la Fiera Letteraria - XI - n. 45 - 11 novembre 1956

Pag. 4 GLI SCRI'l''l'ORI E L A, S O CI E 'I' 11' * LE IETTERI\RT PRilllE DELLA LIBRERIA: J(_; LIBRO DI CUI SI P.ARL.A • • • I premi letterari g1ovan1 narratori 'alla ricerca di una realtà faccende solo nostre I nuovi scrittori di racconti o d1 ìnterrngativi aLtraverso l'esperienza * romanzi pongono ansiosamente i loro autobiografica: Pirro, Monlesanto, V1ani * Lasciate che anche questo piccolo angolo di * FERDJ!VA ~DO mondo ( quello letterario) sia imperfetto per sua deficienza, ma che abbia sempre la più di del suo tempo si poneva co– me modP 1 !o, ma nel quale centrava altresì le sue aspi– razioni, le sue passioni e per– sino le sue follie e i suoi di– fetti. Si dirà naturalmente che questo è un eITetto per così dire ineluttabile di ogni impostazione narrativa. se non altro perchè ai centro di ogni narrazione e suo sogget- cumenti narrativi d1 questi ultimi anni. citiamo tra tut– ti Sagapò di Renzo Bi,asion apparso nel 1953 tra i • get– toni• dell'editore Einaudi anche per una certa affinità di ambienti e di situazioni. IIIRDlfl vera e propria. quella del Ira pronta a scendere a com– Pirro è certo una materia promessi e ad equivoci sia scabrosa ma dolorosa nel nel senso di un eccessivo do– tempo stesso sino all'estremo cumen tarismo polemico. sia grado di dolore che esso può· in quello di un più difficile comportare e che Il Pirro sen- tentativo di illustrazione e di te profondamente e quindi analisi psicologica che si escludendo ogni compiaci- converta in compiacimento mento anche il più inno- sentimentale. C'è tuttavia nel cente. suo racconto la foru. tutta ampia liber.à d'interpretazione * di GIJGLIELJJIO PETR01/I E' dei coskrdetti premi leiteraa-i che desideravaano dire alcune coee: ,ma ~n reaJtà come si fa a pensa,re ai premi letterari e a t,mt'..ùbre be:1 mn.sere cose del genere, quando attorno ciò ohe succede assunige a tra– gici epiloglhi nei quali, 0nclle r,o,i che ce ne stiamo ohÌllli>i,quasi ifermati a doppio catenaooo in casa no– str3, ci sentiamo trascinzti nE<l vivo quasi fossimo in una ,piazza di Budapest, o aùla :fine;,t,J,a di una oa,sa ,privata di Varsavki, o m bransito sul Canale di Suez con tutto il nost.ro ba,gaglio di cui si,aano più gelosi? Noi non sappiamo, anzi non desideriamo saiper trO!ppo dei se,g:reti ,politici, delle strutture matemiali che t'innestano enL:-o tanti e cosi ~rav.i 11ivo1gimen,ti; sa,p– piaano pesò, oredo. con una forza inte1iore ohe qualclhe ,-olta è ,·blent:J. fino al punto c.,he ci oocorn-e tene,r.J,a imbrigliata ed in serbo, che ognuna di queste cose ha per l:i nosbra vitia, ~r le idee inve:-o areai eaecon– d,a,rie in certi momenti, a cui le abbiamo dedicate ne~la letteratura, che queru aivvenimenti harrmo un v,a,lore spirirtluale che ci tocoa tanto da vicino da coin– vo!,gerci "on le nostre IPOVere masserizie clhe da tanti anni cerchiamo di dirfendere, qliasi semi!J,T"e inutil– mente. Elppoi ci sono i morti, c'è 1a violenza, e tra i morti e le vjo,Jenze solo i <"'l"etinie i orimina,li :restJa,10 ifI'Jdiin·eren1i. Con tutto ciò. cercando di rucopjaoci dei piccoù, interessi a oui, nel com;p}e.sso resta dedioa1,a 1a noisbra vùita, parliamone di questi premi letterari. J nOS>tri quattro amici, quelli che ci conoscono senza sottintesi e condh"idono i nostri sentimenti senza pi,a,i,genie di arriére-pensèe, .sanno che non a,miamo i pr.