la Fiera Letteraria - XI - n. 35 - 2 settembre 1956

Pag. 6 DA DAUMIER A PICASSO * Cento sculture di trenta pittori * Non soltanto la poesia in senso assoluto, ma li suo atteggiarsi nella storia offrono in questa rassegna concreta dimostrazione d'unitarietà d'origine e di perfetta coerenza di sviluppo * di LUUL.\.l\U BÙDIGNA senta ben diciotto esempi, si muove parallela alla sua p1L tura nella ricerca del « moto espressivo• e ripete l'ispira– zione dai suoi celebri sog– getti: danza tric i e cavalli col– ti nell'infinita grazia di un gesto. di un att:eggiamento. Renoir s'accostò tardi alla scultura: nel 1907, a sessan– tasei anni, quando il male fisico aveva ridotto la sua at– tività pittorica il grande amante delle fotme si appas– sionò a dirigere l'opera pla– stica di un giovane allievo, Richal'd Guino: di questa fe_ !ice collaborazione sono pre– senti a Yverdon una decina di emozionanti documenti. LA FIERA LETTERARIA I PE SIERI E LE ORE * RUMORE ,Iist•·11tto•·e di architettn•·a * tli S. S..\JIEI{ l.,l'DO\TJCI Avete notato come il rnmore indiscrimrnato, bar– barico dei centri urbani distrugge l'architettura? Essa che è sostanzialmente armonia lapidea, misura, spa– ::Jo organizzato e 1Jausalo vuole tt silenzio; e H rum.ore distrngge senza speranza la gioia dello spazio inven– tato da!!'uomo, a.111tttlla la vittoria umana stt!!'e!e– mento indefinito e irrazionale. umilia il logos edifi– cante. Provatevi a capi re il tempietto di Bramante, il "San Pietro in Montorio" trasferendolo 11ella piazza della stazione di Milano. Citi porrebbe pUL avvertirne le armonie sopraumane ma insie,ne tanto umane? e ciò non solo per l'ovvio motivo della re· scissione dell'edificio dall'ambiente in cui esso è nato (ltOpera non costruiia. Hta verant~nte nata!),) òcn– si, anche, per la ragione che il nuovo ambiente lo travolgerebbe ne! caso de! movimento dissennato e nelle cacofo11ie che ne derivano. Intendiamoci. 11011 me La prendo con la piaz=ci della Srn.::ione di Milano. Vi sono clei luoglii in etti i! rumore è necessllà di vita moderna (per Qttanto ritengo che sia sempre possibile temperarne la intensità e da qui si misu, rano !e nazioni. civili). . Domenica 2 ett mhre 1956 Bruno aclti: "'i\taclre • (Premio l\lichcttl) Negli u limi c_entanni qua– si tutti 1 magg10n esponenti della pittura europea hanno tentato anche la strada della scultura: questa consta tazio– ne è alla base della eccezio– nale mostra che si è aperta la settimana scorsa nelle sale del Municipio della cittadina svizzere di Yverdon. La ras– segna comprende centotrenta sculture firmate dai più illu– stri pittori moderni e con– temporanei. da Daumier a Picasso, da Ranoir a Mirò, da Modigliani a Ernst. Non si tratta, come qualcuno potreb_ be pensare. di una manife– stazione stravagante. di un divertissement intellettualisti– co, e nemnJeno di un sem– plice « fatto'di gusto• - an_ che se può essere legittimo il sospetto che la prima idea della mostra sia sorta da un incontro di raffinati collezio– nisti -: per alcuni degli ar– tisti presenti la scultura è stata un'esperienza privata, un esercizio di sUle, la rea– zione a una momentanea stanchezza espressiva. per aL tri invece l'impegno ha var– cato 1-'ambito personale in af– fe1mazioni estetiche di cui la storia dell'arte deve tener conto: ma per tutti, è certo, i risultati raggiunti in que– sta sede inconsueta valgono a chlar,imento di molti pro– blemi insiti nena loro produ zione maggiore. Anche e pre– scindere da una considerazio– ne delle singole opere la mo_ stra di Yverdon si pone ma– nifestamente sul piano della cultura più rigorosa. Le sculture di Paul Gau– guin ribadiscono il concetto di fuga dalla civiltà verso l'esotico, di ritorno alla bar– barie e all'arcaismo come aL la perenne fonte della gio– vinezza. Ocumicr: « Ra(apoìl » 111 quasi