la Fiera Letteraria - XI - n. 35 - 2 settembre 1956

Pag. 4 lo 1pettacolo ,.j è già nel mcz• zo, l'ha già fatto con la propria carne \tera. col proprio canto. L'arte uasce proprio da quel· lo che potremmo chiamare rin– compreusibile, l'arte non è compreudcrc, è r.ivelar-e. La for• zn dell"immagine è in ciò: essa riesce a eriigere in un ritmo ciò che non si può tenere in !)iedi altt1imenti, ciò che urcb– be somme.r~o, jndistinlo, ma la immagine oade o non ha una circolazione auoluta quando non sale a costituire veramen– te tutto l"univeno dell'uomo, quando la sua e-messa a fuoco> inventh~a ha accettato. degli schemi, delle parentC$Ì chiuse, quando il poeta non ha voluto essere e!prenione e invenzione di tutta la aua umanità, e quindi si è posto davanti alle cose riconoeccndo solo fino a un certo punt,o la. n&eeesità di de· finire, formare promuovere, col– legare tutto: ha lasciato, cioè. infinite p;rti di sè senza co– municaz:ionc, definite, dunque, ~iò coperte d"un nome, cioè inauten~iche. e informi. ,.--- .... , l ~ ' , ' ) ~ "'#,) r { i t t LA FIER \ t , ··- ·"'-: ' - j JI I l Ni, /Il! I :{ ,~ r I 1\ 1 , "i 'l , \' I .\ . Enrico Pa.ulucci: LETTERARI «Barche» LIBRI DI * Domenica 2 settembre 1956 POESIA VII~LAROEL nello ''Specchio,, * di FRANCE CO BIO DOLILLO La poesia di Villaroel dà e rivelazione della loro uni- che si sente vecchio e s1 duo– ancora una prova, con questo versalità, tutto questo monde le di non aver mai colto il ultimo volume di versi inti- non solo ci tocca, per la sua sorriso di lei! E al ricordo an– tolato Quasi vento d'aprile verità, ma anche ci traspor- che del padre, ch'egli rivede (ed. Mondadori), ch'essa de- ta in un cielo superiore m degli specchi di certi negozi riv11, come ogni vera poesia, cui tutto si ricontempla at- antichi! Dice il poeta, pel da ~offerta umanità. Vi si traverso un velo di umana quale non c'è momento che sente un accorato rimpianto meditazione. 01(11i particola-iripalpilt della ,·ita un lemP.o del passato, dal quale emer- rità di affetti diventa, pertan- vissuta: « Strano tempo eh 10 gono figure di donne amate, to umana legge: il cui vero vissi. - E c'e mio padre in si, con calda sensualità, ma dà ad essi un tono di fatali\_~. questi specchi dei ne_gozi an– anche con struggente passio- di saggezz,a, che li rende p,u tichi. - E. come lut, ombra ne, che !anno, l'una e l'altra, accetti perchè giustificati da che guarda, io stesso. - E pensare a un lontano, e sem- un superiore senso medita- c'è il silenzio che s'è fatto pre .:aro e sempre grande tivo. sangue - simile al suo e sof; confratello del poeta, che si La poesia di Villaroel sem- !re sulle strade, - dove p1u nomò Valerio Catullo; pre, nella produzion~ ante- bianco e !)iù deserto, a. sera, emergono visioni di luoghi riore. aveva saputo innalza- - co, suo, passt cammino e nativi, dove la sua fanciul- re in una zona superiore, crea- i suoi pensieri». lezza si apri a una sensibilità ta dalla meditazione, suoi af- Non so che impressione fa– che doveva poi diventare fon- retti e suoi desideri: come nel rà la poesia di Villaroel a te di gioia e di pena negli an- volume Stelle sugli abissi; ma tanti poeti odierni. che, inve– ni successivi, quando si viag- in quest'ultimo volume il vi- ce che ascoltare la voce. del gia pel mondo senza confini, vo della sua umanità meglio cuore. si smarriscono in puo– ch'è quello della propria ani-lsi accorda con la verità uni- chi