del nostro domani. E' stato · scritto su un quotidiano di Cremonr cl1e i migliori giovani,. una volt.a constatata la loro prepl\razionc, verranno aiutati a « farsi largo». Non ci S3:rà bisogno di nessun « aiuto ~ domani. Perchè domani il « farsi largo •, caratteristico di una mentalità arrivista. cJ1e non è la nostra, non avrà più ragione di essere. Chì avrà intelligertza o preparazione assumerà necessariamente quella responsabilità che sarà in grado. di assolvere. Senza bisogno di spinte e di urtoni. Tutto si svolgerà con un procedimento naturale, non imposto, senza alcuna inriuenza coercitiva dal di fuori. I volori dello spirito saranno effetti\'amente in primo piano. Quei valori che danno forza alla nostra lotta, che ci convincono quotidianamente ad agire nella certezza che in essi si perfezionerà quell'unità inscindibile fra ~tH i giova01 che non giocano sulla retori~a dei sentimenti, ma realmente soffrono, nell'ansia di una perfettibilità, i giornL e le ore di questo nostro tormentatissimo tempo. WALTER ROlVClll lati contro bambine, Attentati contrO bambine inferiori agli anni 13, Incesti. Attentati contro fanciulle inferiori ai 16 anni », Compiuti tutti nei periodo 1~43_- 1848. Speriamo che, perfezionandosi il metodo di rileva"z:ione statistica, sia possibile ricavare ancora piiì interessanti e particolari rivelazloni sulla vita prioata inglese. Completano il numero ùnportanti st~- di sull' « inclegnitii det clero » sulla « disumanità » _inglese, sugli ~ scandali _e la prostitu:1one »; e un p1cco_lo trajtletto su Londra, la capitale dei pa:z, e degli alcoliz::ati ( con testimonianze sta• Listiche). Ma quella che i tlavr.,ero sensazionale tJ la notizia secondo cul « L'esercito inglese é il più sifilitico de( mondo». l Dopo di che, caro Ronch,·, io mi sono domandato se valga peramente la pena schierare i nostri uomini _contro simile fanghiglia umana, o non sia meglio inuece aspettare ·che. ~'~lcoolismo: la pazzia circolare, la s,td,de, se lr porti via tutti. Con affetto. GIGI GHlROTTl GarlbaldMoarussaissevneraàuan· loprimaIl premio.Glinteressali ,errannodirettamentienformali perletteradallaDiretiondei"Paf. f1191••ia Nel prossimnoumeronrrd pubbli<atlo'esitodel1on1orso e nrrà inoltrepubbll1alta1>0tsia ,inlitri11. Da RnennnenlamoInformadti1e il Gutl0<aleorganinerdun altro premioletterariodotatadi L.2000 diprempi eronorareill>Otfearol1ament1eadutonell'adempimento del prgpriodome. anch'esse abbarbicl!lte alle tenere piante, povere vecchie foglie abbandonllte, si riducono a niente. ~ bastl!lto un istante, dopo l'attesa lunga del mio Cuore, e, un mut~ na~fragare d un somso d amore. SATURlVU J{OlVTAlVARI Ravenna, gennaio 1q39 XVII

L 'OH.A det t'\t1talc, con quel suo rkhia.mo di una rcsn dei conti annuali sullu base di una smaterializzazione elci moti, i dell'azione quoti- <lianu, ha uc<·entuato In nota umana del <.:onrlilto. Non si tratia di un generico senso di pietù per le stragi e le sofferenze, nè sono visibili crepe siJ!nificativc nel senso di paziente nltcsa dei popoli; è !,l.ita piutlosio 1'occasione ad una precisazione, uUravcrso do<:umcnt, utrie:iali, quali possono es- ~ere le manilestuzioni oratorie dei Capi <lcuJi Stali belligeranti e la puntualiuazionc dclln situazione morale ratta chu Papa, di un richiamo chu da qualche temp<• s1 a, vcrti,·u ncll'atmosf<-ra generale e ndla stampa ,c-rso una v1.:.1oor· più concrctumcntc umana del conflitto. Come se il conflitto stesso perde93e un po' il suo· c.arattcre cawclismatico, dcterminunte, irrim1:clinhilc. per apparire mc~lio corne un nwzz11 d, storia, tnµ:liato sulla mh,ura dce;li uomini. fotto per gli uomini. nel -<1ualc- l'uomo col suo cuore e la .r,ua intclligcnzn non si perde. in quanto ri<·sce n penetrare il di~Cf!:110 concJu-.ho che, col rosso delle battaalie, si rN1lizw per l'avvenire di tutti ~li uomi~i. ·si senti\'O e si è scnti.u~ di più, attra,C'rsù le.• espressioni clc- ;.:li uomini rupprcsentativi, qunlcoba co• mc una es1ecnza delJn ci"ilt..ì nostra che s1 a~foc~inva oltre il rigorismo del teoremi ideologici, una morulità in :.1th•<ta {he \ uolc precipiturc in rormc c..-oncrNc ed a1->solutc. Pnrc che il prolungarsi del conllitt-0 abbia spento delle nttraitive e destuto imcc.:- dei fremiti nuovi in tutti 1 come se l'umanità avesse già troppo concesso allo scientiricismo oociologico in attività da C'entocinquant'anni e agli esperimenti piànificnt1. S1 ha la sensnzionc di un allentamento di terti schemi ideologici e, mentre la Russia rinnega parlc della sua cspc• ricnza per rientrare nei contini <lelln eh iJtù occidentale, i rimanenti blocchi di bcJligcranti mostrano nettamente Ja tendenza ad approfitl.:trc ciascuno dei dati acquisit~ dalPaltro, come se gli UOmini in lotta [ra loro non avessero, in definitiva. fatto altro che inconsciomente cooperare al trionfo di un con• cetto e di un bene più grande di loro. La comprensione nrnnifestata per le sofferenze d1 questo Natale, che pongono in ('ri!-ii il nudeo famigliare, l'as• senza di ampollositù retoriche, i pensieri uffaC'ciati ,·erso un avvenire di. \.OOrdinamento e cli complementniità tra i vari popoli atteslnno quello che già si era reso evidcntc attraverso lu stampa, e cio(· che Pidcn dell'uomo e del tispett.o per l'uomo. inteso como e ;umanit:ì lo - com1>lcsso di scnsiti- , ità e d1int-clliA"cnza, di stimoli con .... creti e di ri<>hi::uni ull'inriniLo - si impone su tutti gli schemi JHtrticoluristici è i,1 di sopru di tutte le gon• riature propaµundisliche. Questo (· l'indistinto cht• si a~itu nell'intimo clt>IJ'odiernu situinione mo• rnle. Questo è ciò che si coglie come esigenza interna del processo storico d1e va attuundosi. Questo un sintomo che non si dc, e sotlovalutare anche se può essere rievole nel tumulto dellè armi perd1è è la insostituibile ,·oc~ del mumenlo. f: uno spunto dei tunti. d,e animano la situazione. Va focondato da chi è nttcnto e da chi :1Yvertc 1·esponsabilitù d'avvenire. ' f: indubbi(! che questa lotta - CO· nw è stato uffermato autorcvolmcntCI è più lotta di popoli e di umanit~ , i,a che qualunque altra. I.a sloria del• l'umanitù è ormui coscicnh: cli sè nel suo ahunr.si e non necessitH cli con- , relizn1;,ioni cli intercbsi dinaslki u di ~pC>c·iepassionali (la stessu (tuali~ tka di guerra di religione attribuita all.1 1>1·cscntc