La Nuova Europa - anno II - n.43 - 28 ottobre 1945

--. 2Sottobre!945 -------------- LA NUOVA EUROPA ------------------- 1 -- Soletta S OLOTl·JUHN, Solcure, Soletta; tre n001i, pc-r una 0061 piccola città, sembrano troppi. Ma son belli tiutlA. e tre: un po• solenne H. primo, strettamente modellato sul Soloctorum oelto-romano, musicalissimo 11secondo, con quella sua desinenza atona, strl• sciata, féminine; gentilmente tamiha· TACCUINO s V I z·z E R o re Il terzo, che a noi, naturalmcnt~. provvist ba-rbagH d'argento. Sono tan· pare ti più J>l'Oprto- e forse è. te cascatelle, dl.~lpll,natc a regola d'ar• Soletta, inrattJ., se ne sta soletta tra te e ragionevolmente distanziate l'u• rilontc ·e monte, sopra U gran vuoto na dall'altra, che fan pensare a una ru· dcU'Aar, chiusa nel giro del suoi ba- stlca Villa d'Este. L'ultlma che s'tncon· st10111 sccO!art, con le sue fontane ber- tra salendo, Più. aR.ae larga delle pre nesL le sue chiese italiane, le sue tor·· cedenti. forma una specie dt teatro, di ri e I suoi Erker tedeschA, I suoi pa- sccnano traslucido, che farebbe magni• Jazicttl francesi, e i suol vlall di gran· ficu sfondo (e accompagnamento d'or– de città. Solitudine di una slgno1.i chestra) a una rappresentazione pasto· che ha avuto ne-Ha\<ita 1 suol bel mo· rale. menti, di splendore mondano, di no• ·Percl1é qu1 sl:imo veramente 1n tor1et:l europea, e ora cl ripensa no- un'atmosfera dl egloga, in 1.111 mondo 6t.'1lgicamcnte, con dignitosa maUn· da e Erminia fra I pastori•· E le casca conia. telle suona.no lnlatiti, una dietro l'ai- Nel suol più lontani rfcordl c'è Ro- tra. eguali e diverse, festose e plainti– DHl, che le ha lasciato qualche pezzo ves, come le ottave del VII della Li· di scultura e una lapide dedicata da berata. :~a Of~11 ~~~~t~i:i;~~a ~\ 1:a~~fl:'. ... Ed i pescl ou.Juar di auesto Jìume Jia: anno 219 d, C. Ma più. vtvo brllla E spiegar oll augellCW aL ciel ,Jtu:n1c al suot occhi il tempo, relaUvvamente vicino, degli ambasd.atorl: degli .1mba• Gll alberi poi son Jra i più a[· ,sciatori di Francia, che dal primo ctn· fabill e umani del mondo v~getale: qu1.-centoaua rivoluzione, ebbero stan· faggi, pioppi, betulle, che si slanciam, z:i tr.:t le sue mura, e la fiorirono delle leggeri verso ll sole, in luce, in contro– loro eleganz.e, e le conferirono una luce dentro un nugolo dl foglie glau· mezza gloria di mezza capitale. Stc che,• grtgette, color d1 rame; pieni d! tfan.slt.- fresca vita e di calma attesa; pieni an- Oggt le resta la consolazione delle eh'esst d'amore. Al 101'0piedi, tra l'm·– bc~lc cose che sopravvivono al loro ba chiara, svariano le macchie bianche tempo, che vivono fuori del tempo, ap- degU anemoni e quelle voluttuosamen• punto perchè son belle. te turchine delle pervinche. E tutto - E ra bclUSSima è, cert.o, la catte- albert acqua uccelli ombra sole cie!o drale di Sant'Orso, che due architett - tutto fa una musi.Ca sola: un'eSiJe dl Ascona. z;o e nipote Plsonl. tirarono sinfonia che svolge su-un tema unico su. nella seconda metà del settecento, tnftnite varlazlont d~ letizia, dl speran· in capo alla via maggtorc, quas\ a ri· za, di malinconia. dosso della grossa e tozza porta set• Ml torna in mente quel bizzarro en• tcntr!onalc. Sopra la bianca scalea sl decasHlabo del Petrarca. zeppo di co· Jeva quella grnn luce b4anca della fac· se e d'·UnPoSslbill elisioni. ~~~ ~re~.c~~r~;~a d~~~~~~e~f~ FJor, frondJ, erbec,~d!b~eu,.t~;f;vi, barocche: una luce che sale nel ciclo agile e schietta. e irradia tutta la clu.