Fiera Letteraria - Anno IX - n. 50 - 12 dicembre 1954

Domenica 15 dic,n:i>rt I954 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 PRESENTAZIONE E RITRATTO DI V~T PERSONAGGIO NAPOLETANO (La scena roppre.Tet1ta. il retrobottega del 11cgoi:io di pnnc e pa.Tta di Ghi3eppe Eapoaito, in Via dei Miracoli. E' 1,na aperde di ,,tfirio del 1xulronc con 1criua• nin, sedie, ''" 1»ccolo dicano. A deatra ,ma breve ,,cala dt\ 31, mm porta che conduce alla ao1ira3tonto abitazione degli E3po3ito. Sempre a cleatra mw porticina dd in 11na 1>iccola 3tcm:a. Porta al centro, in /oNdo, dl comunicmionc co1t la bottega. Altra 7.10rHcina. a aini3tra che dà In 11n vicoletto lotoralo. La &cena re!ta vuota per un momento. La porta di co– m1,nicatiot1c con lo bottega ai apre ed n.p- ~~oU ~~;;~~~ .,~::~~o ;,: ':~!li! ?-: compagna a ttedoro). NUNZIATA (Si ~ tedHta e ,i paua una mano sulla fronte). - Niente ... non è niente. GIULIA COal"ican<io progre,aiuamente le tintel. - Si, niente! Mammà, non tlna-ete... io era una mezz.'ora che vi sorveallavo! (Nun– ziata sbircia. la figlia e si preoocupa. im• -m.ediatamente per lei). GIULIA - Vl siete messa due volte la mano sul cuore, qua, cosl. avete sospirato e avete chiuso per un momento gli occhi! Uh, Madonna mia! (Nunziata balra in piedi, obbliga la figlia a sedere doue era. sMuta 1-si, le abottona la camicetta, la eot1tringe: a ben, u• 30r10 d'acq,m). NUNZIATA - Figlia mio. bclln! Hai avuto paura! (,c11otendola). Dimmi la verità, t1 sei spa– ventata! Giulia, mi senti? (Ghùia, che per qu4lch-0 attimo, 30vorchiata dalle e/• fU3ioni materne, ho la3Cioto fare, si alza e con selooygia tenerezza costringo la ma– dre a t1odero). GIULIA - Per amor dl Dio, mammà, Qua mò pare che l'Inferma sono lo... (veraa acqua e glWffle fa bere un sorso) - Su, bevete! (lonlffltosaJ. Gesù, Gesù, come siete pal• Ilda! Vergine del Carmelo, a1utatecl ..... NUNZIATA (Tontando a preooc"parsi per l.a figlia e accennando ad alzarriJ - Giulia, ma tu stai bene? GIULIA (Obbligandola a non muoversi). - Mam- :~.' tren~::i!!e~!~::eio ~~oter~~~~~: rita per voi. questo è! (guardandola). Che brutto colore ... Che pelle curiosa ... (toc• ca11dola). Avete )(' mani fredde .... (glie· le acald;i col flato) - Mammà! NUNZIATA (AUorniata) - Gesù., tu ml vuol far mo– rire? Parla, ti senti ben~? GIULIA (Interdetta e commossa) - Ma sJ. NUNZIATA -Tutta bene? (la tocca aui ftana.11.i, wz. Z. gambe). GIULIA - Ve lo giuro. NUNZIATA - E allora tosto meglio. {Si ricompon•J. Vedi. ~ passata. Adesso ml riposo un me> r:.ettGTu~ 1• tf~nfei"1:0J~~arf~:=sir~ salute mia. dal principio alla ftne, sei tu. Tu e Peppino. ( Fa per alzaraiJ. GIULIA - $1, ma non muovetevi. Papà sta per tornare, questa t l'ora sua. E te a Papà rii vtene soltanto 11dubbio che avete avuto una moua dl cuore .... NUNZIATA -Per carità, stlamocl zitte con tuo padre! Quello, sai come è fatto! GIULIA (ll111miftandosi nel parlare del padre) - Avete ragione. Papà ha tanti pensieri, tante responsabilità. Non lo dobbiamo di• stogllere .... Ma voi promettetemi di non strapazzarvi ... (Campanello