lolla regge solo su un piano di riferimento oe<:asionale e di li-,ionomia csternri. Questll non è tanto lotta d1 principi, quanto lottu di un pl'ine_ipio. del principio unn1no cont,·o la d1sumanizzazionc del pensiero C' della pra:,st .,Politico e sociule. Del UII ~ii L'arrivo in Italia di connaiionali rimpatriati dall' A. O. Per gli pri1wipio umano troppo èompresso dalla HìFornrn ad oggi, filosoficamente; e.hl \Vcstfolia ad oggi 1 potiticnmentc). Si è giù ottenuta, io sostanza, una morali1:zazione della lottu, ::ncndo i po• poli acquistato la coscienza di essa come strumento proprio, attuandosi essa per motivi cli lutti e non di ari• stocrazie govci-nanti. Quella cntitù viva che sono, i popoli, COI\ i loro intel'cssi di carne san2ue é spirito, Hi è riconosciuta protag~nista della storia, in luogo di piccole schiere pri,iligiaie e particolaristiche. J\la il limite ultimo di questa ricerca del protagunistu storico non può essere il concetto di popolo, concctt.o che. per la nostra co5eicnza, implica termini <11inizio e e.li fine poichè non ha vila al di li\ dcllu spazio. Ogni popolo deve saper guardare sopra di sè e dentro di sè. Dcvei saper guarc.brc dentro cli sè e riconoscere le pro1>rie intime rcnltà. Pri• ma cli tutto, il ,·alido {'cl inSOJ>primibilc, c_-sistcre dei motivi stessi del suo 03serc. Non c1è or1ginnlitfl in politici!. che non sin il pilì aggiornato cd adcauato ossequfo ai principi immutabili, :;iano quelli di geografia o di storin; s1u queJJo cli uma..nitù. r popoli cioè debbono riconoscere dentro cli sè la loro mosaicolc costituzione ad « uo~ mini » 1 pietruz·zc, vi,•c. Scnzn gli UO· mini, S('nza il rispetto della legge di umnniti1, i popoli non sono e non vi- \'OnO; potranno esserci degli Stati m·• bitrari, non dei popoli realizzantisi in Stato. 11 -= popolo lo lrn cnrut.tere di moralit(, soltanto perchò è fotto sulla similitudine delPuomo e gli si possono riconoscere tutti i motivi e le Forme di sofforenza e d1 esaliazion<! proprie dell'uomo. L'uomo. Non l'interesse del singolo uomo, chè <1uesto è il princi1>io· c·oncluccr.tc allP d1chir1razioni libertarie. \la l'uomo assoluto, 1ash·aUo, in un ceri.o sen~,..,, l'uomo opera di creazione di, ina. Clf?,gct"to d'una legge cli cifre• nire pedezionatnrc. L'uomo che non è per sè1 ma per gli uomini anche lui. Che può possedere solo per procurare ricchezze dal grembo della lena e dispensarle aglt altri uomini, che cresce e 1,1atur:i sollanto per poter parlccipat·e ad altri la vita [isica o intcllet., tuale e eh c:ui si esalta il gesto cli spogliarsi d~lln propri<l vita per darla af?li altri. A tale uomo il popolo, o per il popolo lo Stuto, crea l'amhicnto dì , ita, il mezzo atmosCerico. Da ciò Pautorillt dello Stato che cll"tta le leggi. da ciò l'eticità dello Stato che re::tliua • • UOillllll un sistema di negazioni e cli ttffermuzioni di principio 1 di limitazioni cioè, e cli indirizzo all::1 , ittt dell'uomo: l'uomo che vale come soggetto c!t azione concreta e come 1>ortatorc di eticità solo in quanto sia in possesso dei propri caratteristici strumenti: h, ramiglia, la proprietà, Pautogoverno del moodo intimo. Lo Stato esiste pet· assicurare all'uomo questi strumenti e, una ,oha che glieli abbio garantiti, esister per richiedergli l'esatta rispondenzu nlla Icgu,e dì moralitù assoluta attraverso la pietra di paragone della fedeltà alla legge slatafe e alla attuazione delle rirrnlit1.ì giuridiche, politiche, soci.a.li dello ~lato. Un tale Swto de\'e essere , 1uanto mni Stato di uomini, anche nei :,.uoi organi. Fuori do ogni pregiudiziale discussione prcFerenziale di forme politiche, è in sostanzu questo che, con g:h estetismi clellc- formule e con gli eclettismi, si cerca da migliaio cli an• ni: che ,,;:uomini"' giungano allu guida dc!lo Stato. E c1ucsta è 1a vero democrazia degli spiriti completi e li• beri: essere presenti alla guida dello Stato mediante l'animo concorde di chi è il più degno es1>0nente del travaglio mo1·ale degli spiriti ctiuna cert,a epocu, clellu foro evoluzione, della loro alfermazione. f: questa la democrazia sostan .. zio.le di quella apparente organizzazione castalc che f': la Chiesa. Demo." {'razin attuabile soltanto quando ci si sappia portare ncf campo dello spirito. Fatto di -= uomini » al comando e di .. -uomini "' nel proprio tessuto - uomini. cioè graniti di 1>ersonulittì. nodi di pasSioni purificantisi, :.\ncora di t·esponsabilitù - il popolo troverù tucili le vie per la propria intima armonia, cioC per lu sua giustizia sociolc. La .'iua, pcrchè ogni popolo deve differenziarsi dall'altro, conscgucntcmenLc al principio che ogni popolo ha, nelJa dinamica storica, un propt'io particolare compito e deve occupare un pro• prio differente gradino cli evoluzione. ~ella coscienza cli. c1uesta recip1·oca fun. zionalihì ogni popolo dc,,e guardare all'altro. E deve gunrdar<' cioè ul di sopra. di sC tenendo come unitll di rifc1·imento non se stesso, ma ;.1ncora unn , olla l'uomo, entità egual~ pel' tutti. Dall'uomo al mondo il 1>0nte è presto get.- _talo. f: più facile passare dall'idea dell'uomo a quella di qualche visiono uni, ersale delJu ,.ito unrnna, che non arrivare a quci-;t.n purtendo <lall'idc.1 di popolo. Forse pcrcht' uomo e universo sono termini clelln stessa oriFondazione Ruffilli - Forlì gine primordiale, che trovano giusU• Iicazione in uno stesso modulo crea• tivo. ·Per passare dall'idea di J>01>0lo a quella cl1 un più vasto aggrcgalO' internazionale, senza sottostare fata(. mente alla dialettica dei due concetti di egemonia o di cquilibrio 1 bisogna rirarsi al concetto di uomo. lmml1g•- narc cioè altri settori di umanità di azione, <la osscr"are lealmente. scnzu pict.ismi e scoza Fiscalismi. Accettare di buon e.rado il diritto alla \'itu degli altri.· perchl· In , ita degli altri. <..