di parole senza nesso e ma sempre calda e sempre I \'ersale. Vuol dire .che _la.me_- senza suono .. Ma il Vil)aroel inquieta: - emergono volti •dilazione non la inartdtre 11fin dai prtmt ver~• ml1tolat 1 cari, come quelli del padre fiore del sentimento, e anzi Pei chiostri del!'am_ma, e pub– e della madre, ai quali egli ne rende più intensa la vita blicati quarantase_t .anot la. si rivolge, ora che il tempo sollevandolo in alto e dtllon- aveva mostrato dt tn endere precipita. con struggente te- dendon,. il doloroso profumo. che la vera fonte della poe– nerezza. come a un perduto Gli umani lo sentono._ e rt- ia è il cuore: questo suo. ora. bene, al più grande che si sia trovano in esso il meglto del- vecchio cuore. che r1palp1ta mai avuto in vita. Per virtù la loro \'ita: ch'è gioia e pena sempre che egli ne voglla di poesia, ch'è approfondi- insieme. Ed è anche voce del~ sentire il battito continuo: e mento di umani sentimenti la natura: voce degli spazt. ne traduce l'intima voce con ' della luce e della notte, deile un linguaggio che non è, no, L ~at1tc non è un « capire», è un'« intnire ». e in quMta tra– ma appare chiaro il profondo dinamismo in cui è l'arte, e per t:ui lo Spirito ha vita: l'arte, in quanto è «esprimere», è « ,,i"ere » in nna forma nuova: non è « guardare» fuori. re– &lando come prima: l'arte (e pnoprio in ciè ha vita l'uomo} non può es!CT'e intesa nel sem– plice senso e upienza]e », di un « contemplare», di un e ela– borare,, proprio perc.hè l'arte è molto meno che « contempla– re»: è «formarsi», « esprim•– re ». Non si esprimo.no, certo. sentimenti o altro: anzi, il ca– rattere dell'arte è dato pi,oprio da que5to non poter e5primert> quello che già e.5Ìste, come esiste: l'arte è un formare sen– za sapere prima quello che si forma: è dare una distinzione ritmica all'indistinto, ma senza «conoscerlo•, anzi « forman· <lolo 'I>, cioè tro•ando un modo nuo,•o di « es11;,ere », che è l'uni– co modo per e andal\C avanti>. Pet « andare avanti » di fronte al1'indefinihile. l'uomo non hn potuto alt.ira che < promuove.No a forma» cioè legarlo a sè per· dut-amente. annu11are le distanze. non sentirselo più addosso. non doYerlo e contemplare•· L'arte è in q11esto e agglutinar i• della natura e di noi, senza più di– ~tanze: rar1e è moho più che « compren~iooe,. della natumt. è snn « clisl•n1zione, »: cioè noi troviamo. nel peso sofrocnnte c1f"'llnnatura sorda e incompren· sihile, un nuovo modo di e es– sere» neHa forma: per non es– ~ere e con lei•, scegliamo di distn1ggere noi e lei nel mede· ~imo tempo. e creiamo la for– ma. C'he è veramente un no– stro tena<"e modo di essere. uon aiÀ di c:onosc-erc. L ETTEIR A DA * IBO RIO) JJ GIHIEJR A stagioni e dei secoli in. con- quello di certi poe_t• od1ern1: tinuo mutamento. Ne risulta indecifrabile, last1d1oso insop– la visione di una umana vi- portabile; ma che è un Hn– cenda - quella della vita del guaggio lucido, arm<:moso, poeta - distesa e palpitante ricco di candenze cornspon– nel quadro della vita uot- denti a quelle dell'anima che versa. ri offre rimpiangendo il pas- Cinque 11idi per cinquebettole A cominciare dalla prima sato, e che talvolta, neila sua lirica si vede che il senti- sobrietà. fissa un moto mte– mentÒ del poeta trasforma riore ferma un paesaggio tutto: il ricqrdo della donna nella' sua accorata nitidezza. amata non si e spento, anzt Sentile: « Tenerezza di te, è cosi vivo ancora ch'ella