tuui i centri delle nobili città ttaliane le a-rcliitetture - sia quelle solenni riferite a edifici da manuale di, storia clel!'arte, sia quelle me11 solen· ni ma non meno pungenti degli edifici minori e dei rapporti tra edifici, strada, colore e storia - sano ap– pena godibili di notte, seppure il gracidare della ra– dio 11011 vi avvelena l'emozione di una scoperta e di un·avventura sempre rinnovantesi. (O se la sfacciata e insulsa illuminazione dei fari elettrici 11011 illividi– sce di funerea stanchezza i prospetti delle case dt Dio e degli uomini). Diversa1ne1He gitstare un pa– lazza. un ponte (o incomparabile Ponte J\1i!vio dt Roma, dove è passato trionfante i! Cristianesimo: mortificato da! t raffi.ca tranviario e dai casermom che ti hanno piantato in cò. dalla parte di Roma!) un giardino, un incrocio di vicoli. un portico dal qua· le giunga il chioccolare di una fontana è, 11011 tanto difficile quanto impossibile, assurdo. A parte il ~e– ricolp cui voi vi esponete di essere travolri dalla ctr– colazione· la sarabanda del motori, la disperata e stu· pida lam'entazione dei semoventi ve lo impedisce. Il gracchiare delle radio suggella i! rumore meccani– co: fatt.a essa ancor più urtante percltè originaria– mente voce mnana - lieta o dolente - ed ora la:zo turpe e assordante. IL DECE~~ALE DEL PREJIIO JIICHETTI * Del resto, i pittol'i-scultori non sono un fenomeno esclu– sivamente moderno: anche a non cercare conferme nel– l'opera, troppo eccezionale per costituire una p·rova, di Leo– nardo e di Michelangelo, si potrà citare al proposito la doppia produzione del Pol– laio'lo, del Verocchio. di Fran– cesco di Giorgio; e ricorda– re che in secoli successivi e sotto diversi cieli i fiammin– ghi Lancelot Blondeel e Piez– re Loecke, il tedescq Martin Schaffner, gli spagnoli Alon– so Cano e Gaspardo Bercer– ra. il francese Pierre Biard furono celebri, al tempo Joro, come pittori non meno che come scultori. ]I fenomeno scompare nel Settecento. se– colo votato al•!a più rigida specializzazione, ma riprende fervidissimo nel1'Ottocento. Ecco, infatti, presente alla mostra di Yverdon con sette vigorosi bronzi, Honoré Dau– mier. il quale, come forse non molti sanno, deve il suo stile di maestro della caricatura realistica proprio alla scul– tura: le sue p1•ime prove dl ritratti-sta satirico, pubblica_ te sul « Charivari », sono per l'appunto la riproduzione grafica di alcuni busti d'ar– gilla da lui stesso modellati. Matisse cominciò a model– lare copiando opere di Rodin e di Barye, in seguito subi l'influsso di Mail'lol, più tar– di ancora, al Salone d'Au– tunno del 1908, espose una serie di sculture nella linea della « defo11111azione espres– siva». e continuò e scolpire sin verso il 1930 seguedo la evoluzione del!la propria pit– tura. Il cubismo, con la scom– posizione dei piani e la rap– presentazione simultanea de:– le varie facce di un oggetto, ha introdotto nella pittura l'illusione del volume: nes– suna meraviglia dunque che i fondatori del movimento, Braque e Picasso. abbiano tentato la strada della scul– tura: e se Braque, in questo campo, è rimasto al semplice esercizio e al tentativo della trasposizione dei valori pit– to1ici, Picasso, com'è noto, ha fornito prove assolutamente geniali che hanno recato un contributo di prima mano a tutta la scultura dei nostrl giorni. ModigJ.iani, Boccioni. Ma– gnel!i, tre grandi nomi italia– ni dell'arte europea. sono presenti alla mostra di Yver– don con opere preziose e sin_ tomatiche dei tre momenti della nostra cultura che essi rappresentano. E anc01·a Bonnard. Chagall, Derain, Ernst. Kandinsky, Léger, Mirò, Masson. Vallo– ton, per citare soltanto i no– mi più illustri. r~petono con maggiore o minore maestria tecnica i temi e i motivi che ispirano e caratterizzano la loro pittura. E dunque. nella varia