-ontribuisce in ultima anulisi ~mche alla. più 11crl'ctln bellezza della pro1nia. Hiconosccrsi su uno stesso piano <li superiori intcrC'ssi mornli - comunanza cli fede, di ideali sociali, di civiltìt -; e allora può essere facile riconoscere anche u qualcuno di que• ~ti po1loli quel diritto alla guida de~h altri che gli è asscgnnto clnl possesso, per diritto, delle principnli lince gco4 ~rari.che e storiche della vita mondiale. ~ Sono, questj, appunti cbe si impongo., no eia soli alla nostra penna, tronmo in se stessi la propria validità e -non rnen'"t dicano appoggi di citazioni, chè sono nppoggiuti e armonizzati ad una sc11rpatn di tradizionali e resistenti pri1~- cipi che da Jungo tempo, anche se d1sconosciuti, re.ggono le cose degli uo .. mini Ci si i:-npongono oggi tra l'appello ad una norma di franchezza e di renltit che viene dai soldati e la carenzn ideale di. chi tira a sorprendert le note cli cronaca discordi che ,otano per l'aria e non arrcrrn la 'leg· µ:e più fo1·tc dei singoli e delle situa• zioni, l'imponderabile senso del conflitto. 'conflitt,, non inutile. dopo quanto abbiamo detto. Doloroso; ma inutile, no. Senza d1 esso, certe svolte del no• stro s'pirito non si sarebbero determi nate: svolt,c che op:gi riconosciamo imprescindihili .. Questo carattere di utilità nsscgnu oggi la sua funzione e la sua validit;.'t storica a <1ucstu guerra. La avranno vintu quegli uomini che ne uscirènno fatti uomini, dopo essersi spogliati della cl)3umanità degli ultimi tre o quattro secoli. allo stesso modo che quotidianamente la, ,,incono quelli c:he se ne fonno strumento per una morte cosciente. L'a- , ranno vinb1 quei popoli che ne usciranno consapcvol i dei proprio tessuto umano e della proprin umnna funzione. Oggi che, nellu nostra cidftù <leL neantcsi 1 sopra i{ mondo della scienza e clcll'unalisi, è l'uomo che torna ad essere il profogonistn de~li interessi e del mondo. ARMANDO RAVACLIOU * Cultursaommaria Quando son messi alle strette ce1·t.i e praticoni •, ccl'ti « organizzatoroni ~ cli comune conoscenza, qualificano qualunque elementare doverosa normale dimestichezza di problemi e dei loro dati come cultura. Anzi, ove siano in ve-. na sussurrano afta a mo' di postilla ingiuriosa. Sanno che ullo parola cultura tutt'i somari rizzun !'orecchie e raglinho: somari di tutt'ltulia, unitevi! Sono essi cbt.:: hanno inventata la cultura sommc,ria, dove un emme è di troe_po. Se poi ,·ogliono fregare un uomo inlellige11te dicono che è un intc/lelLuale. E questo senza che a IOl'O siano minimamente noi.e le sfumature di significato, rhc distinguono intelligenza du intelletto. Così, per non correre i.I rischio d'apparire intellettuali, si dimenticttno d'essere intelligenti. (eia "Critica Fasci!lla .. ) 3

D A circa tre nnn1 è viva in Italia una polemica suscitata da un in• teressante libro d1 Giuseppe Giàcomn, ocLineamenti e principi di un Ordine. Economico Nuo,·<:•1, attorno alla nuova teoria da esso bandita e particolar• mente poi seguita e sostenuta dalla. moderna scuola tedesca, che vorrebbe sostituire alla moneta-oro Ja monetalavoro, in via definitiva. Questione questa, non del tutto nuova, ma assolutamente originale per il piano ·pratico sul quale egli la concepisce e la presenta.. PERUNORDIENCEONOMICO NUOVO Che Poro non adempia più, 4 aimeno completamente, alla sua funzione come moneta, è ormai pacifico, ma è anche pacifico che esso non è più indispensabile, se non necessario, alla garanzia della r.iC'Chezza di un popolo. Ciò è chiaramente dimosil'ato dall'economia di quest'ultimo decennio degh Stati centro-meridionali dell'Europa, come la Gcr• mania, l'ltaltn, l'Ungheria e la Roma· nia, dove il lavoro è stato trasferito dall'ultimo al prim<t posto neJ trinomio <:apitale-terra•Jovo.ro, ritenuto assiomatico dalla Yecchlo scuola classica. In attesa della imm1ncnte seconde. edizione dei libro sopradetto, riveduta cd aggiornata 1n quanto, ne! fratte_mpo, sono intervenuti la guerra e l'mrunonimcnto del Duce, che inaugurando 1n Co.mpidogho la 4ta giornata della « Socieh\ Italiana per lo sviluppo delle Scienze "' ha chiamato a raccolta le forze pensanti ed operanti della Nazione per i1 conseguimento della vittoria, che· sarà anche economica, per J'Jtalia, ci siamo proposti, coJ cortese constnso deU'autore, di dare per :.unto Ja primizia deU'opera che porta nel crunpo della scienza l'esper1mentata azione del realizzatore. E· forse la prima volta che un imprenditore risale dalla prassi vissuta e applicata coraggiosamente in tutti i clim-i e sotto tutte le latitudini, a1 canoni informativi dell~ M·ienzi, metafisica. Ci rlst:rvinmo, dunque, d1 esporre in seguito nelle linee maestre i ~noni Giacomiani, fondamentalmente faSC1Sti, mn ideati come può farlo chi è pene· tralo in capillarità ne! fenomeno important-issimo dellrt produzione. il nuovo ordine economico pensato da Giuseppe Giàcoma, è essenzialment.e fondato Slll lavoro. Ha proclamato Mussolini: «Andare veno ù popolo >; « E· lo spirito che doma e piega la materia »; « Tutti lavoriamo e vogliamo appuntf che tra spirito e materia, trn cervello e braccio si realizzi la comunione, !a solicl,ar1età della stirpe ». E ha Iondat:ç· su questo 1a « (,urta déJ La,,oro ». A questi altissuni moniti Giuseppe Giùcoma viene incontro con proposte concrete e prabche. Egli si pon'e anzitut.to degli interrogativi: « Quali sono gli elementi che debbono intervenire spiritualmente per domare la materia? - Qauli sono le cause che sinora non hnnno permesso allo spirito di domare la materia? > E. risponde: L'elemento capila.le che può con Jo spirito domare la materja è l'uomo. L'uomo contiene net suo corpo-materia lo spi,rito chei la vivifica i non gli resta, pertanto 111 che domare se stesso. avendo sicura (tducja nella propria personalità e dignità. L'uomo per domare la mater1a. u proprio vantaggio deve escogitare una. misura di paragone, al fine di determinare il proprio reddito in base a quan· to vale. Per stabiJ1r1.