Fiera Letteraria - Anno IX - n. 50 - 12 dicembre 1954

Pag.6 (Continua da pag. 5) DON PEPPINO - Ecco fatto. Domani vai alla Rina• scente e ne pigli uno nuovo. Anzi due. NUNZfATA - (Strh1gendosi sili seno la sottoveste ~p;~~~i; e felice) - Gesù Gesù. Ma che DON PEPPINO - (Patetico e senten.:ioso) - Una donna come te, la moglle di Peppino, Esposito. ha il diritto e Il dovere di essere bella. Nunzlà, quando tu non sei bella. lo sono vecchio, brutto e pezzente. Non te lo di, mentlcare .... • NUNZIATA - (Come in .!ogno) - SI, si... Come vuol ~~- ~~~;::::nr~:~. incantata). Quindici anni DON PEPPINO - Quindici mesi, anzi quindici giorni ..... Tu sei come allora ... sei bella come la sera che cl Incontrammo la prima volta .... rl• corcll? NUNZIATA - Dicesti: e Sono a pregarvi ... Usatemi la finezza..... Un appuntamento verso mez. zanotte ...> (Si baciano. Don Peppino 80· spira. Poi 8i riscuoto, BOBpinge dolcemen• te la moglie verBo la scala): DON PEPPINO - Adesso va a preparare Il pranzo. Poi t1 mando Giulia ad aiutarti. (Nz,nziata comincia a salire la scala). NUNZIATA - Sl. caro, sl. (Gli getta ttn bacio sulla puntq. deUe dita, se-0mpare). (Don Peppi. no, d1 colpo, diventa un altro. Va alla por. la che dà neUa bottega e chiama, ener– gico): DON PEPPINO - Don Alfonso! (Subito entra don Al– fonso RonciglioJ. DON ALFONSO - Eccomi qua. DON PEPPINO - Quell'Ignorante... quell'animale... se n'è andato? DON ALFONSO - Pasqualino? Macchè! • DON PEPPINO - Perché lo avete Introdotto nella mia casa? DON ALFONSO - Quello si stava Introducendo per con– to suo. Io, per evltlre comP,llcazlonl, l'ho seguito. E complicazioni non ce ne sono state ..... DON PEPPINO - Bravo. Grazie. Adesso !atelo entrare. DON ALFONSO , A piacere vostro. (Va sulla porta del– la bottega e fa 1m cenno) - Voi... Favo– rite. (Spa,irito, eaitante, Pasq1101inoentra ma 8i tiene a prudente distanza da Do~ Peppino. Cot1t11iha et1tratto un coltello a serramanico e oon la p1mta della 8Cintil– lante lama sì 1mlisce indolentemente 16 1mghie. Pasqualino /ì88a con orrore l'ar• ma. Don Alfonso si aàdoua alla parete e 088erva divertito la scena). DON PEPPINO - fFi3sando un punto vago, al di là di Pasqualino). - Vt ascolto. Parlate! PASQUALINO (Su .ssrùtan.do ). - Io? DON PEPPINO - E chi allora? Giovanotto, rleplloghia• mo. Ieri ml avete domandato spiegazioni da uomo a uomo e ve l'ho date. DON ALFONSO (Ironico) - Dodici punti e una frattura! DON PEPPINO ( A Don Alfonso): - VI prego. ( A Pa• squalino): - Ho cercato di ricordarmi• chi siete, e perciò non vi trovate all'obi• torlo. Ogni spiegazione fra me e voi era ed è superflua. Le mie ragioni sono al di sopra di voi ... non ci dovete e non po• tete arrivare .. PASQUALINO (Sommessamente) - Lo so, lo so. DON PEPPINO - E dunque? Perché ml venite a d~ sturbare? PASQUALINO f Pia,gnucoloao) - Mettetevi nel panni mleL .. Avevo una faccia cristiana e non l'ho più. Avevo una sorella e.... DON PEPPINO - La vostra parentèla con Elisa non è cambiata .. PASQUALINO - Grazie, bontà vostra. Ma ... DON PEPPINO se~s:s:~'f~~ W s~~'l:7;::::1ss~ ~r J/;: <ma>? Ho sentito bene? (Fa un pa.sso 1Jerso PaBqua.lino: Don Alfonso si intro– mette e Pasqualino, tremando, arret·ra). PASQUALINO - Per amor di Dio! Non ho detto Il <ma> che pensate voi!!! Don Peppl, vi giuro. Il mio <ma> è diverso. è tutta un'aUra cosa, ml dovete credere. (Don Peppino lo guarda con evi<iente