à In verità non credo che sta mal stat~ della sua gaiezza festosa. Un sorrlso un bel verso; eppure, oggi, m\ par quasl d'Italia sotto Wl cielo già nordico. qualcosa dl questa mia ora, tutta oc· All'aiu-o capo della vta, o megHo do• chi e orecchi, e tutta obllo delle altre ,•e la via [a una svolta lmprovvtsa, cure quotidiane, nell'arcadico e natu• sorge la torre mecliev.11eche porta l.n rista Kilsnachtertobel. fro~e li eoiebre orologio cinquecente- sco (ore, gtornl. mE'à, segni delk) zo- diaco e non so che altro), e la candida Pill in alto, iasclando l'acqua sulla superba lScrtzlone: sinistra e montando per un sentiero In. Celtis nihtl est Solodoro dl capre ci s'imbatte nel ruderi, del . antlqtdus castello \vulp; 11 Quale Cu distrutto la unls e.1·ceptis Trcverls quanm, belleiza di sette secoli fa, e rlma~e. . eoo dieta soror· rovtna tnfonne, ta:·aun fitto dl bel\-t.S· Il Kucsnachtertobel ed altri paradisi KU.snacht è uno del tanti graziosi ,lllaggl che prolungano tndefinitam~n– tc Zurigo sulla riva orientale del lago. (Sull'altra riva succede lo stesso: per quanto Si vada, non si riesce m81 a lasclur la città: la nuova città che gli Zurlghest son venuti costruendo, sem . pro un poco più in là, per disperato amore della campagna e della solitu– dine), s1m1 faggi, a testimonianza del t.empo i.n cui l castelli erano adoperati, an• che in questo idi lllco paese. come mac- ch~~f j 1 e~i:!1'~~lla foresta tH pini di• stesa su tutto il vasto akopiano; e,.al· lora l'idllHco paese diventa al11.m· provv.iso un paese di pensleii profon– di, di estatiche trJstezzc, d! .chiuse asptrazionl al1a luce, alla g101a. Sla– mo nel cuore del mit!co Wald, alle sorgenti dclia poesia dl!'l nord: della ~~;8 1 3e ds~~~rlm:i~u~g~eb1~~c~ae ~r~f~ ~ ~~ri~~a~~ ~ef 1 t;~ 1 1~cl~1. !~!fi1 1 vc~1:~ stiUam - -divhrn,n aloue humanam. Cosl parla il sasso, l)OSto nel 1868 11 centro del cortllej e fa pensare ;, versr destJnl del popoli, e all'c, .t tragedia della storta, e all'eterno \·-,·o della Jtbertà: deHa libertà ch'è santa per chi la possiede, più. saDta per chi deve senza posa conquistarsela con su- dori di sangue. . Il centro della c1.ttadina, è formato da tre viuzze di case-balocco, Unte di lneroslmill celesti e fragola e violetti; dove Si co!Jocherebbe benissimo un racconto dt Anderscn. Giù. al, lago, ln• vece, son cresciuti gli alberghi, blan· ~~~ae ~~· ::a~1; 0 u ~~~ ~!c~!?o~ar- Qui si prende a nolo la barchetta, e barchettando Ci s'immerge nell'azzurro lievemente ncbuìOso che confonde ter– ra lago e a1-ia,e via che si va. dolce· -mente, sull'onda del versi di Goe– the. Del v"crst che Goethe scrlSSe nel 1775, navigando queste acque e pen• sando a UH lontana: Dle Welle wleget imser Kalm In Ruderstakt hinau/ 1 Und Beroe, wolkto h1mmelan Beoeone1l 1.m.serLauf. Si arriva cosl all'Isola di Ufenah, ch'è un minimo mondo arboreo si– gillato di luce e cM. silenzio, una solltU• dine perfetta. . Tra gli alti faggi -si appiaUa la ch\C• sa. sempHce e pavera come una pre– ghiera dl Cemmtnetta, col suo campa• nlle cuspidato a Chlisbtsse {a fetta di formaggio, come qui bonarlamentl! si d-ice) e aperto sul