~ questa misura di pa• ragone egll fissa l'unità monetario sui ,•alore rapportato ad un periodo di tempo invariabile, per una produzione m.1r nima del muno\'alc, cioè fondandola su un elemento futt1vo, indispensabile alla realizzazione dei beni che sono oggetto LETTURADI DELBO P EH Del Uo, che "iene allo politica dalla letteratura, e non sa. dimenticarla, non si uddice solo un esame delle sue tesi. Se ad un'cspe- . ricnza letterur1a egli si preparava coi suoi saggi politici (1), non è cM non apprezzi t:ome pur questi soggetti gli abbiano offerto tema per provarsi ancora coscienziosamente in unu prosa no~volmcnte satura, se pur non incisivo; ricca di fervore dogmatico, ma' non convincente; e che, pertanto, allo stringere delle fila - che oggi è es• senziale anche nel più segreto e pudico ripiegarsi degli animi - può suggerire ma non persuadere, riuscire ma non convincere. E ne risultano cosi saggi totalmente compiuti, ché esigono di esser lasciati a sè, senza volontà di chiarire o di esser ripresi, ma forse so1o in attesa d1 un utile commento. Efiettivumentc crediamo che molta ansia personale d1 chiarire a sè lei proprie posizioni politiche sia corsa nelle intenzioni di O. B. (ove, ·termi taluni punti essenziali, ci è stato anch~ J>Ossibilc cogliere un certo sviluppo) pcrchè, diversament.c, non ci Si spiega la ragione di raccogliere con tale abbondanza qualificativa ed insieme DC· gligenza di determinazione, idee e concetti non nuovi, ove, mentre vi è spenta ogni velleità polemica (e non per sazietà, giacchè ve ne è appena l'ombra) la loro proposizione non giova neanche al fine di una più chiara espo• sitiva, essendo esauriti in partenza, per altro, <1uclli di uno personale affer-- mnzione o di una unjtaria sistcmaticitù. Ed allora non ci resta che riconoscervi un valore clocumentado, offer• toci da un'interngcnza sensibile, mR in sè a,·\•iluppata, Fino a non poterne escire - il lettore non è mai presentenelle pagine d1 Dei Bo, perchè è scm-1 prc dietro te sue spalle - come attestazioni di « ;una pro"a che nosce dalle stesse spietate esigenze di una \'ita soppòrtuta e cosciente e che dunque dovrebbe da ognuno venire esa• minata e proposta » o, meglio forse, di un dovere, che, al servizio di Die, 4 egli sente cli compiere per rassegnare. la sua coscienza e fare appello, con accenti umani e religiosi, a qucllu de• gli altrj. 1 Questo sul « Percl1{• » dei sugg1 di Del Bo, che 001, tra l'altro, avremmo riuniti in minor sp11zio, poichè ci paiono spesso pleonastici e talora Fin lenti e dimentichi. 1 Ma prima d1 ripercuotere ancora la nostro. voce sulln sua, sarù bene esporre le sue tesi principali. tar~:::~::zi~::m~:~sif:nzr 8 ea~ v~e}: Poggj e dei domani, a totale spiegazione di sè stesso e per Ja rott;un:\ di una crisi umana ( « Un dovere dei moderni » ), l'autore propugna 1a scicn• tiUcità deUa politica come possibile u11iver~alizzazionc delJa ,,jto di rela. zione e come aderenza morale delJ'uomq al sistema in cui si comprende ( « Po"" litica come scienza»): ha fondato non su dati fideistici o astratti, ma sui concetti morah e spiritualistici, virtù e conoscenza ( « Politica senza mito » ~- Dove pure è la personalità umana chb crea, nei suoi pratici atteggiamenti, ogni possibilità cli conllitto fra il libero volere del.l'individuo, che è volontà etica, ed il pieno volere delJo Stato, che è volizione di libertà ( « La liberti\ ») cd insieme termine medio di un passaggio dall'individuo alla società; questa, limitato per la sua impossiburta: di 1'icomprendere anche j fini trascendentali dello spirilo ~ cli concepire fruttuosamente in sè gli slanci di perfezionamento dell'uomo ( « Limiti della società ») poggia su• taluni valori, coor• dinati e gerarchizzati, per il raggiungimento di una maggiore libertà («Va-- lori sociali » ), mentre attende Ja at L'unzione di un futuro, più sincero e più pieno universalismo ( « Le nuove esigenze»), alla quale missione viene richiamato anche lo Stato, voluto dall'uomo come espressione necessaria del. le sue fac,-oltà e termine di clevnziono trascendentale ( 11: li senso dello St.ato ») e perfezione dcli' intell.igenza ( <'( Dello Stato total~tario ») che cu)mjna infine ( • Loda all'ongeJc il mondo ») Fondazione Ruffilli - Forlì d1 scambio, come può esserlo un'ora di lavoro eftettuata da ch.1 inizia a lavorare all'età dt venti anru, cioè susseguente all'apprendistato. La moneta che ne risulta è Ja monetà oro-la"oro «; Lavora ». Vedremo, nel prossimo articolo quale conseguenza avrà questa inno,·azione che dà come conirovaJore un elemento fondamentale della nostra economia, in luogo dell'oro, che non possediamo; anzi d1 cu1 fummo spossessati dalla potenza egemonica del capilaJismo straniero monopolizzatore delle mater1e prime. L'unità monetaria, basata sulla pa~ ga media mini.ma dell'operaio, avrà il grande vantaggio d1 regolare il tenore di vita dei popoJj in base alla ]oro c&pacità produttiva. Sarà una moneta refrattaria alla speculazione sull'oro, d1venut-0 ormat potenza estranea agh Stati e nemica ed essi; insidia delle banche capit:alistiche avverse specialmente ai popoh pro!etor1 giovani, animost e intenzionati d1 redimersi dalla schiavitù aurea. Gfoseppe Giàcoma è stato definito i1 pro<luttore idealista. Forse fondamentalmente lo è. Ma nell'applicazione è e-1 satto, pratico, realistico e realizzat.ore. Egli non si lunita ad esporre un teorema, scendendo nei part1c0Jari. Rite• niamo di non essere 1ontbn1 dal vero aggmngendo che la nobile e possente idea corpol'abva trovu neU'organtsmo K H. J:;. (l::nte Regolatore EconomlCo), da lui proposto 1a più genuina e più pratica applicazione, in modo da climi~ nare ogni eventuale stasament.o. Lu s1.rn rirorma è coraggiosa, ma logica. E· una ritorma visto da un tecnico 1 che conosce per esperienza il valore applicativo delle idee. IJ suo sistema solleva con un cordiale richiamo delle coscienze individuali ad un senso esistenziulc pià profondo; un legamento più preciso ira cultura e politica a una speNnza cristiana. ln un successivo articolo ( « La politica come virtù » ), pubblicato sull'ultimo fascicolo di «; Architrave »), in ideale polemica con una sperimenta.le empiridtù della politica, finisce con l'intenderla come attributo deJla giustizie, cosi come ertt. stata generata universalisticamente dalln morale, ed, esercizio di virtù. SuJ campo crit1co non c'è Jusinga letteraria che ci tenga nè compiacimento estel.ico che ci attragga, soprattutto Jà dove, ma è raro a esser sinceri, non soddisfa un risentimento umano e morale di echi spirituali. D'accordo per it richiamo all'ordine e al senso morale 1 ancor più se trattasi di una morale umana, frutto di una coscienza sensibile e raccolta, e vera, che auspichi ed aspiri ad una libertà spirituale, ma ciò che turba. la visione serena e concreta di una realtà tanto umana è un preesistente e costante spirito di superiore trascendenza, cli immanente religiositò, che snatUJ"a i tpotivi più belli e schiarisce gli accenti più profondi. Anche noi tendiamo a<l uno Stato etico, ad una giustizia morale e sociale (qucst'ultimn in Del Bo ha carattere non progr.:,mmatico ma escatologico), ma ne respingiamo Je conclusioni teleologiche, che c1 richiamano insoddisfotti residui metafisici (slanci misteriosi di una periettibiJità morale), come pure c1 opponiamo alla visione di una prossima apertura di ere nuove e diverse (che un neo-iUuninistico progresso farebbe favorevolmente aspetta.re) dove sarebbe detinitivnmcntc kttuato un più prolon<lo universalismo, " La storia la lacciamo noi stessi, tenendo <'Onto ... delJe condizioni obicttj,·c nelle quali ci troviamo, ... coi nostri ideali, coi nostri sforzj, con le nostre so!Jcrcnzc senza che ci sia oon~ sentito scaricare qucst.o Fur<lelJo sulle spalle di Dio e dcli' lclc~, • - c1ues'to \'Orremmo dire con Croce ( « Primi saggi "') n Del Do, e chicd«.'rgJi in fondo come concilia 1n sua messianico aspettazione d• un miglioramento politico, che venga .