commi3era.zione). DON ALFONSO <con sarcasmo/. - Abblamo capito. I vostri e ma> li dobbiamo guardare con• tro luce, li dobbiamo portare dall'ore– fice. DON PEPPINO (Soo3tando gentilmente l'amico) - Per– mettete? (A Pa.,qualino>: Giovinotto. par. liamoci chiaro. Fortunatamente Elisa è orfana. Ma essendoci voi, cl troviamo nel– la situazione che una donna, rispettabile quanto sia (si toçca con tin dito l'ala del cappello) non è mai abbastanza orfana. (PasquaJìno ha uno straziante sospiro). DON PEPPINO (Contintwndo): - E cosi voi mi avete stancato. Vi avverto (indicci le bende di PMqiwlino) che per l prossimi punti oc– correrà la macchina da cucire. PASQUALINO (Arretrc1ndo, spaventato, di un altro pMso) - Madonna mia bella! Ma c'è un equivoco. Io non voglio questo! ÒON PEPPINO (Rigidp, marmoreo) - Che cosa volete, allora? PASQUALINO -La vostra onorata stima .• DON PEPPINO - Mi dispiace. Ron è possibile. Vl avrc. stimato solo nel caso lmprobabile che ai– l'ospedale, In seguito al nostro dichiara mento, cl fossi andato io! PASQUALINO (Lamentosamente) - E' una parola! DON PEPPINO (Come ~e indicasse una tavola di leggt mosaica) - E' l'uso! PASQUALINO ( Di8perato, toçcandosi. la testa fa&cia– ta) - Ma se io fossi capace di ridurvi In queste condizioni, non avrei bisogno della \'Ostra stima! DON ALFONSO - Già. E' un circolo vizioso. E perciò Don Peppino non vuole avere niente dico– mune con voi. DON PEPPINO (Si limitci a indicare Don Alfonso a Pasqualino, come per dire: e Sentile? Co– si ragionano I veri uomini!>). )'ASQUALJNO - Don Peppl. vi scongiuro ... Mettetevi nel mtei panni. Siate generoso. Pure lo sono carne umana. IJ diritto di vivere pure lo cc l'ho! DON PE 0 PPINO (Vagamente 8Cosso). - Embé? PASQUALINO (Sempre pi1ì infcruorandoW. - Fatelo per Elisa! DON PEPPINO (Colpito e con tono più dolce) - Parla• te ... Che c'è? PASQUALINO - La voce si è sparsa! Nessuno ml fa più credito. Tutte le porte mi si chiudono in faccia! Che sarà di me? DON PEPPINO (Pensieroso) - La voce delle mazzate? - Sl PASQUALINO DON PEPPINO - Non quella del motivo? PASQUALINO - No. Non ancora. DON PEPPINO (Con una 8/llmattlra di beneuolen,za) - E allora è questione di tempo. Voi non capite niente. Il tempo lavora per voi. PASQUALINO (Sorpreso). Il tempo? ... Come sarebbe? DON PEPPINO - Ognuno, per Il momer.to dice: e Lo hanno ma7.zlato > e giustamente v1 di• sprev,a. Ma non sanno da chi avete ri– cevuto questa leziom!, d'accordo? e non sanno perché. Benissimo. Fra un palo di giorni gli Intenditori, gli amici. ricono– sceranno sulle ossa vostre la mia flrma. Voi non dovete fare altro che sedervi e c1spettare. PASQUALINO - Sedermi dove? DON PEPPINO - f Disgustato). Al Calrè. Sul parapetto di Mergelllna. Dove vi pare. Basta che vt vedano l segni delle ma7.zate. PASQUALINO - SI. E poi? DON PEPPINO - E poi verrà fuori anche Il motivo della nostra lite. In breve tutta Napoli, eccettuate mia moglie e mia figlia che debbono vivere tranquille, saprà che Don Pflll)pinoEsposito non va a Gragnano solo per le forniture d'olio e di pasta. PASQUALINO (Sommessamente). Elisa ... DON PEPPINO - Per l'appunto. A Gragnano vostra so– rella Elisa ha una bella casa, è una signo– ra, amata e rispettata da tutti. .. gode ot• tlma salute ed è contenta. Ml spiego. Non lavora e non ha penslcrt Ha lasciato li suo mestiere di guantaia perchè (la voce di. don Peppino è ora <111asi tenera) deve occuparsi della famiglia che aumenta. (Rivolto a don Alfonso). Dovreste vedere la bambina! Una rarità. (S'infiamma, si commuove). Io me la metto davanti e penso: e Ma chi è Peppino Esposito per. ave:- avuto una tale offerta, una tale at– tenzione dal Padreterno?