quattro lati dn quattro blforottc romaniche; !onrlata, si legge nelle storie, da una ReginUm.la, duchessu di Svevla, nel X secolo. Ph) In basso, la !attoria e;on la stai· la; e al suOi piedi un ~mpo arato e I verdi pascoli In decliV10- Altro non c'è, nell'isoletta di Ufenau; e in verità non si sa che altro do– vrebbe o potrebbe esserci. Cosa volete aggiungere alla felicità? lVillkommcn, mem gewiinsclltes Ithaca! Et,Ì irrender odysseus btn I.eh ja. E' u saluto di Uhi.eh von Huttcn all'tsola di salvezza, in un famoso poc• ma di Conrad Ferdinand Meyer, Ma Hutten veniva; e noi, al solHo, ce ne andtamo.,glt si salvava qui. su questn lmmobil 'scialuppa alberata di albert vivi, d naufragio delle sue fortune cavalleresche e Politiche e brigantesche; e nOl il nostro naufragio lo portiamo sempre con noi, dentro di noi. Egli veniva qui -a morire; e 1101... Perciò, Ufcnau, u dlchiamo soltanto gra~e; c. poiché scende la sera, rossa di Cuoco là tn Condo sulle colline di Zurigo e tlentro li lago, ti salutiamo come qui si saluta: Guete-n·Ab(g wohll Primallem in Val Af,,solcina D'lntcrcssante, a Kilsnacht, non e•~ che un vecchio fondaco, a fìor di lago; dove gH ufficiati dell'Abbaz;l.a dl Eln· 6lCdeln accumulavano, ai bei tempi. le decime raccolte per la contrada, e sulla cui facciata s!. di&inguono anCOra tral.-– ·cc dt rozzi affreschi del tre-quattro– cento: una Vergine col Blmbo, un San Lorenzo ~u-a le fiamme. un San Marti no a cava~o. e alcuni pezzi anatomtoi tll un San Cristoforo monumentale-. ne verdastra che piove dalle cupo 1 e eccelse toccate \n vetta da un \nvHH– bile sole, bianche e diafane come spec· La Mocs.1 scende a romp!.collo dal ch\ati semlhantl dJ un oltremo nd o d1 San uc-rnardtno, raccoglie per vla le 50 f 0 d'\mprovvtso ancora. si esce ,n cascate che Irrompono daHe due alte un prato immensamente aperto al spaLlterc d! monti, e va a gettarsi nel .,nle d'oro e all'azzurro respiro eh•! 1'1ctno, poco sopra Bellinzona. lago. E ti lago è laggiù., tra 1i mura· Queste onde accareueranno dum1ue glia fosca della foresta e un grand~ le r,vc di Pallanza. sc::.vo1t!ranno souo Ma se dal borgo s\ esce al monte, e si prende a saHre la valletta che lo solcn, subito ci st trova in mez.w alle meravlgMc chiaroscure <A un bosco, e sul corso sinuoso di un';,cqua che sccn- d\~~~~g~/~~c~::1~~1:o.r~~t~s~uesto KUsnachtertobel, cosl vtctno 1:tl1>aese alla strada e al treno, nessuno abbia pcns..1to,o forse osato, di urar su una vl-llcUa. per , suoi riposi domenicali, o un nlbcrgo per la comodità del passeg slatori solitari e accoppiati. li bosco · è lasciato tutto agi: uccelli, all'acqua, e, se por.so dire, agli alberl. . GU uccelli che sento cantare, e scor– go ad ora ad ora, tra le fÒglle nuove. piccole e pa!Jr.,tantl come le fogli~ nuo– ve, sono I puntuali annunciatori della pr1mavP.ra: storni che portano sul pct• to una coroncina di perle, e [rtnguelll dorati. Anche Qualche merlo, fermo a flschtettarc su un I'àmo alto; nerissi– mo tutto, ma giallo in punta. col co· (lino levato ad angolo retto. BcaHssìme creature, che non sanno di guerre e parlano soltanto d'amore; e nulla han da temere dagli uomini, poichi) glt uomini di questo paese, grandi tlratort a bersaglio, non prati– cano; si sa la cacola ai;ll uccelll, · L'acqm:i vien giù a gt.r;i e a salti, tra ombra e sole. grigia