pallido amore, - quando la sembra ritornare a lui come luna sale fra i cipressi - e vento d'aprile, e il fruscio del- flotta l'acqua delle vecchie la sua veste ha il brivido del- cale». Comé poteva essere il l'erba, al primo lùcere del- poeta più sobrio e più sugge- Proprtio perchè e e-,pressioue • d'arte è molto meno che e sa– pienza»: è qualcou di ben più impegnativo. L'art.e esige uua trasfigurazione di noi stessi, non cleHe co1e; 1iamo noi che entriamo a far _parte del1a for– ma, non ne.I senso che la riem– piamo dei · uostri sentimenti e delle nostre emoz·iou.i, ma nel senso che. ben più che esprime– re sentimenti o emozioni, usciamo fuorii neJla forma, tro– ,-ando un sistema di equilibri, di tensioni. che è l'unica cosa che ahbia forz·a d'arite. L"arte è tro"are un modo di essere nuo– ,·o. non un conoscere. non un rLpecchiare la natura. Dare una definizione all'indefinibile, an• zitutto è un impegno carico di sgomento ontolog,ico, che impe~ gna a fondo la nostra esi!"tenza: la noslra forzn di "i"ere, poi è un·imJ>resa che costil'uisce Ull supcr.1mento di noi stessi, un no!l'lro uuo,•o modo di essere. L'art-e cou•ituiece qua.si il no· stro ero-ico 1>oulizio con le cose. il uostro destino <li ,•ivi, legati a una forma, U3citi fnori di noi stes i e da ogni riparo. L'arte è questo « osare una forma,, dare un nome che ci impegna fin nel profondo, unn forma che lnngi da parlare « di noi,. eò essere nostra esi• bizionc, è come un compito eroico della noetra più gelosa struttura e di quella delle co e. L'a11te è- sempre, in presenza d'una materia vischiosa. che è impossibile prosoiugare. una materia che non ci sorregge. una materia che è come l'ac– qua di certi laghi: non ha aiuti da darci. nè spinte. ma ci hagnn c1a 111tlo le parti. e bisoi;:na nuotare.. h'O\'ando noi la ~,iù '"era forma di equilibrio. perdi(" e'-o::a diventi di colpo come un Sul lato destro guardando la facciata della chiesa di piazza del Popolo, nella vec– chia zona della città alta che richiama un po' la topografia di Capri, proprio di fianco al rosone che accentra come un occhio magico lo sguardo di chi s'affaccia dalle pittore– sche finestre a barcaccia che s'aprono sulla piazza, sono alLineati cinque nidi rigonfi di ronaoni: cinque balconcini dello stesso colore dell'into– naco a piombo sulla breve scalinata. Con l'aria ormai che sa di confine e diste a come una miss al sole della Riviera dei fiori in compagnia di San Re– mo e Ospedaletti da un ver- * di ELIO FILIPPO ACCROCCA sante, e Ventimi~lia dall'al- « Cinque nidi come le cin- to di un attaècamento al la– tro, Bordighera e una città que bettole del premio, mi varo che qui ha preso le mos– con due facce: una ospitale dice una signora che assiste se dalla particolare struttura nella sua internazionalità di stasera alla originale ceri- degli elementi naturali e dal ricco soggiorno, nuovissima monia. clima e dal tipo di coltura di ville, pensioni e alberghi Le bettole da cui l'iniziati- adatta alla regione. che si allineano sulla striscia va prende il nome sono delle Il premio delle Cinque di mare, e l'altra che si rac- vere e proprie osterie casa- bettole è nato da questo am– coglie attorno all'alta piazza recce, frequentate in gran biente. Trattoria del Capo, del Popolo, austera e antica parte da avventori del luogo, trattoria Berna, trattoria de– nella sua tradizione mari- artigiani marinai contadini, gli Amici, trattoria Garibal– nara. che