rappresentanza dell'im– pressionismo e del cubis:no, dell'astrattismo e del surrea_ Hsmo, non soltanto la ooesia in senso assoluto. ma il suo atteggiarsi nella toria offro– no oui concreta dimostrazio– ne d'unitarietà d'origine e di perfetta coerenza di sviluppo. (jno sch,ieratnento di qiiatt1·oce1ito pittori * cli GILSEPPE SCIORTIXO Cosi vien meno la divina armonia dei centri ur– bani: la letizia di un attimo di contemplazione, la gioia di pervenire alle voci del passato. Ed il pedo- 11e. eh.e dovrebbe essere il padrone della città. ne è sbandito ed arrischia sempre di più negli attraversa· menti e si giiarda smarrito nella selva dei mezzt meccanici. Ondé 11011 resta che un rimedio. Interrare il traf· fico (sotterrarlo con tttbi, canaloni, gallerie) appie– dando i centri urbani e restituendoli alla loro anti– ca funzione di foro e di casa di tutti. Ovvero distrug– gere tutte le zone cenrrali. monttmenti compresi. s. AMEK LUDOVICI Siamo al decimo Premio Michelti e non embra vero che siano passati dieci anni da quando il compianto .avvocato Roberto Marchi e il dottor Orazio Piattelli, sostenuti dal– l'on. Giuseppe Stataro. volle– ro che il primo segno di ri– nascita di Francavilla al Ma– re dalla quasi totale di tru– ziooe bellica fosse dato dal– l'arte e in nome del conter– raneo F.'P. M.ichetti. Da al– lora a Francavilla è un con– tinuo miracoloso soJ·gere di case e di ville, un fervido empito di vita specialmente A D'ALOISIO DA VASTO E RAFFAELE SPIZZICO il primo premio Foggia * La nuova manifestazione ha riproposto all'atteniione pubblico sempre più vasto alcune opere di degnissimi di un artisti ta opere di pittura, scult.ura e bianco e nero. no stati c,ssegnatt nd Astoria. presente con due opere nort fra le sue migliori; a Luigi Barto– lini che Ila esposto dtte tra le sue pitì gustose incisioni colo– rate: a Elena Menegh.ini, le cui tarsie crom.atich.."e denunciano u-na fantasia viva ·ma non anw cara matura e rasserenata; a Guido Prajer di Bari. . Tra i segnalati. ricordiamo: balneare; e il Premio Michet– ti ha sempre progredito e migliorato. sino a porsi co– me una delle poc~e manife– stazioni artistiche meridiona– li di rilievo. Que l'anno, grazie all'avvi– cendamento promosso negli organi diretti,·i dal figiliolo del Marchi, avv. Domenico. degnamente succeduto al pa– dre, si è avuta una esemplare giuria che ha saputo sceglie– re e coordinare cirea quattro– cento autori. dandoci un pa– norama quanto mai equilibra– to della pitbura italiana di oggi; ed altresì rispondente alla situazione della mostra è sia la la premiazione nell 'in– sien1e. Com'è ormai tradizione del Premio Michetti, in primo luogo è stato reso omaggio ad Arturo Tosi con l'esposi– zione di cinque sue ottime opere e a Gianni Vagnetti di cui si e pongono quattro tele fra le quali è esemplare per finezza e incanto dei toni Pe– sce •·osso. Un omaggio quasi in sordina viene anche fatto a Vincenzo Ciarda con due suoi paesaggi che affiancano la persona Maternità di Bru no Saetti vincitore del prime premio. Ritrova la ua suggesti\'a luminosità Eliano Fantuzzi in Natura morta a mare; Lino– type di Anna Bonetti ci sem– bra un'opera matura per pro– prietà di taglio e d'impasto cromatico: il calore meridio– nale di Spinosa e le \'aria– zioni cubistiche di Cajazzo pagano il loro contributo a certi problemi forse ancora non esauriti; il pae ino nor– dico di France co Casorati ci porta in un clima di leggen– da: un estro che non sa pre– scindere dai mod4)i osservia– mo nella Grande gitana di Perizzi. La scultura di Edgar De– gas. di cui la ra segna pre- LUCIANO BUDIGNA i\lodigJianì: « Ritratto cli donna» Foggia che, come tutta la Pa– glia, h.a tradizioni. pittoriche piuttosto notevoli e clte sempre 1,a tenuto acceso i! fuoco del– l'am.ore per L'arte 1nediante pic– cole esposizioni nella galleria