e verdina, con hn- clltcgio selvatico spumeggiante d: ~~l~it~ll~o~~tg g~isi~ade~ ro~~~~~ lì01i candidi: ·una fasela di blu palll- ranno pace nell'AdrlaUco, sotto li mio do, diluito tn palUdo rosa, come si ve- · Clt!lll, uom,mi, o posdomant., for54.:; de nei earl acquareW ottocenteschi. chissà. Buon v1aggio, Moesa, eh 10 con· o ' Lt!mv10aall'anuco ponte di Roveredo. Da Mellen a Rappcrswll n. tren':) petto~1doml portar via il cuore dal va lungo 11 lago. tra un se~mlo di 11 cuore va, e gK occhi si g\rano tn– vU!ette, dJ casette. di chlCGtUC, d( giar- torno, a guardare la pnmvvera della dinetn- hè qm vallata, cosi bella, cosl • in pace• tGardlnettl dapperwt~o;~rc dot- Ma questa è una belleu.a che blso• gli uomtnl hanno v:Slbl si e~te fi~aie · .,ebbe guardare. appunto. col cuore; tato come prtnctptO 1 con g ~ 1 · 'come han fatto i suol poeti, da Con• dt Candide: Il faut cultiV.,~ t, 0 ;: !- I rad Ferdinand ~1eyer al Fogaz7,aro e ~=: aepp~:;1~.ra~:i ~;~~:i dcf n{ond, · ~~. Fc:f:erwj~:;~;a~;s e1è:.etc~cs~~ possiblll filosofato da Pangzl~~: h e SchOpfung •I- Perchè II paesaggi,. qut. A Happcrsw11 ftntsce lo une ,erse ha una sun anima dolce e gra . per• propriamente detto, e comlncla I Obcr- ché ha la sua mÙsica, o una a pa– sce, più solH.nrio e, QUa e là. perfinu rola, l ,lo bisognerebbe trarre d.... :'l-nvo– un poco selvaggio: fintsce insomma 1ucro d'aria di sole d1 vastità di sllen- Zurigo. zio che tn sé castamente la chiude. C'è sulla collma un vccchto castello I castagni nol pnm(') v~rde ed acque cosl ben conse-rvato che par nuovo; eh primo getto. prati stellati di g\a· ~~~hfs~~lo ~n~l r=l!a u':; ~~H ~;!~e ~he~n~~~a~oscl~~J~! g~ ~~uC costume, qua trasportati da quell'in!t' ombra " villaggi deserti nel sole, sen• Hcissutla terra nella seconda metà I z.:.una voet., senza un rumore, ne ab– deil'ottocento. Gett.fus Poloniae - tm, biamo vlst,t anche altrove. e un po' niortalis - per ccntum jam omios - dappertutto. E meli blanco·rosau, e sanoutn.olento cei·tamlne - co,ura vlm siepi di blrmcosptno, e lattughe che qua opprtmitur - luctat1i.~ - tn l.lbt- vcrzicano tresche dalla terra bruno. 1·0 l{elvetiae solo - provocat aà fu· Ma qui, In questo momento. queste CO• se belle ham10 un loro prop1,0 accen• to. che vien dal profondo, mi'uman;t:\ cuc le (a più \•ivc e pate1lchc,. perfino un po' dolorose. Sarà I.i nostra nostalgia, acuita dalla parlata lombarda della gcnte; sarà la malinconia di tutte le prtmavcre, e l'atroce Uiste-.tza di questa 1>rlmavem che fiorisce insanguinata sul campi di battaglia e sulle tosse comuni; ma dev'essere anche la sostanza del pae– saggio che cl si apre intorno, largo . chiaro calmo, eppure lnu-lso di una sua pena s<'greta di solitudine e come di ricordo. La storia? Anche la storrn. si: il ca 1 stello dt McSOCcocon le sue grandi ombre trfrulzlane; e gli altri qu·indlci . castelli dal nomi romanzeschl. Monzel. Casti Il~, Uordo, Soatz...; le §Lrcghe bru•: otatc o passate a fil cLi spucla e al tre plla&tri », qui. di... Rovcredo; la Lega Grigia che annette la Mt;!solclna Itali~• na all'antica Re.,..1a... E Ugo Foscolo che, fuggendo 1\: mo, gll AustrUK-t, tr disonore dt.'l·la servitù., fa In qucstr valle la prima tappa del suo esUio er– rabondo e perpetuo ormai- (e Dio pret scrvt dalle armi, dalle lnsldle, e più assai da' costumi delle altJ-e