-.a colfo ,., <:on In negazione di un misticismo, sia pure in sede gnoseoiogica, come prodotto di. il Ju, oro umano dai pesi che l'opprjmo• no e lo restringono. Abolisce i tributi.' Di,·enuto nfiscale, lo stato non socializza l'uomo, ma statizza il prodotto del suo Ja,•orò, neJ giusto rapporto tru la capacità realizzativa e il suo :ren~, <limento. Lo St-oto diviene il sostenitore dei diritto della gente sul principio di umanizzare Ja società, non socializzando l'uomo. Concedendo l'est.razione delle materie prime e alimentari necessarie per il fabbisogno dello Stal.o1 mediante l'appalto, e lasciando il supero di resa ai produttore, incitu ad una produzione sempre maggiore e perfetto. Assegnando le materie prime .ai prezzi. d1 costo oU'iodustria maniJutturierà, Jasciata libera di agire nei modi più oppo.rhmi; a proprio rischio, Pc<:cita alla massimo e miglior produzione, per il mercato nazionale e per, quello estero. llegolaodo il mercato in modo che i prodotti vi gjungano senza inadeguato distanziamento -fra prezzo di costo e prezzo di "endita, migliorn la condizione dell'acquirente. Gli stati nemici nostri hunno stabiUt.o un tipe di economia pianizznta o ecCèssivamente libe.ra o semilibera. L\~- conomia giacomiana è tendenziaimente paternalistica. Lo Stato, con essa, anzichè essere fiscale, agisce da colfol,o~ rutore e da padre premuroso "erso i propri ligli, che gli donano Ja viw:1. Tutto ciò, enunciato sommariamente, ha un'a.ria romantica e utopistica. ~lu realmente non lo è. Vedremo, prossima· mente come la potenza applicativa di chj ha tratto dal proprio lavoro le idee madri per giungere u una rapida e indelettibile rcaljzzazione ne( campo de· gli affari, sa applicare Je si.esse ide~ positive c redclJtizic· anche al campo economico soc1uJe, <love 1 poleri sta ... tali possono utilmente agire con l'intcr- ,·ento attidstico di un Governo realizz:atorc. Ott:SSE nstraziunc e dì anti'"'toric..itù (" Politi,:,n senza mito ,, ), miti di cui egli non ta df 0 'tìf:t;:~rf 3 f~{zi!~e r 1:ìf:"~a~ pcrchè il problema delle « Elitcs -.. ~li sfugge in pieno. Ancura, l:t sua concezione lkllo Stato, come formaziont! intermedia fra l'uomo e Jù societù (che è poi la J>O· sizionc di Jfegel ne « l trutti fondamentali .della !ilosofot <lei diritto») si giustitica solo per un signi(icalo spirituaJe e morale, non logico (cfr. Jellinek « Dottrina generale dcJlo Stato »: # nella serie infinita degli av\·e• rimenti storici tutto è nel tempo stesso causa ed effetto: per cui .. .lo Stato inUuisce sulla vita dello società allo stesso modo che, viceversa, questo. su 11uello », che dù una dimostrazione funzionale dei relativi rapporti, cui noi ci ut.-costiamo). Ed inline, va bene concepire la po· litica come scienza pcr<'h(• possa o; tra- <lursi in un vantaggioso ed equilibroto go"erno ~, ma non bisogna dimenticare che esiste anche una politica come urte, come determinazione del futuro (Wissenschaftlich<' Politih e Staatkunst, giusta la teorica tedesca). Eppoi qu:1le contenuto dare a questa politiw? (E <1uf l'errore metodo1og1co del D. B., comune ud altri passi, che e di non chinrire ontoJogicnmente ogni temn neU'ansìa Jj spiegarlo in una completa indugine gnoseologica, è più palese). Del Bo risponde che la politica deriva dall~ mo.raie le sue leggì, ed e dunque, e sJ rileva pulesemcnlc dai suoi scritti, i1rth•ità morale essa SlCssu: che è C(ID· cctto inaccettabile, pcrchè, come lu ri• levnto, « •la politica non è tutto l'uomo cd essa stessu non ci sarebbe GC non d rosse l'uomo morule ». do,,e11dos1 ritcnE'rc che " Ja politica o prepara In vita morale o l· essa slcssu strumento e forma di ,,ita morale» (C,.oce, " Per una sodeti. di (;ultura politica >, J. Comunque queste mie note, che non sono appunti. ull'opcra di OC'I Bo, TI(lll , nlgano n sminuire l'interesse per la sun prosa cd i1 vulore é l'ncumc di molte sue precis11zioni. /IENATO TOlffOREUA lJ> Dluo Ocl Ho: H, 11t:,E 1,Ul1tl'lt:. t,,li,. "fli•olmliou.:,. Fiu,n~.,. 1912

ftl è sembralo di riconoscere un pacs~ggio caro alla memo• ria e all'in1maginazione; qualcosa che conoscevo da molto tempo e che temevo· di non ritrovare n1ai più. ;\1i ha preso a ved~rlo un piacere di sensi, un torpore; 1n'ha turbato la sua quiete profonda di boschi e ho stentato, da principio, a cap"irnc il richiamo. Poì ho sentito distintamente, in rnodo tulto fisico, il suo saluto pensieroso e mite. Si sono leyati in volo stormi di gazze bianche e nere, si ~no ammorbiditi nelle coloraz"ioni autunna(li i contorni delle colline; sollevato dal mistral il grano nascente si è mosso, come un'ombra crepuscolare. Questa è la Provenza: un paese ritroso. .-\mpie vallate, fiumi lenti, sterminati boschi di conifere; qua <· là campi coltivati a vigna e a grano; qualche gregge che pascola in grandi prati, al margine delle macchie, accanto ad avanzi di antiche mura e di torri . feudali. Un paesaggio che sarebbe fa. cilc definire ottocentesco, perché vi si l'iC!onosce l'atmosfera dei pittori romantici, ormai scampar• sa dai nostri paesi. Vi si ritrova Corot, oltre che nella sua espressione formale paesistica già nota, nel suo contenuto intimo che ap· punto trac vita da questa natura intcnsarncnte assorta e medilaliva. Qui è perfino possibile comprendere la retorica figurativa di Millet e restituirle il suo attributo di realtà visiva, che noi italimù eravamo costretti a ne• g:urlc: qui si vedono veramente fiµ:url' d'uomini e d'animali ferme contro il tramonto, premute da un'attesa di rito pagano, tra i sol-- dii paralleli che si perdono all'orizzonte. II E' assai difficile rendersi conto dei sentimenti di un popolo oggi ~osi privo di riflessi. Che siamo nemici non c'è dubbio; tuttavia non è facile rendersene conto. Sono corretti, ospital( quasi per un sopravissuto, istintivo dovere di cortesia turistica. Ci guardano passare con una curiosità inerte, priva di espressione. Una rassegnatezza mortale li spegne; sembrano una razza millenaria, eMtustu e vicina a morirt.