del neoo:io) - Statevi quieta. (Gi11lia torna in bottega. Nunziata, rima-8ta aola, si alzo a fatic,a, va aUa COft-8Olle, dove è uno specchio, e si guarda il viao, i lineamenti tirati. Ghtlia rientra). GIULIA - Un chilo di perclatell( e mezzo chllo di tubetti alla signora Glacalone. NUNZIATA - Se non cl fossi tu, povero negozio! GIULIA -Che andate dicendo, mammà!? Questa t la più fondata delle nostre cinque bot– teghe. Lo diceva Ieri papà a Don Alfonso Ronclglio che Via del Miracoli rende più di vta Crlstalllnl, di Via Crocelle e di Ma– teroeJ! E se lo diceva papà! .... (/11"minan– do•i e /iuando un grand-8 ritratto di don ~e&~a~~ 0E:~ig{ attaccato alla parettJ). NUNZIATA (Diatratta) - Chi? GIULIA - Papà ... (Una poU3a, duraftte ia qua.le Nunziata /iHa a ,ua. t10lta, inte,ssrit a., il quadro). GIULIA (Doloomente a-8sorta) - Mammà, lo tante volte ml tlguro che vi debbo conti– nuamente rina:ra1Jare ... NUNZIATA - Di che? GIULIA Es~~\o~~~r be~f:.s~\ 0 tn 1 t~htgd~e.P:Pt~: no. (Cormgando ferocemente lti fronte). E' ,uappo. Mammà. quello è Il re del quarilere. Mammà, grazie! NUNZIATA - Prea:o. GIULIA (Sempre pii' infervorandoai) - Quando penso che potevo nascere ftclla dtll'avve> calo Ferbone o dell'lngea-nere Sturbo .... Sono uomini, quelll? NUNZIATA (Condi#eKdmiteJ - No, no.... GIULIA - Mammà, lo certe volte sono eelosa di ,·ot... Mamà, lo se non trovo un Jiovane come papà, marito non ne voglio, resto ft. rllola. mi faccio monaca francese, avete capito? NUNZfATA (SeanandosiJ - Gesù, Glu&eppe, San• t'Anna e Maria! GIULIA (Calmandosi e tornando verso la ma, drel. - Abbiate pazienza. Ogni tanto ml debbo sfogare. Papà è straordinario. Bea– ta voi! NUNZIATA - Amen. Ringraziamo lddlo. StaVi di• cendo? GIULIA (Dopa "" attimo di rifle~sione) - Ah, il negoz.10. Non dubitate. Andiamo a gonfie vele. Anche In assen1.a vostra, non vi pre• occupdte, basto lo. La gente, qua, lo la conosco tutta. Ml dJ•lmpegno bene. Per esempio è venuto Gennarino, con qu\°'lla * Il Califfo Esposit·o * (Da una con1n1edia inedita di Marotta e Belisario Randone)- faccia che non part sua, magari l'ha a!· flttata da uno strozzino ... e attacca il so– lito motivo, che don Peppino Esposito è Il suo primo benefattore, che loro due si vogliono bene, e che se papà si fosse tro• vato In bottega gli avrebbe dato almeno cinquecento lire .... NUNZIATA - Anche a te? GIULIA - Come sarebbe anche a me? NUNZtATA - Voleva denaro pure da te? E lui che cosa U dava? GIULIA - Non ha parlato di merce. Insomma ho capito che era bisogno, fame ... gli ho dato mezzo tòrtano e l'ho cacciato. Sciò, sciò. Il pane ò pane ... ma Il denaro, a Na• poli, costa più del brlllantl. Cosi dice pa• pà. Quanl'ò bello! NUNZIATA (Assorta) - Per mc quel Gcnnarin0 ò un mistero. Sabato scorso, arrlva In punta di piedi, mi tocca due o tre volte col go• I GIULIA - Si tratterà. di a!farl. Non cl forni&• mo di pa.sta, a Gragnano? J\HJNZJATA - E con clò? Le strade cosa c'entrano? SI capisce che solamente la strada di Gra. gnano porta a Gragnano. Basta, l'altro Ieri piglia e ritorna Gennarino. Gesù., co– m'era combinato, Ccsù! Portava un paio di occhiali affumicati e aveva un braccio Ingessato. Sotto ogni lente c'era un occhio nero e gonfio cosl. Dice: e Perdonate, ma ml è successo un incidente stradale, po. che ore fa. VI ossequio. Donna Nunz.lata e v! rendo noto che sabato tra me e voi c'è stato un equivoco. Mi dispiace ... >. - Come sarebbe, gli laccio, non avevate una bella notizia da vendere? - e Io? Qmm• do mai!