-mi lette– ra.ru; sanno che la nostra lÙJStrettez.za ci penmettercb<be di accettarne, qualo,ra ce ne deooaro, per ail1metnen– tare i nostri miseri coni!i di cassa o per onaraire, come si dice, i nosbni debiti; ma sanno aamhe cù1e, con tutto ciò, non cesseremo di cm-11sidera.rli, cosi come sono, un,a noin cer1xl cl,i,gnitosa deg,eneiraizione d'.i una fittizia struttu,ra del mondo inteJlettu,ale. JnsOJllllTla,non aib– bia,mo prop,rio nessun z.ngomenlo clle ce li faccia !Pienamente g:.ustificare. eA!)Ure ci siamo decisi a pair– l1arnc 'Per dhlenderJj: è un conibroseruso; ma la srtut– tu111adelle faccende lette11211:iee oufubturailidel nootro teTn1Po è tale d3 metterci in condiz,ione, non dii ,.ado, d~ di!l'endere cose clhe non aan.iamo, pei-dhè attraverso esse si difendono valori pi'ù 2.ISISolwt.i e ind,i19cu,tilbih, ~,;•Jori che amnarno più d·el nostiro ,stesso 18'voro e derl nostri sterei interessi. L"angomento è sem!PHce ~ lo si •P'lJò intanto riassumere in poche p31-ole. Alcuni més-i ~•· sono oipprendem,mo che esiste, pres– so la Presidenz.a del Con...sù.glio, 1U11 pro,getJto àii 1re1go– lamentazione dei premi letterM•i e la cosa non ha mancato di da,rci, in ooprarnmercato, un senso di ama– rezza nella ,giiornaltiera costa.tarzione dù quanòe cose possono av,venrre in seno alae taccende clhe c:i :rilg>uair– dano e che, bene o male, seno so1tant.o nootire (voglio dire degli soritto,i). Non occorre dire oltre per p.i:eci3a,re Ja nostra opinione sui ,premj letteran-i, ma oocorre dire qurulc!he cosa ,per .PN>Cisaire che le nostre faccende, come quelle di molte a1inre oa teg0111i,e, si.ano pur queJle eù1e sono, sono :mstre di ,sc,ritto:ni liberi e di cittadini Lnmpen– denti. Che ('()158 vogliono allOII'8 i 5Ì®'lar:i amministra– tori delle faccende p•ibbliclle? 1fa,re i direttori d'ot' C.he– sbra autorizzati doJlo Slato? Di dh-ette>.ri d'ooohesb·a la letreratu,re ita1,ana ne ha 8il1J()he t.owi, è da cre– de-re tutti poco gradevoli, ma. :fino 3d ow !\unica ;:n.utoriz:z:aziO"le di cU!isono in poasesso, !Proviene loro d>11la sacrosanta po,ssroilità d.i agire in una sitiuazione di t tbe:-a in~enpreti?rzionc, di libera o.-~:zionc e Hbru-o insedmento in una società che può anohe des,i– deran·e alt,ro c!he il loro intervento, ma rispetto <jllc azio'1i e le idee di 1lutti, ,si comporta come ci si deve oomportare in un mondo in oui i dirigismi ufficiali non $0110 riconosciuti. Non ci mancherebbe altro che a queste siruazioni che ognuil10 di noi è libero dii a,ocet– tare o di cvndannare, dr. aiutare o di co!111battere, di modific3re q,ualona lo si po~a, subenbnasse una « rego– laimenl'3zione n legJferata, ma,ga,ri con l'intervento della foraa !)Ub.blica o l'ingiunzione del pubblico uffici&le. Via! laFci,te c-he anche ouesto picoolo angolo di mon– <l• (quello letterario) sia imperfetto per sua defl.cen– za, ma che abbia -,OOJiPre,:,perte tutte le po11te della azione le•g.a,le e della r,iù <!lmrpia li~tà d'interpret:a– zione. Preten::lere ohe le su·e a,ziOl!J.i e di conreg,uenzia i suoi pen,sieri si-ano di,retti da una leig,gc, 1-egolati dai :!iunzion'. l.ri del !P'Ub'blici potOl'i dello Stato è p,remeò1i– tare un <ielitto ohe, orediamo, gli scrittori italfoni non