qui trascorrono le serate di e trattoria Romano rac- La città delle « cinque bel- con le carte sul tavolo e il colgono in questi g10rni le tale , annovera tra le sue vino nostrale nei bicchieri, opere di pittura, paesaggi, I particolari attrattive un pre- autentici bevitori e giocato- fiori, case, composizioni, na– mio ai narrativa, pittura e r.i che ignorano l'azza1-do e il ture morte, v1colt... barche, giornali mo che ha già rag- tavolo verde dei casinò alla I tempere, d1seg111, 0111, appes! giunto la settima edizione e moda. Sul loro viso e meglio alle p_aret1 rustiche con:ie ..1 mo tra di ampliare ancor di ancora nel loro dialetto è ne- cartelli che reclamizzano 1 vt– più la sua capacità di respi- scritta la storia di questa ter- ni, a~canto ai_prezzi • a por– ro per i prossimi anni. , ra e vi si nasconde il segre- tar via,, luminose pareti per la fresca rimbiancala dell'an– no, gallerie d'arte con una loro aria cii antisalotto, anti– giuria, antipremi. genuina espressione di quell'accosta– mento tra cultura e popolo, tra arte e società che è nei propositi dei promotori di un premio che non ha l'uguale. La cerimonia della procla– mazione dei vincitori avviene jn piazza, di fronte a un pub– blico nuovo, familiare, in. una cornice suggestiva e anti– chissima per il valore che vi si nasconde, d'immediato contatto con la popolazione, le autorità, le giurie e i pre– miati. Tutto avviene sotto la luce opaca dei lampioni, del– le finestre illuminate, in uno scenario da regia teatrale che ricorda i drammi del Rina– scimento, pur nell'assoluta semplicità degli accorcii che qui è facile trovare. Anche i cinque nidi di ron– doni fanno parte della auste- sono di casa. come il poeta ra regia, come il pro fumo alla e il romanziere Sebor– intenso del mare e delle a.ra- ga. Non rivedevo Natta da lee che viene su dalle nume- anni, da quando si trasferi rose serre nascoste tra il ver- sulla costa ligure. de ormai diventato scuro per - Altra a1~a, qui - mi di- l'ora inoltrata. ce - ho ripreso a lavorare. Giuseppe Berto, Francesco Bi a.monti e Elio Filippo Acero cc a~ vincitori per la narrati\ a In questa atmosfera di fa- 1 Ho in preparazione un Di– mil.iare trattenimento è fa-/ zionario dei miei personaggi, cile riconoscere vecchi ami- curioso vearai. due tre pa– ci, letterati .e scrittori che qui gine per ognuno, e ce ne sa- Ritorno di Alaiu Fo urn1er • noi~rop;:~p~i:·· perchè l'uomo _si (Continua da pag. 2) meli o del Pisacane, a1 quali pomposi e a "immaginare", b I -Y:- - la morte aggiunse un alone semplicemente, le scene, con la trova di fronte a una materia z~ sem ~ar 0 ·. 0 scopo e _ra~- - emplicist.ico, e i vuo)e - sua immaginazione severa e sione che comportava una de– vozione eroica al proprio idea– le. E non a caso 1 quasi con una religiosa prescienza, Alain, più giovane. aveva scritto - con parole che potrebbero servirgli da epigrafe -: e Sono davan.Li al mondo come qualcuno chè fa la sua scelta prima d'andar- sene •· I d he ha in sè oscu- giunto: rn~er1re la merav1gha c 1 e « ve e•, e . . . nella realta •· di pensatori profondi e origi- precisa al tempo stesso». ramente. che lo r1empie,. di t~t- Nè, d'altra parte, la critica nali. Naturalmente, ognuno rli que- E la sua scelta fu nel nome della poesia, la cui intera pa– rabola non poté compiere, ma della quale fu, sino all'ultimo, sacerdote ·fedele. ANGELO PAOL ZI ranno parecchi dentro, ita– liani e