> risponde Gennarino; e un attimo dopo era scomparso. - (Campanello nel· la bottega. Gil~lia va via esclamando): GIULIA - G~ù Gesù! - (Giulia si ferma sulla 1>0rtr,e parla verao l'interno con qualcu.- "0.:. PC,~ rg~~gt~~~ft~~[i~ :con un giovanotto. DON ALFONSO Pe~pfrf!~~d;! ;rec~:~~3.~.nlls:~%~1~?~~ sempre a Gragnano, è vero? NUNZIATA - SI. e anche Il sabato. Fra poco sarà qui. Mangia e scappa. Non ha mal riposo. E d'altra parte ... cinque botte-ghe. Quello si è tutto moltlpllcilto per cinque. DON ALFONSO - Che uomo! NUNZtATA - Sentite. quel giovanotto che stava con voi.... chi è? DON ALFONSO - Mah ... un tale ... una persona ... NUNZIATA - Giulia dice che è tutto scassato. DON ALFONSO - Si? NUNZIATA - Non ha avuto un e dichlaramento >? DON ALFONSO - Pare. DON ALFONSO - Alla mia età? Donna Nunziata, non fatemi parlare. NUNZIATA - Acqua In bocca. Ma sapete che c'à di nuovo? Chiamatelo. queato Giaccone. Cer– ca mio marito? E avanti. Fra me e.Pep- i1;:p1~e:i:t~n"~~ls~:11~~ :~~J°"u~ tÌ~~~ti! spalancata, per me. DON ALFONSO (Fra i denti) - Anime del Purgatorio! NtJNZlATA - Come? DO N ALFONSO - Lo tace.lo entrare? NUNZIATA -SI. DON ALFONSO - A vostro piacere. (Va. alla porta. v.rso la bottega. e chiama): Don PasquaU, vo– lete favorire? (Entrctun giooonottbto pal. lido, con. la faa;ia incerottata. e un brac– cio al collo). Una scena con Totò neJl'Oro di Napoli, la l'icluz.ione cinematografica del romanzo omonimo di Giuseppe Maroua mito, si storce tulto e ml dice: cA gludl· zio vostro, donna Nunziata ... E' acquista• ta bene o male, per cinquecento lire. una bella notizia?> e Quale bella noth:la? > ri– spondo lo - e Nel vostro caso. una notizia riguardante don Pepplilo. Vi piacerebbe? Io la s,·endo per me?20 lenzuolo, cinque miserabili carte da cento. Donna Nun1.la– ta mia, e che noliLia! Nuova nuova, uno splendore! > GIULIA -E tu? NUNZIATA - SI. ml lasciavo Incantare! Gli ho•det• to: e E quella. se è proprio una bella no• tizia, basta non aver fretta. Aspetto un poco e si 1>resen1a con I piedi suol, gra• tuìtamente. Se Invece voi In chiamate bella per Invogliarmi. e farmc1a·costare cinquecento lire, allora lo vi Informo che non è una bella notizia. Ve la potete con• servare. Le brutte notizie. più. tardi arri• vano meglio è. Giulia, dico bene? GIULIA - Certo. E Gennarino si è messo l'anl• mo ln pace e se n'è andato? NUNZIATA - Macchè! E' sceso di prezzo. Ml pa• reva di essere a Porta Capuana. quando 11 sole brucia e 11pes('e e I pescivendoli non ne possono più. E si... e no... e va bene, cl ,·ogllo rimettere, una tale notizia \'e la ~~~ 0 nt~~~t:~s::::,~lr~:;,~rc°ti 0 e S!f. la fame! GIULIA - Ho capito, gli