accettereb.bero. Gli scrittori it:i-liani anno molto bene _.per espe- 11iencz,a diretta ohe cosa signi,fìcano le le~; diirezionali d>e:1e:f,ro attkità, e si può eue!' certi <:lheJ?re!crisoono il ridicolo e le iffill)Osi~oni eù1e li attorniano, pren– den>dole aJ<!r quelle c-he sono, ad un ridicolo ed una òtm.'l)OSizioneregoLaita e i,mposta dai diri•gt>nti ohe, per di più, a tale S(-0\PO sa:·ebbero pa•gati dallo Stato. Non dire proprio nulla, a quella gente, che i moti di Budapest siano stati prorr.0>--si da intellettuali un– gheresi l:J oui attivrità era a,ppunto le,,ai.fer.ata dallo Stato fino nell'inti!no della ~,;;ta privata? Dunqiue, premi letterari che siano quelllo ohe sono, quello clhe potranno e~~·e; n112 che rimangano indiGCussa Ebera iniziativa; iJm)erfoezicmù tra le più penose, ma che rimangano questione iP'rivaia tra lo sordttore e quetl]e entità ohe ne deter.rninano il buono od il cattivo co– stn.nme. Sono gli =-ittori cl1e se le debbono vedere 1lI'a loro queste facrende, e se andranno anche peggio d,i quell!o che v,anno, vi::iol di>re ch,e es;.i non meritano dl meglio. GUGLIELMO PETRONI Ugo Pirro Dopo le recenti meduse mondadoriane di cui abbia– mo parlato in una delle no– stre uliime cronache su c;ue– ste stesse colonne, ci sembra utile di tornare ancora una volta sulla giovane narrati– va. su; nuov,issimi di quella che con un'espressione piut– tosto approssimativa è stata definita corrente: realisti– co-populista. Impropria an– zitutto su un piano di eJiet– tiva valutazione critica. ma altresì fastidiosa come •utte le' formule con le quali si tenta in un modo o nell'altro d; incasellare o di inc~psu– lare la libera disposizione dello scrittore e al pos:utto creando molto spesso equi. voci e disguidi. D'altro!lde concepire una narrativa mo– derna che prescinda da quel· li che· sono non diremo i dati della realtà in sè e per sè, ma quelli di una realtà che sia tale per lo scrittore e che in certo st>n– so lo impegni .anche sul ,:-;a– no dell'inve:1zione e della fantasia ci sembra del tutto -assurdo. se non a'ltro perchè il romanzo e il raccon •o per esser tali non oos$ono ron essere l'espressione di una determinata temperie stori– ca: nulla di più assurdo e addirittura di mostruoso di una narrativa gratuita. di una narrativa vogliamo dire. che non si giudistifichi oltre– chè sul terreno deHa ;:,ura esJ)'ressione. anche su qu~llo della validità e dell'autenti· cità dei personaggi e delle vicende. Nemmeno i perso– naggi di auello che sppa··en– temen te è ii -oiù fan tast!co dei narra tori, l'Ariosto, pos– sono dirsi assolutam~nte fan– iastici. ma còrrispondo,io a una certa concez.ione del– l'eroe cava1Jeresco ~he filtra attraverso ii tessuto delle ci– viltà rinascimentale itali,ma, cioè quello che è un Jdeale tipo d'uomo che la società to è sempre il personaggio, cioè l'uomo, ed è assurdo pensare all'uomo se non in una sua precisa. situazione nello spazio e nel tempo, se non inserito insom1na in 11na società e in una civiltà. Co– munque, nella rnaggior dei casi i nuovi scrittori d' ro– manzi e di racconti pongono ansiosamente i loro interro· gativi attraverso l'esperien74 autobiografica, ma in essi la autobiografia non è mai fine a se stessa. · Il 'problema di questi gio– vani narratori è dunque un altro e di ben'-alh·a natur-'I sono gli