-!. I .a loro ostilità è potenziale. Se le cose andassero male per noi, essi ne approfitterebbe~o con piacere, con crj,deltà. La sventura li ha fatti vili. Oggi non sanno C'oncepire che una sola cosa: non più guerra. Essi non vogliono più battersi, pc:· nessuno, nemmeno pa loro stessi. Segretamente o no, (>'!rteggia110 per gli americani (non più per gli inglesi) perchè s'illudono ancora di vincere la guerra pur a- ;·endola irr~mediabilmcntc pcrduI\Jt)lrI ckJalPIIR()l/1 /1 ta. [\fa senza combattere: questo è il punto essenziale. Sono umiliati a morte _e <lesi• dcrano solo uscire dalla realtà politica per sognare vanamente i tempi passati, l'Impero, la grandezza di un giorno ormai smisuratamente lontano. lII Si passa In frontiera, la pri- ' ma volta, con una certa trepidazione; come se si entr~sse nel 1uistcro di un mondo nuovo e proibito. Ma la prima impressione è assai malinconica: tut~ il mondò si assomiglia, disperatamente. Si trova la stessa maniera di vestire, di divertirsi, di nutrirsi, di agire. Gli stessi segnalatori stradali, lo stesso riso delle. fanciulle, le stesse colture a vigna o a grano. Tutto come si immaginava. !Jna delusione. E allora ci si in!uria contro la cosidelta civiltà occidentale, che ba livellato i po, poli e li ba ridotti ad una uniformità amorfa; e a confronto si eleva il ricordo degli antichi costumi civili, sacri a ciascuna nazione. Soprattutto qui in Francia si ha la sensazione che nulla sia più rimasto di personale, di _«proprio •: si avverte lo stile del sotterraneo terzo stato anglosassone, · armato dei film e della stampa. Non rimpiango il folclore o i[ colore locale, ma la ritrosia di una razza che si contrappone alla ritrosia di un'altra, creando il' supposto essenziale all'originalità dei suoi artisli. Rimpiango l'ari· stocrazia di stirpe, ultima garanzia della vera civiltà. ! .a spersonalizzazione dei popoi i abbassa il livello culturale e sociale dell'umanità assai più che la spersonalizzazione degli individu.i. Senza voler considei:arc i pericoli jncvitabili di inquinamento, che si uniscono alla facilità di dispersione dei valori .di O· gnuno. Un popolo amorfo non può ,essere un gran popolo. Create la dogana dei costumi, i dazieri della moralità, i custodi della tradizione. IV fn un paesaggio naturahnente solitario e primordiale come questo di Provenza, si" può immaFondazione Ruffilli- Forlì ginarc che orrendo contrasto fan• no le pubblicità murali, enormi su· di ogni casa, la più miserevole e sperduta nella campagna. Vera lue dell'edilizia, che ha appestato· tutta la Francia, esse deformano in modo grottesco la struttura originaria delle campagne e delle città. Accanto ai pagliai qualcuno ci ricorda, n1olto imperativamente _le virtù di un apcrilivo, o presso una delicata fila di pioppi fa valere le sue grazie la spiaggia di S. Rafael. La pubblicità è dappertutto a colori violenti, a lettere gigantesche; è parte e spirito di un. sistema generalizzato, che no·n può più conceder~i facoltà di scelta fr,t un paese e l'altro; è una creatura sròisuratamente cresciuta, dif:forme e dilagante. Ha preso la mano a chi Ì'ha creata ed è un mostro. Tuttavia, nella Còte d'Azu,·, es• sa finisce per assumere una inconsapevole e singolare funzione di amalgama. Meraviglia infatti la sua facoltà di unire in un insietno compatto, l'ibridismo architettonico di quella meravigliosa regione; da una mescolanza di floreale, di novecento, di finto medievale e cli finto rinascimentale, -il sistema pubblicitario crea una inJiscutibile sensazione di unità sti ... listica; e nel medesjmo tempo strnnamentc s'intona col paesaggio. Ci si accorge ad un tratto che due sono. gli elementi che concorrono - in misura diversa, ma in perfetta corrispondenza - a fondere l'insieme: il sole e la pubblicità. Connubio artificioso e<!_abnorme. ma prettamente francese. V Una ragazza di Grasse, Cittàfiore della Provenza, -m'ha detto sf1e vorrehbe la fine della guerra per poter recarsi a visita1·e l'Italia. Essa m'ha rivelato un desiderio romantico di tempi 1nolto remoti, !n'ha ricordato la cortesia d'amore e -l'amore cli "terre~lontane che nutrivano ì -poeti di Linguadoca, delle ballate e dei contrasti. M'ha dolcemente turbato, forse perché per sognare la patria occorre esserne privi. Ne ho conosciute tante di queste ragazze, il cui dire somiglia a un mormorio e l'amabilità a un'offerta. H_anno il tratto cortese delle antiche castellane e. la maliziosa improntitudine delle damine del nostro tempo. Nate _nella terra dei profumi, svaniscono in fretta, fasciando in noi una fuggevole traccia, delicata e dolce. YITTORIO BONICElU 5

...:_ E:\IBHA che orma.i parlare del ~ problemn dei giovani sia più irrisorio che inopportuno; <iualcuno ha persino affermato. che il problema dei giovani e stato risolto. E talvolta non si capisce bene se questa affermazione si~ do\ula a insipienza o a superJicialità. Noi siamo convinti che il problema dei giovani sia pratico.mcnt.e inso1ubi1e: n meno di non poter orri- ,·arc un giorno alla realizzazione di un uomo perfetto ed altruista al punto da trarsi ragionevolmente da J?.Brte al momento giusto. Il problema dei gio-· vani in genere significa molto pre~isamente, per gli anziani, spirito di. conservazione, e lotta per l'anteposizione deJla esperienza alla novità i per i giovani, ansia di affermarsi presto e sentimento di crjtica. C'è della umanità e dell'equità da una parte e dall'altra; comunque non è ancora assodato con esattezza se al reggimento p<>litico meglio si confaccia. la giovanile audacfo o la senile esperienza. , Tale dualismo si supera, in teoria, a1fcrm8.ndo, e da molti è stato nmpiamente ed insistentemente ribadito,. un concetto di giovinezza dello spirito per cui Ja gio\inezza appare non più come un dato biologico, ma come una posi:tione morale. Ma ci sembra che non poca astrazione esista