stranieri, trattati tut– ti in punta di penna e di lin– gua. Conosco certe cose di qualcuno! Un allro libro invece è quasi pronto. Si tratta di una raccolta di racconti intitola– ta Q1testo finirà bancliiere. l'alba. E continua nel suo stivo? Par di leggere qualco– linguaggio in cui tutto si tra- sa degli antichi lirici greci! E sfigura al soffio del suo ap- quest'altro paesaggio che si passionato rimpianto: « Som1- confonde, come al solito. con gli a volte, ad uno strano uc- uno stato d'animo inten _o; celio - dell'equatore, dalle « Donavi un senso ai m1e1 lunghe penne; - tanto lieve pensieri, il mondo - era tut– è il tuo passo, e se dilegui. - to creato dai tuoi gesti - e la resta nell'aria un caldo odor casa e le ombre si acquatta– di nido». La trasfigurazione, vano - per lasciarci passare mentre è dettata da una sen- e tu tremavi - accanto a sibilità intensa, amorosamen- me, se gli alberi dall'al o - le appassionata, i fonde a un parlavano tra loro e il tuo senso vivo della natura: ecco respiro - era nel flato oscu– l'aprile col suo vento ·prima- ro della notte - sotto il gri– verile (e li poeta è nel decli- do accecante delle stelle"· no della sua vita, ma qui tut- Anche qui l'intensità dello to risorge con l'incanto di una stato d'animo trasfigura ed volta!). e il brivido dell'erba, anima potentemente la natu– e il primo lùcere dell'alba, e ra. cosi che tutto si trasfor– lo strano uccello che vien dal- ma in uno stesso vivere e l'equatore e poi dilegua, la- palpitare. Quel « grido acce– sciando nell'aria « un caldo cante delle stelle n è come odor di nido"· Dalla lirica si il presentimento drammatico diffonde pertanto come un che quel momento intenso senso vasto del mondo, in delle- due anime resterà, poi, cui come si diceva, il mo- come un ricordo lacerante! me~to appassionato della vi- Giunti a que to punto non ta del poeta si profonda im- c'e altro da dire, che questo: pregnandolo d'una commossa al no tro poeta ,·a attribui– umanità. E altrove, 1 capellt lo un grande mento. quello della donna amata sembrano di non aver dato ascolto al a lui trémare come i cimoli mal gusto contemporaneo del– dell'erba, e l'incanto Jui:nino- l'ermetico, e di a,'er dato so dei suoi occhi gli appare ascolto invece al uo cuore: come quello che si prova in cui i sono sempre andate quando « il cielo è tutto un raccogliendo le esperienze .di polverio di tell_e n. La donna una v1t_a tutta tesa a sentt~e stessa per lui e vera e _non ti palpito frequente e ,·ano vera, poiché figura lang1b1le dell'amore e del dolore, e àa e terrestre ella e, ma al so- cui ha saputo spesso trarre <1nodi lui è come un mi rag- le voci non effimere della gio degli spazi, inganno tra poesia. La quale ancora una lume ed ombra: « e muti voi- volta bisogna dire che racco– lo come il cielo, a aie glie il succo e il profumo del– spento. che a un tratto è un la vita veramente e intensa– luccichio di mondi». mente vis uta. Non è giuoco Si direbbe che il poeta sen- di perdigiorni. noi: è stupido ta la sua umanità come una c_apriccto d1 falsi mtellettua– emanazione della natura, e h. ma canto arm~tntoso e sug– come la notte svela gli a tri .l!estn·o dello spinto profon~ e li cancella l'alba, così cam- damente c~mmosso a1 casi bia l'aspetto delle creature dell~ propna vtta e at feno- più care a noi, e il tempo meni della natura che ~i ac– cancella le vicende o le onne co rd ano e 1 fondono m un del nostro appassionato vive- palpito solo. , re. Implacabile è il tempo FRANCESCO BIO!