impegni che as– sumono verso i loro perso– naggi; diremo anzitutto che essi si storicizzano attraver– so una carica polemica più o meno esplicita più o me– no dipendente da un'ideolo– gia (e naturalmente la loro resa narrativa e la loro stes– sa persuasività sul piano della polemica sono tanto più forti au-anto meno l';deÒ– logia lascia avvertjre il suo peso sulla narrazione) il che significa anche che la lo– ro realtà è il risultato di un certo modo di vedere e di valutare il mondo e la vita dettato molto spesso dalla esperienza. Si legga per esempio il lungo racconto di l(uerra di Ugo Pirro Le sol– datesse apparso di recente nella • Serie scrittori d'og!(i • del!' Universale economica Feltrinelli e che sinora ci si presenta come il più interes– sante tra quelli che hanno visto la luce nella collezione stessa, anche se gli altri non mancano di un certo interes– se almeno dal punto di vista di una letteratura sperimen– tale. Diremo subilo c;he il lun– go racconto. o romanzo bre– ve. del giovane scrittore è impostato sù una materie as– sai scabrosa., quello di una certa erotica di querra che è già stata <>ggetto di altri do- LETTER1I Occorre dir subito che as– sai meno esperto nàrratore e assai meno abile prosatore (e m-aneante altresi di quella che è la sua capacità di ve– dere. di comporre la fantasia col colore, della sua sensua– lità neH'evocazione delle im– magini femminili sugli sfon– di della natura. e della vita popolare di una Grecia sia pur avvilita e piagata dalla guerra) del Biasion, nei qua– le si avvertivano, forse an- Gino Montesanto che per affinità di origine regionale. non poche filigra– ne comissiane, il Pirro ha il pregio di un'assoluta e sa– remmo per dit"e sconcertante sincerità, quella sincerità che nasce da un'indignazione mo– rale profonda nell'animo di chi narr-a sul filo della pro– pria esperienza. di fatti dei quali offre quasi sempre (e cade dove non lo fa) una te– stimonianza all'ln1uori di ogni tentizione e di ogni le– nocinio della letteratura. Una testimonianza diciamo, ma non certo un documento grezzo, una tranche de vie E' la storia di un giovane intima, i! segno di una sua ufficiale dtlle forze di occu- profonda e viva parteclpa– pazione italiane iri Grecia al zione agli eventi che raccon– quale viene dato l'incarico di ta. un senso delle cose. una distribuire nei vari postriboli simpatia umana che soprav– per la truppa di quindici ra- vive anche laddove lo scrit– gazze greche condotte ali ·or- tore sembrerebb<: volerla ribile mercato d! se stesse, sviare verso altri impegni che nella maggior parte de; casi non quel'1i della pura e libe– dalla fame. dalla disperazio- ra narrazione. ne, dal clima stesso della Un'altra testimonianza dei guen-a, quindici •esistenze• tempi intricati e dolorosi del– bruciate e senza speranza la guerra ci è offerta dal nuo– cia~cuna delle quali getta un vo romanzo di Gino Monte– riverbero di amarezza e d\ santo Cie!o chiuso. pubblica– indignazione nell'animo d1 to di recente dall'editore Mas– colui che è comandato a una simo. Comé il Pirro, Monte– cosi avvilente e odiosa in- santo ha di poco superato ; combenza, ed è naturale che trenta anni e appartiene quin– tra le ragazze e il giovane di alla generazione che si è ufficiale sorga spontaneo un formata appunto nel corso de– rapporto