in tutto c1uesto; perchè se alcune eccezioni, poche tuttavia, ci manifestano come questa soluzione possa felicemente trovare il suo concreto riscontro in una umana personalità, noi vediamo che nella maggior P:arte dei casi la vita dell'uomo seglle quella determinata parabola che le è segnata dal destino, e attraversa vfa via tutti quei mut11menti dello spirito che stTettamente sono connessi al dato biologico, ol momento fisico. Altra soluzione, non dissimile a '-luesta, si è intr,,visto; ed è slàta ratta consistere nclJu IormuJa della rivoluzione continua. E la concezione rorse più nobile, più alta e pifi originale. della dottrina rascista. Ma è ancora una concezione. La guerra o non sappiamo che altro ho posto il Fascismo in una posizione di conservazione. che, se pur forse non dei tutto coerente, non per questo sembra, in ultima analisi, meno necessaria. Certo, se 1a rivoluzione continua fosse divenuto un dato di tatto, ora non si perderebbe certo tanto tempo a parlare del problema dei giovani. Abbiamo detto perdere del tempo; pcrchè per noi parlare del J>roblema dei giovani costituisce · un'oceupazion~ un po' astratta. Per noi, ripetiamo, è legge di natura che- PuccavaUamcntQ tra Je generazioni a,,venga in forma sempre un po' burrascosa; tuttavia c'è un fattore, ed è quello dovuto all'educazione, che può certamente temperare la violenza di queste inevitabili burrasche. Sicchè è in ogni caso in <JUCsta seconda sua accezione di problema educativo, che noi intendiamo - e possfamo considerare il problema <lct gio,·ani. Che a questo punto diverrà ricerca di •.rn metodo di formazione individuale e collettiva tale, che possa permettere aJ singolo e all'intera generazione di affrontare con serenità tutte le prove a cui possano essere sottoposti, al I:ine di dimostrare il proprio valore e il proprio diritto a signiJicare qualcosa nella storia. E' in questo senso, e solamente iii questo, che vediamo giustilicate le ripetutl' neccssitti dei giovanj: in quanto agli anziani, ai <1uali spettano lu re-· sponsabiliti1 e<I il compito della direzione di tale processo educutivo 1 è fatto * dovere morale, pena il sorgere di un attrito tra se stessi e i giovuni, dj riconoscere, giustificare e saggiamentq potenziare le- esigenze di questi urtimi Per gli anziani è pcrjcolosa una generazione di figli che si. sviluppi con una educazione esclusivamente autonoma; ma il giovane è portato :.1 <1uesta auto[ormazione appunto quando non sente come sua, come conb.cente al suo temperamento e aHa sua sensibiUtò, l'educazione che gli viene <lai di fuori. f; questo il punto cruciale, il delicatissimo momento chiuve di tutto il processo; è di qui che ,·iene l'urto, quando le necessarie premesse dei giovnni non siano rispettate; e l'urto, ricordiamoci bene, è sempre un male per gli uni e per gli altri. Rammentiamo - e questo ricordo ci: viene più frequente e 1>iù preciso ogni qualvolta l'occasione ci porta alht metropoli - alcune parole scritte d.( Gianfranco Cobor su un numero di « 11 nuovo Occidente ~ del JO ottobre scorso: « Mn do,1c sono <1uesti veri giovani, e quanti sono? No, iJ gio- \'&ne non è certamente quell'imbecille che sa bere con disinvoltura i più forti lic1uori, che insegue delle ragazze, che marcisce al banco di un bar, che domani arriverà certamente perchè appunto, arrfoista. No, in verità, il vero gfo,·ane è quel ragazzo pensoso, ansioso ed in~ieme puziente che in una camera medita di rHormnrc il mondo e poi non riforma nulla, accorgendosi che bisogno riformare prima d~ tutto se stesso e C'h(' ciò gU occuperà tutta la vita. 1 vcrì giovani sòno quellj che oggi sotto il fuoco stanno_. riformandosi interiormente cd esteriormente, sono quelli che dinanzi al'la morte maturano una profonda e rachcale rh-olu1,ione. nei loro spiriti e cho torneranno avendo negli occhi ancor pieni di orrore la visione del migliore av,cnire ». lo queste righe noi avvcì-tiumo un senso cli disagio, e il dubbio ciel Cobor - « •.. rua dove sono questi veri giovani, e quimti sono? ... • - <livieno anrhe il nostro. f: tempo ormat di cot'rcre ui ripal'i -- e i tentativi nobili cd inlelligcnti di qunlchc uomo non bastano, se non conJluiscono sul piano di una mentalitù generale - perchè la ~ioventù ha bisogno di essere e<lucota; è tempo ormai che si lascino du parte 4utti i metodi improntati alfa retorica e all'esteriorità. Dobbiamo sostit1.1ire moltu fantasi~ 1 c. molt.o istintivo entusiasmo con la matura ponderazione di un sano razionalismo, che all'uomo moderno i: di-, venuto l'elemento primo per lo S\'iJuppo successivo di una tede. Noi vogJjamo che il nostro umoro per la Patria e la nostra appussio., nata partecipazione ut Fascismo sia· no il frutto di una meditata espcricnu1, e non <li una aprioristica determinazione, che ha più il carattere del luo- .!;;O comune che della verri fede. , Abbiwno un dovere molto gru ...e e una rcsponsòbilità molto impegnatint: pcrchè c1u0si 'tutto il complesso degli cll'menti che possono farci superare <.1uesta crisi di educ:nzione sono appoggiati sulle nostre sole forze. Questo è tempo dt studio e di prepara- ~ione: e;hc prima sarà individuale poi dhcrrà collettiva; certo sur{1 motivo d1 onore e di ambizione per noi il puter dire un Kiorno che la nostra vita ce la siwno creati Ua soli. GIUSEPPE ZOBOll '------------------------------------ ~ .El. numero del 1° novembre scorso di «Critica Foscista» tivevamo trovalo fra l'ah-ro, in c1uel notevole editoriale che testimonia della vitnlitù d; c1uesta rivista, ht frase seguente: • I.o strumento corporativo, opportunamente usuto, potrà cost.ituirf' un ineguagliabilè ~trmn(•nto d'aitivaziooe sociale: dai diTigenti aziendali, dai capi di secondo o terzo grado, agli operai, ai contadini incfuadrati nei sindacati, è t1.1tla una im~ mensa forza politica in potenza· che nttendc di essere trasformata in forza a'ttiva, operante unanime, al duplice ed unico fine della vittoria su.I nemico e della giustizia sociale». Questa frase: oome ognuno comprenderà, ci ha fatto meditare, dando nuovo impulso a pen• sieri e diremo anzi preoccupazioni che onnai dal principio della guerra ci occupano la mente e il t,'\IOrc. Dun<-&ue, ci siamo detti,. ancora unt: volta ci sentiamo arrermarc, e non da irresponsabili, che il corporativismo quàndo sarà attualo potrà (ar