\'DOLILLO che ritorna. o tinato ed egua- ------- le, sulla terra, dove i vivi Libri· 1 , 1 •cevuti· camminano ui morti, « e, Vigorelli, terminato do po– co il libro su Granchi, e a Bordighera nella giuria dei premi per la narrativa. Schiaffini ha fatto un salto da Imperia dov'è in vacan– za, in occasione del Cinque Bettole. senza scampo, amaramente IDELFONSO ROSSI: La ctau..sola invecchia, - da stagione a ~ ~hJrzro~I s~~~ranoFe~~~~I~~i:~ tagione. il nostro cuore "· na. pagg. 64. L. 600. Tuttavia come intensamente MARCELLO GALLlAN: La casa furono vissuti certi momenti di Lazzaro. Commedia. - L'An– della nostra anima an1oro a, gioliere, Roma. pagg. 81. Lire soffrendo o palpitando d'eb- .... i~R.I VARI: La narrativa me- brezza. così con non n1eno rrdtonale - Centro Democra- inten ità sono ricordati quei tico di Cultura e Documenta~ momenti, e sono fatti ripal- zione. Roma. pagg_ 168: L. 100. pilare nella storia del vive- CARLO MARTIN!: Cesare Ange- - Dovrebbero aumentare 11premio per il racconto ine– dito, non ti pare? - mi fa alla fine della cerimonia. - A chi lo dici, caro Schiaflini ! re universo. Dice il poeta in ~~~!e:.~ 1 ~~ra~~~~ c::~f:ft':,: una delle sue più belle liri- Cittadella di Padova. pagg. 1-18; che: « Amara solitudine n: L. 800. - L'ann9 prossimo. - Beato il vincitore l'anno prossimo. « Amara solitudine, la vita - MAN ARA VALGl'MIGLI: Pascoli del. trascorre inutilmente. E que- L. ts~~ni. Firenze, pagg. 132: sta folla - mi trascina per Je GIUSEPPE L. MESSINA: D1se- vecchie strade. - Così sospin- gno storico della letteratura ge a galla il mare un naufra- ,taltana - Ed. Angelo Sìgno– go. - Anche tu sei scampar- retti. Roma. pagg. 930; L. 1.600. o, amore. E il tempo - can- GIOVANNI CIURMI: Ne1 pOlaz:o Betocchi, anch'egli in giu– ria per i racconti, è qui con la famiglia a t.rascorfere te le parti, pur senza ideot,fi-• letteraria s'è fatta commuovere Profondità e originalità che sti giudizi serve soltanto come carsi con lui. è per questo ab- da mQtivi di natura extra-arti- erano peculiari di Fournier, co- traccja per meglio circoscrive– braccio fatale tra natura e uo- stica. A questo proposito - e me documentano non soltanto re la personalità dell'autore; mo. tra esis-tenza e uomo che nel caso di un giovane poeta le opere desunate alla stampa Corse. per preparare meglio n l'arte. pnò na cere: arrenders_i _e italiano, il Fracassi, morto sui- (e Les Miracles •, e Le Grand una meditata rilettura de « Le non dare 110 nome è imi>os 1 b 1- cida - lo Spagnoletti notava Meaulnes •, e Le corps de la grand Meaulnes • (tradotto in le . la natura pesa troi>po. noi acutamente: • Le poesie di chi remme > ), ma anche le lettere italiano col titolo • Il grande , . muore in giovane età ... lascia,. familiari che gli ervirono co- amico•• pubblicato - orsono pesiamo troppo su <li noi 8t ~ 581 : no sempre alla parola del cri- me avanscoperta. e contribui- parecchi anni - da Mondadori E 5 i vede. e si sente, e c·i 81 tico una misura di pietà, che rono all'affinamento delle pro- all'inizio· della sua fortunata ,tringe addo,so questo mag'."