hai dato mezzo tòrtano. NUNZIATA - Un quarto. E lui, mentre se ne usciva addentando Il pane. ha strizzato l'occhio e ml ha detto: e Attcndone, attenzione: non tulle le strade portano a Gragnano>. NUNZ[ATA - Un quarto. E lui, mentre .se ne usci• va addentando Il pane. ha strizzalo l'OC· chlo e ml ha detto: e Allenzlonc, attenzio– ne: non tutte le strade portano a Gra• gnan? >. GIULIA - E che significa? NUNZIATA - Già. Che slgnlnca? Ilo raccontato Il .fatto, la sera, a tuo padre. e lui ha scos– so le spalle. Non era una risposta. vera– mente. Però ha preso Il suo librettino e In una pagina ha scritto: e Gennarino e Gra– gnano>. NUNZIATA - Che giovanotto? GIULIA - Lo conosco appena di vista. E' un certo Giaccone, Pasqualino Giaccone. di :\laterdel. Commercia ... ma non ha mat niente da commerciare. Viveva con la se> rclla. Elisa. la guantaia. una b4,!lla ra• gazza. Poi essa Io ha lasciato, non s'è più vista, a Napoli. Dicono... mammà, dicono che è stato un trasferimento per motivi sentimentali. NUNZIATA - Meno male che non ne sapevi niente, di questo Giaccone! GIULIA - Poveretto ... com'è conciato! Pesrlo di Gennarino!' NUNZIATA • - Cose da pazzi. Ma che ha fatto? Per– chè? GIULIA - Mazzate. Un dlchlaramento. NUNZIATA - E con chi? GIULIA - Va a sapere. Nessuno fa nomi. V!Jle– te parlare con don AUonso. mammà? (Campanello. La ra9a.zza. si avvia in bot• tega). Forse a voi don AUonso lo dice. NUNZIATA - Ma sl. Fallo venire. {Giulia scompor• nella. bottega. Di lì a 1tn istante a7>pare don Alfonso Rondglio: sulla scHantina, duro, nodoso, ha su ima !manria la cica• trice di uno sfregio e si esprime col tono grave, sentenzioso dei e guappi>). DON ALFONSO - Servo vostro, donna Nunziata. Cqme va, oggi? NUNZIATA - Non ml lagno, caro don Alfonso. So– lo quel wppl !uppl al cuore di tanto In tanto. Ma per carità, acqua In bocca. Pep– pino dice che lo sto bene ... e lo bene sto. DON ALFONSO - Don Peppino ha ragione. Sembrate ancora signorina ... Ml pouo permettere? Sembrate una rosa di maggio . l\'1.JNZIATA - Grazie. bontà vostra. Accomodatevi. C'è qualcosa di Importante? 1'.'UNZIATA - Si chiama Pasquale Gla~ne. DON ALFONSO - Si, un nome cosl. NUI\1ZIATA - E che vuole? DON ALFONSO - Vorrebbe parlare a don Peppino. Io gliel'ho sconsigliato, ma lui ha Insistito. NUNZIATA - Forse desidera che Peppino cl metta una parola sua. Ma Jl fatto com'è andato? DON ALFONSO - Il coraggio, a dire la verità, non glt è mancato. Prima di avere il mazzlatone era sicuro. DI averlo. Non cl poteva esse– re Il minimo dubbio. E cosl lo ha avuto, e se lo tiene. NUNZIATA - Ma Il torto, Don Al!onso. di chi era? DON ALFONSO - n torto. cara donna Nunziata. dove– te sapere che è sempre di chi piglia Il mav.latone. Ogni ospedale è una Up!m del torto. Pasqualino ha voluto aver torto. Se ne poteva stare quieto, per I fatti suol. )'lacchè? E' giovane, voi ml capite. Voleva emen::erc. voleva figurare. Ed ecco U rl· sultato: dodici punti e una trattura. NUNZIATA - )Iadonna, aiutateci. Ma la causa dl queste manate. qual'era? DON ALFONSO - Si dice Il peccato, non il peccatore. :N"UNZIATA - Ma li peccatore l'abbiamo qua, sot• to mano. E' Il peccato, che vorrei sapere. DON ALFONSO - QuesUonl d'onore. NUNZIATA - C'è una femmina di mezzo? DON ALFONSO - Quasi. Lateralmente, diciamo. NUNZIATA - E chi sarebbe? DON ALFONSO - SI dice Il peccato, non il peccatore. NUNZIATA - E I'.tltro uomo, non siete per caso voi'! PASQUALINO (Timidamenta) - Buongiorno. .