del Comune e in qi,ella priva– ta det Pozzetto, lta anch'essa or– ganizzato e i.naugu.rato la sua primo mostra. nazionale con. la partecipazione di ottanta ara– sti. e la presenza di cen.tosessan- A questo prim.o e sia pttre modesto risaltato si è potato giungere per l'opera ilttel!igen– te e appassionata del prof. Lu– cio De Palma coadittva.to dal pittore Lino Fan1ese, presiden– te il primo e segretario genera– le li secondo della mostra. ol– tre che per la volenterosa ope– ra di alcuni artisti ed mnatori locati. Viitorio Tamolio, Matteo Mar– chetti. Michele Di Maaro di Foggio; Angelo Prudenziato di Rovigo le cui incisioni, oltre a una sapienza tecnicci. -rivelano un -ritmo senz'altro costru.tti– uo e. cl1e. diciamolo pure, me– ritavano piti. che uno seniplice segnalazione; lo scultore Nino Spagnoli di Trieste che. parten– do da co1iati accadeniici. rivela affioranti esigenze plastiche che documentano la consapevole.:za di -non secondari p~oblemi ine• -ren.ti !a plastica. Qualche altro nome forse poteva essere pre– ferjto a qualcuno dei segnalati: ma nessun verdetto è stato niai inoppugnabile. La mostra si articola tulla– via in due ambienti:'un grup– po di quadri. fra i quali 1 premiati, a.I Palazzo della Si– rena e il resto al cosidetto Palazzo della Mostra. Sullo scalone di accesso della Si– rena stanno: un ingombrante Urlo del sole di Mattia Mo– reni (che troviamo poi imi– tato da un·opera di Luciano Gaspari appartenente a un cosidetto « ciclo delle stagio– ni») e i paladini di Pippo Rizzo che giostrano quasi per !scherzo intorno a un grande albero. Quindi. nel salone. ec– co delle intense 1'4ontapne di Men zio. un paeraggio di lar– go respiro di Paulucci, una ben impiantata Bagnante. il cui corpo occupa plasticamen– te tutta la spiaggia, di Mon– tanarini. •Piuttosto diverse, e diver– genti. sono le favelle che bal– bettano o parlano Da vico col suo malinconico astrattismo, Mandelli col suo tonalismo sapiente ma a vuoto, Ciangot– tini arieggiante Paulucci. De Grada col suo bel paesaggio orchestrato sui verdi, Sa su con i suoi cavalli un po' più sciolti di quelli di De Chiri– co. Notte con un saporrso nudo d'impianto ottocentesco, Verdecch1a con una Compo– sizione pluttosto pasticciala, ecc. Vediamo, poi. Chianco– ne scivolar~ nel facile, Raf– faele Spizzico fedele ai suoi noti paesaggi pugliesi croma– ticamente travagliati, Quaglia. accurato. la Lui e garbata– mente grafica. D'Aloisio da Vasto nella sua ultima ma– niera fatta di essenzialità, Ga– rmo tra parente, la Posabel– la s,empre personale e ,·iva– ce in Natura morta, Mira– bella, Calati, Zanzolto. Strie– coli più vicino a Brancaccio che alla ua precedente pit– tuca. Margotti compositi\'a– mente saldo e ben ritmato. Francesco Spizzico in fase di ~cceso colorismo. Canali Q]:le m Raga::ze al. mercato ha in– serito una natura morta esem– plare. LIBRI D' 1lRTE Chiusoe Sereno Melo • llJ * di GUIDO PEROCCO Gino Meloni, da giovane. do, po aver fatto l'apprendista ti– pografo, frequentò la Scuola d'arte decorativa di Monza, diretta da Guido Balsamo Stel, la. dove insegnava Arturo Mar– t1oi. Temperamento chiuso, so– litario, timido fino alla scon, trosita, Gino Meloni assomigha stranamente per aspetti impen– sati ad Arturo Martini, che In· vece fu così intraprendente, rumoroso e aperto alle confi denze più varie. rvrartinì an dava perfino in cerca di affetto e lo chiedeva con improvvise dolcezze, nel continuo balena– r~ di idee polemiche. Gmo Meloni come pittore ha alcune idee fondamentali sul– l'arte che divengono un anelito interiore simile a Martin1, Jc intuizioni che balenano di scat– to la forza visionaria che sa pe 1 rfin~ sbagliare, pe~·chè_il pen– siero, nella sua lucidezza. ha demolito la realtà, costruisce al di là, in quell'angolo dove non esiste più la ragione. ma ove l'artista