funzionare benissimo la Nazione, il che vuol dire che il Corporativismo, ottimo sistema (e di questo non abbiamo ma~ dubitato) non C sta tu applicato ancor& in ]talia. E che si aspetta? ci siamo chiesti allora. Che si aspetta? ci andiamo chìedendo oramai da un r>c1.zo tutti noi che amiamo l'ltaHu più di noi stessi. Per ora a questa domanda abbiamo sempre trovato, anche se espressa in modi diversi, questa risposta: ..,f.in'or~ non si poteva attuare, perchè sono cose che va11no realizzate lentamente, coi piedi di piombo, e ora poi c'è '8 guerro e quindi tutto è .: teso alla vittoria •; dopo si. realizzerà ancht il corporath•ismo ». Questo discorso li per lì ci persuadeva, e rammentiamo di nverlo ripetuto noi stessi ad operai e contadini che ~iustumente esigevano una spiegazione, Vi è però un punto di c111csta • giustiIicazion'e » di cui non abbiamo tardato a scoprire la debolezza. • Tutto deve essere teS-O nlJa vittorfo •, ci si dice, ma Ja realizzazione de1 Ffllf f VOllllllll' corpo1·at-ivismo, chiedinmo. non è essa stessa uno strumento di vittoria? Son è forse uno dei principali e più efiicad. strumenti di Vhtoria? Cosa è meglio presentare a questo nostro popolo che lotta generosamente l. ~ti popoli curopc: che guarduno a noi, u Homa. con speranza e anche con fi<lucia1 cosa è meglio presentare, dico. unu bella dottrina teorica, cui però noi stessi non abbiamo ancora saput.o dar vita, o una praticn rcnlizznzione politica, che con la suo. vita esprima inconfut.abiJmente là veritii e la giustizia di questa dottrina? Ma "i è un altro punto della frase. surriportata che ci conferma con chiarezza l'im0 portanza che una tale attuazione assumerebbe, e non solo per Ja vittoria, ma per la ,·ita slessa de1 pae~ se: • .... f.: tutta una immensa for.ta politica in potenza, cbe attende di essere trasformata in for.7At nttiva, operante ..... ». '.'Jon ci vogliamo nascondere la gravità di queste parole • ... Un'immensa !orza in potenza - che attende .... ». Cl,me si rivela dal contesto si tratta della IorZa. del popolo intero, della Nazione intera che clltemle, che attende di partecipare a1tivomenle -olJa vita dello Stato. Che attende pcrchè ancora non vi partecipa i che attende perchè non sente (e sarà tutta coJ.pa sua?) quelJa intima fusione fra popolo e dirigent: che è pure necessaria, ripeto, non sofo alla vittoria ma allll vilo stess:.t deUa Xnzione. E c1uesta necessaria fusione, questa identità dj natura anzi, che fa dello Stat.o e della Xazìonc- unu cosa sola, non è forse il pl'incipio fondamentale del Corporath-ismo (che non è scmpJict"- sisterna ee;onoryiico) e deJ fascismo. stesso? .. Xci fascismo tulto il popolo - troviumu in <.Ùtrn parte dcJ medesimo editoriale - scnz.a distinzioni di cbs~i. è chiamato con eguali diritti alle funzioni della vita politica cd economiCH: non a rinunciare n quelle !'unzioni li ta, vorc di una ristretta castn burocrttticn, incontrollata, ed incontroJlahile. <'omo nel .bolscevismo •. U senso che abbiamo sempre utlribuito al Coq>Orativismo è infatti proprfo questo: tutto il popolo che partecipa attivamente~ cioc come soggetto responsabile e non come oggetto, alla vitn dello Stato. Ora tutto questo non può più rimanere ul_la semplice speranza, per quanto fiduciosa e sicura, ma è ormai una attuale necessitò. F. ci coniorta constatare che aJ pOsto dì quella giustifica ... zione temporeggiatrice sopra citata, vada invece tinalmente aricrmandosi, come si riveJa anche da questo editoriale, la convinzione che • tutto questo e non solo possibHe, ma è necessario fare ora, guerrll durante ». E siccome questa attuazione d1pencle dalla capadtà delle classi dirigenti, troviamo anche noi ch6 • inon c'è che un modo, per esse, di dimostrare 18 loro cupecitll, ragiono stessa della legitt1mit:'I deJ loro potere: portare avanti la rivoluzione, attuarla nei suoi principii, incontrovertibilmenlt enunciati ed accettati». Come potrebbe infatti giustiCicare iJ suo potere, <1uc1Je classe che si dimostrasse incapace di realizzare pienamente queì principii che è \'enuta proclamando? Principii che, dunque, per essere corporativi, sono essenziali alla Rivoluzione fascista. E possfamo· così arrivare a c1uesta prima l'ondusionc: c·he non soltanto il oorporativismo è necessario oggi portare a\'anti, ma la stesse rivoluzione fascista; c1ue)h 1·i,,0Juzjone che jniziata FBndazione Ruffilli .. Forlì ,enti anni fa, allendc Oggi. non i1 :-.uo ultimo compimento, chè come dottrina perfetl.ibile non Avrà forse mai, mn la sua pili vera t!' profondo re:1lizzazionc. I principii fascisti sono st..1ti .. incontrovcriibiLnentc enunciati cd 11ècdtati », ogni <liscusf.ionc che tendesse non a chiarirli, ma n metterne in dubbio le b1lsi, è ormai ruori di un costrutti,·o amor di patri11, ma c1mrnti oggi possono dire onestamente di riconoscerli vivenli nelle r('alh\ dello Stato? La cos<:ienz.u oggr generalmente raggiunta eh <1uesta necessità, ci fa o tuU1 sentire l'importanzi: di c1uesto momento della RivoJuzionc. La Hivoluzione è giunta ad un punto che deciderà non solo de.J suo avvenire, ma <lgJ suo stesso passato, del suo vaJore nella storia. Ed i.• pcreiò proprlO in questo momento chè . teniamo ad affennure la nostra Jede nel fascismo e la nostra ,,oJontù. di attuarlo. fede che non è cie-1 ca, poicbè si riferisce ad argomento umano e non (li vino; fede cioè che ~ frutto d1 una conv1nzione ragionatu t· delJa convinz1one che quei principii esscnz1ab deJ fascismo, ai quali abbiamo sopra ace:ennnto, sono giusti, sono ,·eri, ~ sono in quanto veri unìversali. Essi rappresentano per noi l'espressione attuale del genio italiano, il segno cleUa oostra profonda rmascita. Ed abbiamQ qufocU anche ferma fiducia che, come questo popolo ha saputo esprimere, attrn,,erso J\rlussolini, c1uesta dottrina, così saprà realizzarla e !arJa ~1vere. Fiducrn che non è soltanto generata dal riconoscimento delle capacità del nostro popolo, ma è soprattutto radicòt;, nella forma \ olontit che avvertiamo 1n noi e attorno a noi, dj dar \'ila ni. termini <li questa nostra fede. ):on saremmo infatb italiani ve1·i, se hl nostra f'ede in un'idc.a non s.i traducesse neUa volontà <li attuarla, se non impegnassimo tutte le nostre energie per il bene della nostra Patria. ANTONIO JJARZOTTO

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