• DON ALFONSO - Questa è la signora Esposito ... (co,., intel'Lrion.eJ. Rendo l'idea? La slviora di Don Peppino. PASQUALINO {Con/IUio) - Fortunatissimo. NUNZIATA - Piacere. Gesù ... voi ml sembrate una. faccia cbnoscluta. PASQUALINO (Tetro) - Non credo. E' la prima volta che ml hanno conciato cosl. NUNZIATA - Povero figlio! ... Desideravate mio ma– rito? PASQUALINO - SI... Volevo.... DON ALFONSO (lnterromJ>endolo brtt..!Camente:,con au– torilèt) - Don Peppino vi aveva detto di• stranamente di farvi vedere, qualche vol– ta. e voi siete passato un momento di qua per osstqularlo. Ecco tutto. Grazie. Don– na Nunziata non mancherà di Informar• lo. (Sospinge il giovane verso la ·porta) Buongiorno a voi. Auguri. Statevi buono. NUNZIATA - Don Alfò, un momento. Sedetevi. don Pa~uall. Glacchè cl slamo ditemi quello che ,,1 è successo. Forse un aiuto ve lo pos• so dare anch'Io. Quando una è mamma ...: Dunque c'è stata una grave orresa, un di– chlaramento .... DON ALFONSO ( lntenicnendo deciso, con. solBnnità) - Abbiate pazienza, signora mia, non è Il caso. Voi non c'entrate. Don Peppino ve lo confermerà. Sono faccende per soli uo– mini. come Il rasoio e I calzoni. Ml sa• pete .... ho una certa pratica di queste ver- tenr.e... nr hn avute e ne ho dirette centi• naia .... r dlchlaramentl. ... si tanno e non si dicono. Alla base del dlchlaramento c'è 11principio ... l'onore. NUNZIATA - Embé? DON ALFONSO - Embé, scusate: voi dell'onore vostro ne parlate mal? Lo avete e basta. NUNZIATA (ln.terdew,, arroaaendo) - E va be.ne, cambiamo discorso. ( A Paaqualino) . vo – stra sorella come sta? ·1noBianco PASQUALINO {Sobbalzando) - Mia sorella?! DON ALFONSO (Fulminandolo Co,\ un'occhiata) • .... La sirnora Esposito vt ha domandato come sta vostra sorella.. PASQUALINO - Be-ne, spero. NUNZIATA - Cosa fa vostra sorella? PASQUALINO (Sua.stdtando di nuovo) - Come? DON ALFONSO - La sla-nora Esposito vt ha domandato con fa vostra sorella. PASQUALINO (Bal ~tto.n.do) ..: E', anzi era, ruanta.la .! NUNZIATA - Brava. Un mestiere pulito, a-en.Ule. Sarebbe piaciuto aoche a Giulia, ma la• pete, le botteghe ... E voi, don Puquall, di che cosa Vi occupate? PASQUALINO - Sto ln commerdo. NUNZIATA - Quale commercio? PASQUALINO - Quello che capita. Uno si resola. .. ~ sta cosa la posso comprare ... questa la posso vendere .... DON ALFONSO (Ironico) - Quest'altra non la posso M comprare, nè vendere .... PASQUALINO (Amaro). - Già. E' questione dJ meuf. NUNZIATA (SuadeJtte, ma.terna). - No. è questlol'le f!:e~~~~rT~ d!e~~Tiaat~~·1c1: ~~!