>. Don Alfonso. parola d'onore, io me la metto davanti e piango! (Una pa1uci. Don Alfon8o e P<L· sq1w.lh10 fi,asano attoniti don Peppino. Costui tac:e, profonda.mente assorto in un'intima 1,-isione.Pasqualino 8i dà corag. gioe tossicchia per risc1wterlo). PASQUALINO -Ma lo che centro? DON PEPPINO fDllramente) - Idiota! Chi è il fratello di Elisa? Chi è lo zio della bambina? PASQUALINO (Fingendo ,in compiacimento clie non pub .,entire). Io! Però ... DON PEPPINO (Categorico) - Voi sedetevi e aspellate. L'avvenire è vostro. Quando a tutti sarà manifesto che Elisa ha avuto a Gragnano una degna e completa sistemazione ... da me ... dalla ditta Esposito ... allora ml da• rete una voce. In qualunque mercato o negozio del rione si dirà: e Chi. Pasqua– lino? E' il.... cognato di Giuseppe Espo– sito!> f Don Alfonso accenna. un devoto 3al1lto). E avrete più credito e stima della Barica d'Italia. PASQUALINO (Sbattendo le ciglia). Gesù. Giuseppe e ifarla! (S'illtrn1ina progressiva.mente, gesticola, sorride con gioia infantile e al– quanto scema) - Non ci avevo pensato! Mi ero fermato alla prima impressione! Che animale! ... Don Pc-ppl. avete asSC'· lutamente ragione. Scusatemi. Dimenti– cate. per favore, quello che vi ho detto. Don Peppl, adesso lo e le vostre mazzate è come se ci fossimo riconciliati ... anzi cl vogliamo bene. (Trasferisce con lu p,mt<, delle dita 11npaio di baci alle sue bende}. Benedette le vostre sante mani. don Pep– pl. Non basto a ringraziarvi. no. DON PEPPINO (Guardandolo come un fenomeno da circo) - Che tipo. E ora volete andarve-, ne? Don Alfonso ed io siamo occupatis– simi. PASQUALINO - SI. si. Abbiate pazienza. Servo vostro. Buongiorno. De Sica nel film • L·oro ,11Napoli• ino Bianco LA FIERA LETTERARIA Le riviste italiane (COnt.lnua da pag. 4) 110.tc0 perchi .solo di me so qualco.so .se lo so». Poi ci sono degli .stJU Jellci. che riflettono t cieli. sotto cui sono nott. li tuo .stile t pieno, caldo, colora– to come il tuo cielo. O come la tua per.sana. il tuo aspetto fl.– .slco. E' uno stile. direi. /atto di materia denso: lo stile di un uomo sanguigno. di uomo che beve vino e manr,ia pfue; e il vino. 8i .sa. fa buon san– gue e mette aller,ria. Ma JX)I .settu dav1:1iroallegro? E. peg– gio, .sei davvero un umori.sta? Ma come? Ma quando? Su certi giornali, d'accordo; mo nei libri? O non sei piuttosto un uomo dal cuore tenero. un .sentlmentalaccio. un di quei romantici un po' all'a,1tlca, , quali. se ridono. lo Ja1ino con la bocca 3torta? In/atti. se guardo bene, e non avallando o que.stoo quel parere. Il fondo di questi tuot libri. eui sudano d'ogni pa.rte malinconia. Malinconia. se t•uol, del ricordare: ma per lo appunto i ricordi. anche i piil lieti. ancl1equelli dd cuori in– namorati. quando rigalleggia– no 1ull'ondo della memoria. tra.scinano dietro a at uno .strascico di /or,lle morte, inco– ronandosi di un atone ro.seo e grigio. Battute dell'umorista. qua11 a smentirmi. al/forano qua e là: ma sono battute di un umorismo amaror,nolo. do– lente. angosciato: rumori.smo dell'uomo triste. DI coteste battute. ne cito una. tipica: e ... cd ecco Il devastatlulmti