di solidarietà e di gli anni della guerra e alle amicizia. Purtroppo tuttavia quale in quegli anni è tocca– i! ra cconto non riesce a te- ta un'esperienza decisiva· ma ne.rs• i sempre questa linea, a mentre il Pirro è alla sua' pri– soste nere un clima di orrore, ma prova d inan-atore, Monte– di pietà e ùi umana e corag. santo si fece notare alcuni giosa confessione; lo scrittore anni o.r sono con uri a:'.ro sembra non poter fare a meno r?manzo Sta in noi !a giu~ti– di scaricare su altri un suJ zia che apparve nella e Me– complesso di colpa inseren- dusa degli Italiani • dell'edi– do nel racconto episodi mar- :ore Mondadori e che ebbe an– ginali o ricordi che troppo che un premio «Venezia•· Se spesso ne snaturano l'ispira- fino a ieri ogni scrittore nuo– z(o;ie in un clima piuttosto v_o era il frutto di un'espe– d1 imbarazzante e senza dub- nenza letteraria di contatto e bio ;mbarazz~to scntimenta- di lavoro comune insieme a hsmo o peggio scendendo in un gruppo ben definito come una polemici: dirette proprio indirizzo estetico ed anche laddove la nuda materia del I come affinità sul piano di sco- rac~onto, avrebbe un ,ieces- perte culturali (e giustamente sano raccont? rnccontato col Vittorini impone alla sua scel– vmle coragg1~ di ~hi Si P?- ta dei e gettoni• un rigore che ne _d1fronte '!I tatti senza 11- talora può apparirci persino lus10111e lasciandosi condur- ingiustificato e che talvolta lo re sol? dalla _nece~sità di una conduce ad errori di valuta– propria testunornanza. Co- zione, ma che in sostanza si munq_ue l'<;prnodio dell'assai- g_iustifica con risultati duratu– to dei par_tunan_i greci. e del- rt), difficilmente oggi uno la mort_e di Elemtza ferita du- scrittore al prinio O ai se– rante 1! combattimento, per condo libro può offrirci un mano di un maggiore della indizio sicuro di quelli che milizia. è tra le pagine mi- sono le sue ìnclinazioni e le glìor; del racconto. oueila do- direzioni verso le quali si ve il Pirro rivela un'autent:- muove il suo lavoro. In que– ca e spiccata disposizione di st o senso Montes?nt? ci. appa __ . . . re come uno dei più 1solatt: nari atoie. Peccato che fo 15 e la sua formazione letteraria a sua stessa msaputa. prema non ha si può dire preceden– alle sue spaHe una letteratu- ti (naturalmente si escludono quelli puramente accademici C1IL.IBRl"I che non contano quasi mai per un narratore). e questo nuoce non poco alle sue oossibilità di resi. narrativa o meglio di persuasività narrativa. I giovani della provincia ro– A Crotone scrittori che siritrovano magnolg suoi protagonisti che dà un'educazione retorica sot– to la quale a stento si nascon– de la loro noia e la loro an– sia scontenta e scontrosa, pas– sano ad una consapevole scel– ta (due fratelli da una parte e dall'altra nella lotta civile) di 1'.LIO ACCHOCC\. Tra tutti i premi letterari. quello , Crotone " ha il merito di essere stato assegnato a uno scrittore cetme Leonida Rèpaci che finora era stato semp~·e cC'nsidernto quale J)lromotore cd elargitore d1 premi: basti pen.si.ire al , Viareggio». ve– derlo fo veste d1 premiato, il viso commosso per la larga rap– p:-esentanza della cultura, ha s.u~itato una viva impressione non soltanto nelle millecin– quecento persone che assiste– vano alla proclamazione la se– ra del 27 ottobre al cinema