• t~l~~ Don Alfonso, voi cbe foste mio compare d'anello quando ml aposa1 con Peppino a San Vincenzo Ferrerl, vt ricordate 1n quale stato erano, allora. questa casa e questa bottega? Ma Peppino aapen ven– dere. Un sorriso qua, una carezza là, ln• cantava tutti. E che erano fa&notte, le ~ 1 ~rp~~::~~• t:~~f~~e~;~ ~:~clund~ occhiata, con un iesto,con la buona era• zia sua! DON ALFONSO - Proprio cosl. Riflettete Don Pasqu.all. n earbo, la parola. • PASQUALINO - (ACNJ Già. Ho capito. E allora J)U'– lerb. NUNZIATA - Bravo. Parlate. Parlate sempre. PASQUALINO - {Qua,1i m.iMCCio10J. Anche NèHo, qui? NUNZIATA - (Sorpdesa da, quel tOMJ. Non Hprf'l: Spleeatevt ... PASQUALINO - Sentite ... Io.... (La. porta del Keoodo lf 1ptllo,t1CS Id appare Giulia cM grido, co.u i• _,&ri): GIULIA - Papà ... è arrivato. Qua.nt't bello! fGtu– lia ri ,co,t(J e Don PfJ'PPift.O B1,-IUo 00""' pan. Giuliti torna ,,., bottega. Dml Pen4- no 3lmibra. più alto di quaato e/fettiua– mente non sia. Il aiw volto uprima ""° 3ingolare forza di carattvs. Avaua. COII lentezza, alla maniera aHorta e aoletlM dei e guappi>, Rfoolue in giro ""° 1guor– do vagamente cn&cciato. Tutti h4:11ft.O t• ciuto. Namzia.ta. lo guarda con tnera. uma. td.. Pa3qualino orTetra un poco, è evidAffl.. ~~:16h~r~m!1r: ,!~::a: b~"up:;;t no. Costui ricambia distrottamffllte U •• Zuto, ignorando Pasqua.lino. Poi ri riuol1e affettuosamet1te olla moglie): DON PEPPINO - Nunl.ià, bellezza mia, come ti 1tntl? ~ :f ~o~~:~1i eo::::trf>:'::::C: a Pa.aqualino, ma. come H lo V-.,ss ct5 una distanza eno1't'M'; ~i .ri tx>lf• a. DMI Alfonso): · DON PEPPINO - Sta con voi questo individuo? DON ALFONSO - Sl CCon inten:ione). Ml ha Unto pre– gato ... Affari ... DON PEPPINO - (Sprezzante). Gli altari non 11 trat,. to In casa. Vi dispiace di aspettarmi 1n bott~ga? DON ALFONSO u; i~m:r l":/i:::':t~ ':e;«~S::r1:. Con tutto il piacere. ( I d~ ssconoJ NUNZIATA Zi;,f_c~ lro:eg"~~ :iJJ ~~~f.•~ poca fortuna e poca salute .... DON PEPPINO - (Enigmatico) DI salute ne avrà IU\• ~~a~~ fs,~ ~:afz~ n:i'f: ={:.iei! fissa con tenerezza, ma• dlstratto), NUNZIATA - TI ha tatto qualche sgarbo? DON PEPPINO - Lui a me? (Sorride impercettU.Ut'l«I"• te). - Che diavolo ti stava dicendo? NUNZtATA - Niente. Parlava casualmente. Ha. una sorella che non fa più la euantala. DON PEPPINO - Sono fatti suol. Che altro? NUNZIATA , - Qualcuno l'ha mandato al1'01pedale. DON PEPPINO - E che ce ne Importa? Abbi paz.ienu, io gente simile In èasa non la vocllo. Qutl• lo m'è antipatico. Quando uno al fa man• dare all'ospedale. Come uomct è tlnito pri• ma di cominciare. Alla sua età, io..... NUNZIATA - (!Uuminandoti nel guardarlo) - Tu! E chi poteva competere con te! (Con. te– nero sgomento). Madonna mia! DON PEPPINO - (lnHmam8fl.te ll"8ingatoJ. E con tt? Quale zitella onorata. era paraconablle a te? (La osserva intensamente e affsttiu,. samente, ora) - Quante volte ti debbo dice che questo vestito non ml va? NUNZIATA - (Con finta sorpresa, 1m po' civetta) - Ma se lo scegliemmo Insieme ... non ti r1· cordl? DON PEPPINO - E' troppo tempo che lo porti. Basta. (PrttKd• i ti1~ lembi della camM'etts, gUe– la .stroccKJJ. (ConHnua o pag. 6)

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