vede in un campo solare a noi sconosciuto. Non possiamo credere alle parole di Martini che la scul• tura fosse una lingua morta; eppure egli non lo disse per « boutade•: intitolò un hbro su questo tema e ci s1 affannò sopra come un gigante che vuol distruggere una monta– gna. Meloni gli è vicmo anche Jn questa linea che collima con l'assurdo; Meloni non scris– s~ un libro per dire che la sua pittura figurativa era una lingua morta, ma lo meditò tutto per mille pagme e poi, quando fu invitato alla Bien• nale con un'intera sala, pre– sentò una serie di opere d1 quest'altro mondo, di quello al quale noi non arriviamo. La crisi di un particolare mondo figurativo è stata il segno di un-a certa maturità dei tempi: l'arte astratta. è bene preci– sarlo, è arrivata talvolta al di là di dove la figurativa potesse approdare. Basti pensare alla parabola di Klee, dalle pagode che si rispecchiano sull'acqua alle compos1z10ni astratte, mo– dulate da un canto interiore, trepido e commosso fino al so– spiro. E' indubbio che per Melom il passaggio tra pittura figura• tìva ed astratta sia stato ne– cessitato con urgenza visiona. ria e offerto fino in fondo. Chi lo c;onosce sa quanto gli sia ~r-~tato Che ìl risultato et sem- Gino Meloni bn ora· negativo è pur dove- nuovo mondo e chi, come Van roso dirlo: avrà ragione lui, Gogh, non vedrà più nessuno, forse, ma chi ricorda il Meloni fino alla morte allucinato dal– dei •galli., primo vincitore la scoperta di Ùn sole in fondo del premio Taranto e quello agli occhi. che vinse il Premio Burano di Ci venivano in mente questi paesaggio a soggetto libero, ci pensieri nel leggere la recente pare non possa non rimpian- monografia di Gino Meloni nei gere quell'epoca della ua arte Quaderni dell'Apollinare. La rispetto a questa. Basta però il presentazione è dovuta a Gu1• fatto che un temperamento di dr. Le Noci, che dirige la col– altissima qualità come Meloni lanA e traccia un profilo b10• se ha compiuto il grande passo grafico dell'arti ta; 11 te to è tra arte figurativa e astratta dovuto ad uno ~crittore fran– ha qualcosa che gli. rimugina cese, navigato in cose d'arte, dentro e darà i suoi frutti. come Marcel 3rton. Meloni è partito da una po• La figura artis;ica di Meloni sizione sicura e di successo nella chiusa e :.:.rena limptdez verso una posizione astrusa e za interiore. '7Uas1 velatJ. de polemica: chi è dentro alle co- pudori infantili, ha un fasc,no se dell'arte sa che bisogna ri- tutto particolare: Raffaele Car• spettare que ·ti mutamenti e, rieri, da pc,eta a poet.1 1 glt de- 6 peci e quando palesemente dica un • Qu 3d~rno della Bar. vanno contro l 1 interesse primo ramini• con lesto e poesia; del succes o e sono condotti Guido Ballo. nella collana eia un'autentica tempra d'arti- e Pittori italiani crmtemµora– sta, hanno la 1010 ragione d'es• nei•, gli dedica un saggio cri• sere per coerenza ad una mo- tico esemplare nel c;, ... al~, pure ralità dell'arte che ha un aspet- il filo dell'analisi è abbandona– to commosso e mislerio o. tC" per passare nel campo del- Togliete questa energia se- l'intuizione da astista dd arti, g1 eta all'arte moderna, volendo sta. Per Marce! Bnon lo studio provare tutto a fior di logica, analitico parte da altre pre– succes o per successo, e la pri- messe, da un campo estetico verete del suo a petto più idea- largo e fluttuante che va dal• le. Essa ha inizio da impennate l'arte figurativa alla letteratura di artisti che lasciarono il cer- e alla mu ica e in senso affet– to per l'incerto, che seppero tivo, più che razionale, non sbagliare pur di ascoltarsi da solo comprende.e ma nare il vicino, ritrovare la strada g1u- soggetto trattato. Nasce così sta al dì là della sponda dove uno stato lirico d1 intuizioni li attendeva la gente per bene, in una prosa che è vigile e lu– che, ad un certo momento, ave- cida da vero uomv cl'inge~no va notato l'inspiegabile devia- francese. zione: c'è chi, come Cézanne, GUIDO PEROCCO s1 chiuderà ancor più cupo nel 1 1 __ _ propno 1lenzio meditativo: Marce! Bnon: Melo11, - chi, come Gaugum, proclamerà Quaderni dell'Apollinare - Ai– forte a tutti la scoperta di un /ieri Editore, Venezia. La premiazione, sia pure con le inevitabili approssimazioni, rispecchia la situazione e il li.