la Fiera Letteraria - XII - n. 44 - 3 novembre 1957

Pag. 6 t'A' FTER'A' tETTERARTW Pascoli IL TREBBO POETICO RASSEG A DELLA 1\10DA * All'i1isegna di (Continua da pag. 5) ulllma non appartiene sol:an– to al mese o alla monbonda r.tagìone autunnale, ma ha una validità fuori del tem– po• (p. 37), parla poi insi– stentemente di .. poesm del– l'i~tante a cui resta general– mente legato il Pascoh d1 campagna• (p. 54). Anche se preferisce e parlare di poesia defl'istante piuttosto che d1. frammenti6mo... (p. 64) non mi pare nettamente liberato da questo pressupposto. La sua i.uslstenza nel parlare di .. istante• diminuisce la bre– ve amplisuma linea ddle "Myricae" (come disse il Carducci del sonetto), che sembra, veduta dall'esterno, un fiorire di sensazioni, ognu– na però necessaria, per chi veda più addentro, a caratte– rin.are il sentimento domi– nante. Lo stato d'animo del Poeta accorda i sussuit1, giu– stifica le riprese insis1 :te: un sospiro, più commovente quando è represso, suJl'incon– sistenta della vita è conna– turato a ogni sua più isp1ra– t,4. creazione. Nei poemi e poe– metti i paesaggi sono parte integrante della narra.none li– rica e perfino formano un tut– to unico col dramma evoca– to, per cui l'umana vicenda s'adegua all'eterna vkenda d1 ogni cosa creata. SCRIPTA MANENT Già dalle "'Myncae ", os– serva l'Antonelh. il Pascoli e tendeva a superare l'istan– te-., e cita le due brevi hr1- che e Pianto• e • Il passato• di tono sentenzioso; ma piU belle mi sembrano altre liri– che che suggeriscono, sotta– cendolo. il 11ovrasenso. Se si pensa che qualche cr1t1co, proponendosi I& ricer– ca del verismo Della poe6ia pascoliana. crede di trovarlo nel • mondo quotidrano, pro– vinciale di umili cose• {P. Ingrao) come convenzional– mente è detto delle .. Myri– cae ......unto più Si apprezza lo Antonielli che non ha ceduto allG lusinga di un program– ma, piU curioso della persona• lità dell'autore studteto, che d1 definire la sua poetica. Co– me si può dire che la poesia èlelle ·•Myricae., è verista perchè • la scena campestre s1 popola di contadini • come si può nliutare gran parte del– l'opera del Pascoli m nome d'un verismo che si ra diven– tare sinonimo di ispirazione dì retta? In .. Lavandare • e in e Novembre• non c'è ef– fettivamente nè verismo nè naturalismo (il termine sareb– be meno arbitrario, parlando del Pascoli): c'è tutto Pasco– IL Si vada pure alla ricerca di un verismo pascoliano, tut– to si può fare: ma in altro modo. Accettabile è 11gtudmo sui -.Carmina .., visti come opera di bravura assai pi!J che come opera d'arte. Apprezza sopra– tutto il poeta che canta gli aspetti del creato, ammira Io artista che ha saputo fare del• la lingua latina uno strumen- !'fl~i~i~ 1,~c:~iiic:~-~z~i~~:. troviamo il solito Pascoli. Al mio giudi:tio s';tccorda anche nel valutare "Laureolus • come il capolavoro della sua poesia latina: • forse il poe– metto p1U equilibrato, dove il gioco tecnico viene assunto in un superiore gusto del gioco, in un sent1mento diver~ t1to del rappresentante e "Laureolus • (p. 150). Ap– prezzamento buono, che po– trebbe però far credere a chi non ha letto il poema o non lo ricorda bene, si tratti di una esercitazione, per quan– to eccellente. mentre la ma– linconia dell'essere. tipica in questo poeta. è il grao.1de !a– scino del racconto. Uno dei giudizi piU notevoli dell'ADtonielli. quello che piU degli altri può dar luogo a sviluppi e commenti, è la ri– valutazione dei ., Poemi con– viviali ", in cui gli pare • me– glio esemplHicata la persona– lità pascoliana nel complesso dei suoi caratteri• (p. 159), cosi da concludere: • troppo spesso si _son finora letti . i "Conviviah" attraverso 11 , campestre• libro del mag– gior successo pascoliano, mentre e proprio dei "Convi– viali " che bisogna tener con– to per leggere anche la piU umile, la pi!J spontanea del!