A riston di Crotone, ma anche nei numerosi scrittori critici giornalisti e parlamentari ohe hanno accompagnato Rèpaci fi· no all'ospitale città calabrese. nei vicoli che salgono attorno alla via ll)emostene con le case aggomitate tra loro. angolose, buie, con le pertiche che so– stengono i panni stesi alJ·ani– moso sole che a tratti illumina piazzette di pochi metri. anditi. portonçini coi1 balconi da cud traspare il verde di qualche pergola e il viso di ragazzi che giocano con bighe di ferro tra le mosohe e le pietre di una rustica pavimentazione. costretti ad essa dal passaggiò' della guerra, dal crollo delle illusioni della loro adolescen– za, e si fanno uomini in que– sta loro nuova esperienza, ao- partengono a una tematica Alberto Moravia e il sindaco chr lo Sciascia. con vi.gile !'"li- non nuova nelle opere della Messinetti) ricorda con parole sura e coscienza del suoi mrz- narrativa più recente: è chia- commos.se la figura e !"opera di zi. con la sµa sensibilità ai mo- h 1 Sul rapido Jtoma-Regglo Ca– labria. con mezza vettura ca– rica di personalità, il paesag– gio andava scoperto. ,variato e animato cc,m'era. al di <'ua dei finestrino. Oltre al vincitore in chioma e sopraccigli di laUe– argento, erano sul treno Con– cetto Marchèsi. tesa lr. pelle del viso « s empre più inJ.iano 11 eom'ebbe a di.re la signora Rè paci. Giacomo Debenedett; ani– matore del premio. Carlo Emi– lio Gadda. Remo Cantoni. Pao– lo Monelli. Salvatore Batta– glia. Umberto Bosco. d'A– ,·ack. Cesare Lupo. lo cultore M<inteleone, Mario Dell"Arco, Leone Sbrana. A Napoli .sali– vano AJberto e Virginia Mon– dadori, mentre Leonardo Scia– scia, vincitore del secondo pre– n,io. sarebbe arrivato dalla Si– cilia e quindi non viaggiava con noi. Giunti a Crotone (l'ultimo lrntto in- pullman, di notte. con una pattuglia di carabinieri che fermano la carovana di m::icchine: n documenti»; scen– de il sindaco; 'v-Olano scuse in àialetto calabro-lucano) trovia– mo Mario Sansone e De Ca– ~tri.s. Pier Paolo Pasolini e Be– nedetto Benedetti. 'Paolo Ala– tri, Piero Dallamano, Adriano Grande, Domenico Zappone (Ungaretti arriverà, applaudi– tissimo, a pieno teatro durante !a proclamazione dei vincitori) e io vengo assegnato alla ca– mera dell'assente Maria Bel– lone!. . . . Superato il portico di piazza Pitagora, ampia e assolata, la vecchia Crotone si nasconde Materiale per un racconto di Rèpaci. Ma la troupe del pre– mio !\liene avviata al promon– to1io di Capo Coloirna lungo la costa cretosa ohe recinge il mare. Si visitano gli scavi ap– pena avviati. da cui emerge la untca olonna SuPerstite del tempio dorico. La sera del premio. dopo il concerto del duo Ornella San– toliquido-Massimo Amllbheatrof che ha preceduto la cerimonia. Giacomo Debenedetti (facente parte della .giuria che com– p1ende Mnrio Sansone. Remo Cantoni, Concetto Marchesi. Corrado Alvaro. anch·egli del- dl letterari più intonati al 110- ro e e a loro vicenda che si la ~iuria del premio. e q11ind1 s1rn tempo. terrà fede al pro- svolge nelle pagine del ro- avviene la proclamazione dei prio compilo di scrHt0re ,._ manzo corrisponde a rifran- vincitori: a Leonida Repaci (di • • • genze più O meno dirette cv.i uscirà ,presso Mondadori la La gi a in Sila, .ittravcrsQ ad una testimonianza auto- tlstampa dei notissimi Fratelli