– vello della mostra. Il ~ Premio Foggia » è stato assegnato ex– aequo al pittore Carlo D'Aloi– sio da Vasto per il paesaggio dal tiroto Alberi e case, che è mia tarsia di toni tutti, accor– dati coti. sapiente eleganza, e al pi.ttore Raffaele Spizzico per l'opera Paesaggio pugliese. una densa cromia scandita da un sole clte è stato molte e molle ore incom.bente a cuocere pie– tre e t.erra. Ad Antonio Cam.urcu è stato assegnato i! premio dell'E.P.T. di Foggia per l'olio Figure di ispirazione più arcbn.boldesco che gojesca. documento singo– lar-mente caratteristico di una pittrtra di natura squisitamente culturale. E va i1t modo parti– colare segnalato il piccolo pre– mio d'ato alla triestina Lucia J\'laria Bezzi per l'incisione Eso– do. cl1e è il ricamo sensibile di un racconto ricco di accentua– zioni liriche. Esemplarmente scandito è Paesaggio abru:zese di Piero Martina (,l'rtista in buona fa– se), luminosa la Figura con Senza dubbio per affermare natura moria di Marcello A– una idea te continuitd tra il pas• sato e i! presente, il Comitato venali; ben impaginato il organinatore ha voluto - n,1.- Crepuscolo a Osimo di Luigi la impossibilità di organizzare Bartolini: nella sua consueta in breve tempo un'adeguata re- prospettiva front<1le dispone i trospettiva - che al • Premio suoi Camions Orfeo Tamburi· foggi.a» fossero presenti alcu- ricorda certa pittura mural~ ne opere del pittore otrocenti• Il cavaliere rosso di Beppe Gli altri premi. in verità, hanno avuto un caratte·re piut– tosto locale (donde, a nostro avviso, la necessità di dividere i prem.i in -v nazionali. N e ..,, re– gionali""• o addirittura .,. pro– vinciali») e sono andati ad al– cuni pittori dei quali va per lo nieno citata a titolo di ni.erito la passione con ciii tentano l'ar– te, ovviamente a prescindere dai rist1ltati. A questa simpati– ca e in un certo senso neces• saria categoria (per recitare !'Aida non bastano le prime voci, ci v11ole anche il coro/ ap– partengono i premiati pittori Angelo Capt,to. Giuseppe Ru- ' scitii, Franco Bel!izzi e Fran– cesco Grilli (tutti di Foggia): ed è stata premiata ora la con– clusione d'itna vita d'am.o re per la pittura (è il caso del Grilli) ed ora l'inizi.o speranzoso di qualc~e giovane non privo di qi,alità in nuce. Quindi anche Là dove il verdello del/~ gi11ria appare o rien.tato confusa mente, lta la sua gi11stificazione. G. se. Guzzi; silenzio a è l'atmosfe– (Continua a pag. 7/ ra del paesaggio alpino di Fic 1 renzo Tomea. Le dieci sale del Palazzo della Mostra, oltre l'inevita– bile roba eterogeneh, ospita– no un numero piuttosto rile– vante di opere buone o alme– no u un piano di dignità. Ci– tiamo I! bagnatura di Pici– ni, una figura di De Stefano sentita nella parte superiore ma con una delle gambe ap– p1cc1cata. un delicato qua– dretto veneziano di Cugutrra presentato come la robaccia vecchia di Porta Portese. Da r1c<_>rdare R ,e mo Brindisi. Ch1_ara Luraghi, una Collina d1pmta _con grazia da Daphne Casorat1, una Mezza figura di Bresciani e una Natura morta GIUSEP~CIORTINO (Continua a pog, 7) Quattro medaglie d'oro of– ferte da!la locale gallerid • 11 Pozzetto » ( cioè da Lino Far– nesi, presente alla mostra fuori c'?ncqrso · con un pannello fer– vidam.ente decorativo e con una foresta di sapore palizziano) so- Giuseppe Ca.rrino:, « La g-iost ra •

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