~ "Myricae" (p. 217). Ed e così, senz'altro, anche se qualche critico re~en_tE: s'at– tiene ancora al g1ud1z10 del Croce che tanto ha influito rulla critica pascoliana. • Se pur: aveva nell'orecchio la memoria fisica d'una caden– za letta, dice l'Antonelli, nei "Conviviali" egli presenta un'informità di sintassi e ca– denze un suo costante fra– seggiàre, che non potev~ \'e– nirgli dall'astratto ..,Jmgua greca • come non pote,,ano dai particolari modelli. Ome– ro, Esiodo, Apuleio, Saffo, e gli altri autori di cui seppe trasformare genialmente i miti e le favole. La sua pa– rola è nuova... e ricerca, quando la poesia manchi, iti– nerario alla poesia• (p. 169). Si può annuire e a~giunge– re che, parlando d1 poesia erudita, di simbolismo deco– rativo e meccanico, la enti– ca ha mostrato di non avver– tire con quale passione con– tenuta il Poeta canti nei suoi miti Cìlosofici lo slancio e il dolore della vita spirituale, ne come l'idea nelle vicende fantastiche acquisti calore di vita vissuta: anche per que– sto assunto della sua arte egli appare P'?et~ ~U0\'0 1 unico nella poesia 1tahana. Fra le interpretazioni che l'Antonielli ci dà dei van poemi, quella di • Psyche • è, a mio parere, la piU felice. Trova che, commentandolo. e potrebbe essere lungamente condotta l'analisi sulla musi– calità•, trova • la stessa fi– nezza che in • Anticlo • in una aderenza ai sentimenti ' conduttori \"igile, continua, trattenuta ai confini del sen– timentalismo e del musicali smo • (p. 212). Se non che, a mio parere. • Anticlo > e vi– ziato da un'invenzione artifi– ciosa e non persuade la di– fesa ch'egli ne fa, come non m'ha persuaso la ~ifesa che ne fece anni fa il Pilotto. Mentre l'elogio dell'c Etera • mi trova consenziente. non pongo e Gog e Magog • tra i poemi più notevoli per la sua -.teriorità, ne .. La civetta• tra i maggiori pen:hè artifi– cioso nell'invenzione, eccessi– vo nei particolari. Non m'è apparso opportuno esaltare • Il ritorno• (poema aggiun– to a "Odi e inni ") dove c'è piU mus1calismo che musicali– tà, mentre l'attenzione per • L'ultimo viaggio•, un poe– ma ricco di motivi. di geniali mvenzioni, è decisamente troppo scarsa. Non mi pare che • un centro poetico man– chi a tutto il poema> (p. 195), anzi è ben netto, nonostante qualche indugio del racconto (ogni episodi.:, ha però lo sco– po di mettere tn luce la per– scnaliià del protagonista). La idea generatrice di poesia n~l poema è • il sogno della v1- ta • e quel • sogno di nulla • che è la vita! la passione giunge al massimo d'1ntens1- tà -nella vana ricerca di Cir– ce. nella visione d1 Odissea morto sospinto dalle onde al– l'isola di Calypso. I miti di ra– ra belletza senza sforzo a– dombrano l'an,eosc1a del nul– la caratteristica del hrismo pascoliano (e dell'anima mo– derna). Pur avvertendo la de– bolezza del canto: e Il vero •, non avverto • l'affaticato rac– cordare episodio con episo– dio. (p. 197). ne mi pare manchi .. Ja musicalità fonda– mentale e circolante•; l' An– tonielli concede che il Poeta narra • anche piacevolmente • (difatti l'eroe, già così u'!1a– no nella tradizione omerica, acquista maggiore umanità, e senza stono la commedia s1 inserisce nel dramma) e che • qualche lirica ... sparsamente brilla d1 luce propria• (pa– gina 197): troppo poco! Que– sto poema che senza languori romantici canta mestamente Ja fragilità umana e degno di essere studiato e compreso nel suo valore. senza precon– cetti e senza impazienze. Mi pare eccessivo dire che il gu– sto della bella forma costi– tuisce il centro poetico della Domenica 3 novemhre 1957 DI VANESSA I I Casanova BIBLIOTECA Dove e

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