~• talvolta supera o elude il giu- prte native qualità di scrlltore. collana La Medusa, ripubbli– il più orribile fardello <lei vivi. dizio stesso, qua i che questo Glt epistolari di Alain Four- cato oggi in edizione economi– il più diffuso ronzio della vi~a. non abbia alcun valore o solo nier (• Leltres à la famille • 1 ca a prezzo acces ibilissimo e pure non si sa che cosa sin: un valore marginale. Si scopre «Lettres a Jacques Rivière ., dallo stesso autore). Opera che, non lo si può clii.:larcare da 1101 nella poesia di chi è morto il • Lettres au petit B.•) dànno come abbiamo già detto. unisce ·,nternmente. è vischioso. ci col•a senso della sua tragedia e l'a- la misura del suo impegno, e i pregi di una spontaneità tut- ' NOVITAIN DISCOTECA l'estate. Lauran<?, dal_la vici- 1 na San Remo, e arnvato m tempo per tenere sotto la cellò la tua bocca e il tuo sor- aegli Angu11tara. Romanzo - ri o. - Arido cuore senza Ed. Gastald,, Milano, pagg. 96: pace. E pure, - se dal giar- M~C~ DE SAINT PIERRE: dina della villa antica, - do- Gli aristocratici. Romanzo - \'e so tammo nelle notti esti- Ed. Cino Del Duca, Milano. ,·e - smemorati dai baci e pagg. 336: L. 1.200. r mara ricerca della morte; si- nello stesso tempo abbondano ta giovanile alla seria prepa• addosso. è dentro di noi, orma tuazione che ha già in sé qual- di spunti critici, di notazioni razione stilistica e d1alogica, e lR nostra ,tessa ,o,taTiza: hiso· ccsa di poetico, di fatale, che acute, di giudizi precisi su pro- che oggi - 3 quarant'anni dal– ~n• allora arcettare questo pe• 0 : insensibilmente. però, ci ira- blemi e fatti d'indole çulturale. la morte del suo autore - re– rinunciare 8 capire ma. co I scina altrove, fuori del giudi- Come quando, ad esempt0, a siste al tempo, anzi io vince. andare aYanti, fonderci e rìf.. zio critico•. proposito di una rappresenta- come tutte le opere d'arte. r Del Fourn1er non pos-iamo zione del Giulio Cesare di I limilt del libro sono insiti mergere, tracciare 11118 mea. dire lo stesso; come non pos- Shakespeare, afferma: • Per naturalmente in quel ritenere una forma, che ci sacrifichi in iamo dirlo, per restare fra i quanto riguarda )a grandezza la realtà una dimensione del mezzo a11e cose. cioè ci unisra nostri, d1 Renato Serra; poiché romana, sì tratta di una Jeg- sogno, e viceversa; ma questa irrimediabilmente 8 esse (mai l'italiano e il francese avevano genda in parte inventata dalla visione non ha nulla d1 assur- l già raggiunto un traguardo, poliltca romana, in parte ve- damente cerebrale. scaturisce &i è vivi come nell'arte. mai 3 una misura di capacità, e la nuta dai chiostri ( eminari, <lalle cose stesse, è connaturale testa ronza come nell'arte, e ]a loro fine può aver forse influi- circoli chiusi) universitari che e quel senso vivo di poesia che sua «serenità> è la rinuncia lo sulla vendita delle loro ope- hanno accaparrato da secoli i per lungo tempo il Fournier all'inautentico: è il pieno fer· re, non ulla valutazione dijtesti latini. Quello che c'è d1 aveva maturato in se stes.o, queste come fatto d'arte; cosa bello in Shakespeare, è la di- e che si manifestava in una vore, la pi1>11a vita). che, invece, si riscontra nei involtura dell'uomo del Nord sorta di misticismo della vita, BRUNELLQ"1l.0NDI conlronlt, ad esempio, del Ma- a sbarazzarsi da questi testi per cui tutto era scelta, dec1- Per gli amatori del cos1d– deuo « bel canto». è stata rea– li:zata in Qltesti giorni una iniziativa discografica che ri– veste un particolare interesse anche sul piano stQrico. La «Columbia• e la « Voce del padrone• /tanno edito infatli due. dischi microsolco da 30 cm. /intitolati entrambi Tempi d'oro della lirica) d1e raccol'gono