s. Giovanni in Fiore (dove so- biografica, ma il Montesanto Rupe) viene assegnato un mi- no siate acquistate coperte di -: e quest_o è il merito mag– l!one per Un riccone toma a!!a lana a col'>ri fortissimi. rru:to giore - riesce a oggettivarla rnra • un romanzo che porta del famoso artigiano locale), i quasi senza residui nella nar– od un singolare equilibrio le laghi Arvo e Ampollina. è sc·r- razione Peccato che manchi a doti di esuberanza che nutrono vita a scoprire le radici pro- questi suoi giovani coetanei l"ampia e prodigale opera" cl.i ronde e nobihss.::1e di ·::,a re- una forza interna, qualcosa questo scrittore calabrese che gione tra le piu sHggestivr ~ che li caratterizzi nel fondo "occupa nella letteratura cC'n- innestai<' nella vi,<l dclln cui- dell'animo di fronte agli av– temporanea un posto caratte- tura nazionale. o:,:-,, a questo venimenti che li itnpegnano rizzato dal congiungersi dell:J inedito. per _mc .. paesaggio ca- e talora li travolgano. Dove estrosa, im·enti•va fervidltà del -labrese. la gita e a~che_ se1', ,ta sono i loro furori, i lori di– temperamento con una oonsa- a scoprre. ancora meo1te nH sdegni. i loro slanci e le loro pevotez.a. che lo imm>!tl,• 11el tutti. le poesie in bozze di Al- passioni? MoPlesanto tende pieno <lei gusto e d~lir espe- berlo M ondad ori. Qua.<> '11na a una foncret.:zza e purezza rienze artist:che contcm1porn- vic@nda. c.hc usciranno .idJo di immagini e di vicende e 11ee "· •Specchio,, c on cinquanta r,a- Anche a L<-onardo Sc1as.,ia vi{')ne assegnato un prrmi0 di cl uercntocinquanta mila lire. " La giuria - afferma In rela- 2..ione - sa di II)oter cof'ltare gine di prefazio!1e di Gia~omo g:ustamente teme di lasciarsi I cbencdetti. M"è co.stal..1.que- prendere !a mano da una relo– st'ullimn scoperta, la promessa rièa, ma nel tempo stesso il di una crostnln. suo romanzo denuncia ambi- ELIO F. ACCROCCA zioni (l'introduzione di perso– naggi • storici • non soltanto sullo sfondo, ma talvolta in primo piano con tentativi di oenetr:,zioni psicologiche è un indizio più che probante) di offrire costruttive testimo– nianze il che avrebbe dovuto impegnarlo ad offrirci davve– ro, attraverso questo mondo giovanile di provincia da qualche anno ormaì consunto dalla narrativa che lo ha po· sto a suo centro, la testimo– nianza di una crisi. Un pò' più di coraggio avrebbe mag– giormente persuaso i suoi let– tori. Rolando Viani è un giovane bagni no di V iareggio rimasto assai pres.to orfano del padre • maestro d' ascia • in darsena l dove possedeva un piccolo cantiere: è dunque uno scrit– tore, come suol dirsi, d'ecce– zione (ma si tratta di eccezio– ni che incominciano ormai a farsi regola: come nel cinema abbondano gli « attori tratti dalla vita •, si moltiplicano già i casi degli • seri ttori trat– ti dalla vita •; proprio in que– sti giorni è apparso presso lo editore Feltrinelli un raccon– to lungo NeUa vita di tutti. di A:·mando Bozzoli che at- FERDINANDO VIRUIA Il poeta Ungaretti e Rèpacl con le coperte acquistale in Sila (Conlinua a 1,ag. ~) Domenica 11 novembre 1956 ll.1'11 JJRJ,IIIZl,I JJli Il I.,. I '" PI lì n. I . , * POESIE di AlbertoMondadori Alberto Monda.dori Siamo heti di poter pubblicare un oruppo di poesie delCeditore Alberto Mondadori. tratte da! volume « Qua– si -una vicenda• che