nazioni la sacra Confederazione delle Repubb:tJ che sviZzcrc. e particolarmente questo popolo dc' Griglonl; aITlnchè se l'Euro· pa diventasse inab,tablle agli uomini. Incapaci. a servire, ,,ossano qul alme– no trovare la libera qulete ». Cosl sc11, vcva egli in quell'anno HH5; cosl po– trf'nuno sccrlvere oggi neri stessi - anno 10.U). Un paesaggio fatto anche di :-Storta, non c'è dubbio: Le strade, I monti, g!l alberi, le pietre e I mattoni delle ce– S<', ricordano; soffrono, !Orse, dJ rlcor: dare. .:x>lo le acque vanno senza memo- ,t i·la senza pensiero, felici d1 corre!·e- ff alla loro ce!Cste trasfigurazlone, nel! e– terno circolo- Come questa Mccsa che, salrnndo e spumeggiando sotto l'ant\C''· "Onte, s\ · affretta al Ticino, al Po, .o mare lontano. DlEGl u.,mu C' E' BISOGNO DI GIOLITTI Q u ESTO dice in SOSt(I/IZ(I un ar• ttcolo moJtO trdeU1ue11tc e vt· vace che Filippo nur:io pub• bli<:a sii Risorgimento L1b~rale (23 ottobre),• e 110n s; può ~1on consenfi· re co11. kui, se, come 111/atU mu:,.e fa, mette i1t luce le tJtt~lttù polWche di GloHW i! suo sapersi udattarc alla realtà nw~wvrarla e plasmarla pe1· con~~ plere 'tm'azione di ,pov'!rno no!I arbi: trarla 11è astraUa. C è btso111w, 1n som ma, in ogni situazione pollttcu, di 1m uomo volitico- .lla è viceversa Ulhl fc· dele fissazione di Burzlo il credere c,he Gtolltti sia il « tiJJO,. dell'llomo politu:':' buono per t11ttc te circostanze, .1.111n,.mi· sura peren11e.Giolitti è i1t reult11. 1m 1!?' lltlCo dl tempi eoemomct r,:omc Junie. dfrcbbe Gramsci), auando le cose van... no a gonfie vele, e alle proteste, alle Jamentele, alle esigenze non c'è sostra· to positivo; così.che è tacile ridurle aL• l'assurdo, Rtrinuere t • protestctari • m un an(loli110 ftwri delle corre,u, vtve e deolt interessi pii't cospicui della 1uzzlo– ne ect intfmdersì con tu.tu oll allrl. Ma. coffle sempre le• egemonie, Giolitti si f.-la deUn sua stabile oJmiptcttd. non prevede le catastroJi e nu1t cl sl pre– para. Sop1·avvetJ.uonapo1. a distu~bare que{ mm,do, fatti dt cut avevu11~lsto t seo1ti vremu11ltort solo oU .~ .... ,n,i più anoosclatt . e pt·ù i-rrealtstlc1,. ch'e-rano in tutto fuori della Sila cerclua ..-~,,,ton <U: menttchiamo poi che J'eQllililJr!o d• Gioritti era ottenuto con u,l'aperazlonc sempltctsltca e spicciativa: otovandosl, per perpetuare una vita polWcamente decente ,1el 11ord, deU'i11clccenzadt6 sud. Qu.estaera la ricetta mfc,llfbUe per la fnbbrlca delle s-uemaoaioru11zt, che oU erano certo un mezzo utile e lJ'TO/i• cuo di oolicrno. Afa erano in se stesse avvilite;· la moneta cattiva scacpiava la buona; e ou eletti del e mazZJe11 » ,,.,. d-ucevano m~ po' tuttt a toro somiglian– za, E' vero che « vroteswva,w » contro GiolHU ortnettl, t retori e oU acclriav• pamosche; ma protestava anche, tacita– mente, una massa dj votantt senza re• siste11zamorale a ctd non si pennette– vano sfoghi di autonomia o scatti d·I ribellione. perché era tanto Jaclle ( e tanto 1·cddit'izto) domarli col('lmbro– glto, C't bisoono sopra tutto. ora, che il 111ezzooiorno'ton sia più ou,mua,w: che ciot non .\1a plù « infeudato•. co• munque si chiamino I feudatari, anche se fossero persone . >lont per sapienza qlurldica e per cultura umanistica. Me• olio oli a~te11tici cafont. u. m,

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