complessivamente ben 19 ro– ma11ze fra le più celebri di Verdi, Puccini, D011jzetti. Bel– lini, Massenet, Rossini, Cilea, B•=et, Poncltielli e Boito. in– terpretate da · cantanti come Carlo Galeffi. Gi11a Cig,na, Ric:– cardo Stracciari, Rosetta Pam– pani11i. Alessa11dro Bonci, Ebe Stignani, Fra11cesco Merli, Gwn11ina Ara11gi Lombard1. Na:zareno De A11gelis, Giaco· mo Lauri Volp,, Tito Schipa, Adelaide Saraceni, Mar(1hel'ita Carosio, Beniamino Gigli, Toti Dal Monte, Maria Caniglia, Gino Bechi. lre11e Mn,ghini Cattaneo, Ta11credi Pasero. Au..– reliano Pertile. Apollo Gran– forte. Sia il disco della • Colum– bia• (QCX 10200) che quello della « Voce del padrone• (QALP 10133) sono stati rea– lizzati col procedime,Ho della ricostru.:::ione tecnica. ossia rnediante il riversame11to su nastro (e da questo mlle 111,ove m"trici per microsolco) di vecchie matrici da 78 giri 1 . OTJ,– portu11nmente filtrate. L rnc,– tone risulta cosi assai buona, e denuncia solo a tratti la pà– iina deqli an11i e dei ,;ecciti sistemi di registrazione. La «galleria,. che si ricnva da q11esta si11golare antologia sonora è quanto mai interes– sante. Per chi amas e gl, slo– gars, si potrebbe anzi dire elle i due dischi in questione co– stìt.u.iscono da soli una disco– teca 1 morsa dei suoi aiscorsi anche me. Omiccioli, in giuria nei premi di pittura, tornerà a Bordighera in autunno per dipingere campagne e mari– ne. Anche Barberi Squarotti è venuto a vedere il Cinque bettole. !].segretario del pre– mio. Giuseppe Balbo, pittore, si divide tra Camarca e Ber– to v.incitori di questa settima edizione, uno per la pittura e l'altro per il racconto edito. Lorenza Trucchi fa gi ono– ri di casa al gruppo dei ro– mani: - Pare una riunione al Canova - dice - ma i per– sonaggi sembrano diversi. Anche Berto pare cambia– to. Col mezzo milione d'asse– gno ha in mente di costruire ulla costa calabra un rusti– co ritrovo a picco sul mare: lo chiamerà «la Bordighera». ELIO F. ACCROCCA dalle lacrime, - si leva il G~~~- 1 . P=~~: .'.:'._ 0 0:,ii~3/i: ,·ento e porta la tua voce - ni SIA. Bologna, pagg. 2H; tra le foglie e i ricàmi della L. 100. luna. - il sangue mi si scio- RINA PELLEGRI: Il vessillifero glie: e il canto fermo _ dei della oianca Croce (Raffaele ·11· Il · d · Paotucci di Valmagglore) - grt t a va e e 11 sonno e1 Ed. castaldi. Milano, pagg. !iO; cipressi - oh, come tristi tor- L. 600. nano al pen iero! - Nebbia CATALOGO: ExpOsttion Rouault che scende lenta alle pianure - Musée Toulouse-Lautrec, Al- - quando arriva l'autunno e H~LJt 8 ~b2:; ~r vostro UOIIO il sole è spento». pi,, bello - Manuali della sa- Così appare sempre più in- Iute, Edizioni Rlchter, Napoli. teressante il ca o di questa pagg. 260: L. 900. poesia che sempre si nutre di AURELIO BOZA MASVIDAL: umanità, sia che questa pal- Patabra y espiritu de Italia - piti in atto, sia che questa Editoria! Selecta. La Habana. si rinnovi nel ricordo. e si M~'::fuo 27 ~rdJ'iio: P<>et! itatta- confonda con la vita univer- 1n, con proemio di Bruno La- sa. Che accenti di pena pro- vagnlno - Edizioni dell'lstitu– fonda risuonano in que ti to Italiano di Atene, pagg. H4; ,·ersi .al ricordo della madre. A~liAl'IDO ·ROl\!A o: La cam– la cm effigie guarda da u_na I pana di s. Damiano. Poesie _ parete. ,. appar sempre « g10- Accademia Romana di Cultura vane, bella e serena n, a lui Roma, pagg. 84; s.p. ·

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