u.scird nella collana • I poeti dello Speccìtio .. con prefazione di Giacomo Oebenedett1. E" questa la P7ima. volta che Monda.don si prese11 ta in veste di poeta ofl'attenzione dei lettori e dei critict. Il volume comprenderà le poesie scr1tte dal 1935 al 1956: più di vent'anni di segreto lavoro che presto potremo co– noscere nella sua interezza. Il wuppo di poesie che pubblichiamo è stato scelto tra le boz::e del libro alcuni giorni fa durante la gita rul– la Sila organizzata per gli scrittori italiani in occasione del premio « CrotonP .a. Dalla prima poesia scritta a Meina netrottobre del ·35 all'ultima scritta a Cama.iore nel maggio del '56, l'opera poetica di Alberto Monda<lori seona il lento passare di stagioni, non soltanto personali. che Testano il documen~ to del prnnressivo sviluppo lirico del[' Autore. In un linnita"';Jio ora spezzato e ora disteso 11 el 1•er– so. sempre aderente a immaaini e affetti e poe"!naq1 de1ln umona esTJe,.;enza la poesia. d; Mondndori rivela il tra– raolin e la su,..,..e('t•one della oarola non nerò 1cto111fn e 111ert.-, rt'" rn 11,, ne' r,..,.mogliare di sentime11:ti c 1 n cui prende forma la realtd drammatica de! nostro impoe· ticissim,o tem .,o. T ()1'.1'1' A l'\T A 1'1'717 SP,rofonao nel .~orgo Òt..;1 t..uc11 ~;..,.;11 ~-à lonl...1lii 1 compiute steJ!e di settemba-e. La l U1b<',rosa~foglia ii suo profumo ...-r .. 11 lago che micr1accia: n 1giorni ne vedrai ~olo lo stelo im,pubridire cn.m,e solo dimora H tuo rico"d<> umAo·o ao.."Oroo di ,,;olini 0hr ~'affioca tremando. Le Pleiadi incoronano un cipre'"rn e io cammino Viottoli celesti VP.NiO la iunn, ,alendo bungo il cielC1. E. F. A. Mei11a, ottobre 1935 VIAGGIO DI NOZZE Ma(s l'Amour infini 11te monterc .. duns l"cimc. J<' ne parlt--n1i pas, ie nt oenserai ricn: Arth>ur Rimb.an1d Li \'f"menlc ti sci sciolto dai miei occhi con il sorriso che è ombra a con:alare eh, ancora ad altra notte attenderà il tuo bacio, al buio dei g,iaroini intente– che le case dh,udono irreali, e 0hiar di luna sull1a terra do! :i imia dhe sfìori, per giungere wi tUJOi piedi. Pisa, mar:o 1941 PREGHIERA Nutti ver,miglie .1iw1este soffocanti d1:11entioherete domar.i. uomini, e jl pianto che si e lingue? Milnno, agosto 1943 SERA DI RIFUGIATI .<\,ppena piovoso tramonto ,-.:,JiLudine ridente di Lu!,gano, che ,,a,gabondi veli d'i momoric itnmei..,.,ge in più crudele affanno. Nella ,piaez2, coll:.9ueto vocio di rifugi~.t.i smc,rto affioc~ sotto cro~'Cio incessantt ,,he labile leva bi si,pario tra due berre. Ognuno t. 0 nde smcu~rùte m::1n1 di conreccio f.mta•~mi ad artigi!iare di lontr.,1 cui tremito eca 1, riva illuminata el~e l'opposta 1.)SCllra disve1a ai nostri occhi ,I, <'Silio aff:1tb1ti -,on glorioso. SONNO Uai dor>mito m mc, ed U tuo sonno era d istes,e bionde, n1araivi!glia gn~nde di n1,aire inconoscruto. ·,,nnmesso mormorio d'acque C'he giovani canne nascondono al pa,çsante, antk:hi a~beri, era, e forti mua·a dell'erta Cattedrale, e mutevole brf'zza ~he praiterie sotto il cielo sereno trascolori, ,ìTcanì firu_~ii d'inselti ctall'.ilba smemorati della notte in noi compi1ula, iu tlo ch'è d'esistere felice era nel tuo dormire, -~ sbupiio si tacev>a il mondo Jre dimenti<:ando cons,uete . Saint-Michel, aansto 1952 ALBERTO MONDADORI

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