cimitero: di.s1epo1te dar,li scop– pi m:,lte OBsa oui volarono al cielo, dove è presumibile che le rilpettive anime. si siano a/– frettate a raccogliere per te- 11er8ipronte a indossarle nella Valle di GfOBa/at. quando pc, l'ultima cerimonia sard di ri– gore l'abUo umano>. Ma 110rTei chied,erti: qual'è li 1 1 ero e piiL autentico Marotta: quello che accende i lustrini dell'ironia e i bengala dell'u– morismo, o quella che tlen conto della ,•erità umana. co– gliendola nel vivo, senza sfor– zar/a. senza alterarla. 1rnza sorreggerlo con le bande della caricatura? E. più Jacfle /a battuta che ho .sopra citato. oppure Questo e ritrattino» delfauvocoto Pomo: « è un candido settantenne. delicato e con.1l8tente insieme. di alla 1tatura e vancl11to. con un profilo tagliente e amoro: un gentiluomo ottocentesco. t~.sti– to di ,curo. dalle scarpe agut'– u e vivide, dai calzoni ltr(Lti. M)OZZolato r nitido come una mela natalizia»? Ahimè. caro Marotta! Mi accor110 elle .sto rlmpannuc- Domenica I2 dicembre 1954 ALBERT CAMUS 1 MARTEDÌ LETTERARI * L'artista e il suo tempo secondo Albert Camus * di OLGA IAHIRARDI Un vubblico ecce.zionale, ,:,er n1w1ero e qllalità, ha aalutato Albert Camus che martcdl 30 novembre ha ini.:iato U ciclo di conferenze 1954-55 organizzato dall'Assoçia-:ione C1dturale Italiana. Tema della conferenza orat e L'artistfS et son tem1" >: da esso lo scrittore francese Ila preso le mosse per ripetere un suo credo, più volte e in vario modo àa liti calato nella concretezza dell'opera. Da e I./Etranger > a < I./llomme révolté > Camus ha in• fatti se11ipre rappresentato il dramma dell'1wm.o po– sto di fronte alla scelta tra la partecipazione e la astensione dalla realtà politica del t1110temva. Per l'artista la. dCClta ò pif, grave di conseguenze morali: ~e~fa 11 :!:~;~itietd;;~~ ~:;rf1~i~t~~trt,~~:ti:r~ 11 ~;t;:~i la soçietà a un'arena in cui il vasto dell'artista non può essere quello di spettatore im,parziale: la 81la stesaa a3tensione, H Silo silenzio, è gid. una scelta. IL complesso problema lJ di salvara l'arte nella lot– ta tra le ideologie: 3olo l'artista che non mt.:nte, che non si vergogna di restare fedele a se ste88o, risol• ven\ per sé il difficile problema. La funzione dell'arte non ò di astenerBi dCllla realtà: anzi la società in ctu la 1Jerità dell'uomo é ignorata e all'arte si domanda solo l'ellf1sione e il divertimento, non è una aocieUi destinata u so1,rau– viuere. Il concetto di un'arte irresponsabilo, fine a se steua, nutrita di 11rez10Bismi e di astrazioni, lJ altretta.nto nichilista dì quello cho t1e9a ogni f1tn– zione e t1ecessità all'arte. Un ctrtista, infatti, ò tale non it1 quanto crcc, ttn suo solitario divertimento ma in qironto e8prime in tm linguaggio chiaro a t1itti una realtd da t1ati vissuta e sofferta. Di conseguenza egli non parlerd 11eruna determinata classe e t1ocietà ma tenderà 41lanto pi,ì I! possibile a com,micare con tutti gli uomini. Ma come l'arte non 1mb sottrarsi alla rec1llà così non pub ad essa sottomettersi: il rcali8mo program– matico infatti oltrepa8sa il segno dell'arte non meno del formalismo. A qiwsto punto Canws ripete il suo gi1tdizio sul reali3mo socialista che egli definisce ttn assurdo, in q1tanto la int.ima 80stanziale realtà di ttna vita d 1 11.omo non sarà coltci nevpure dalla più fedele fotografia, poiché esse, sard. anche altrove, dove t1ola può giungere l'int11Uione fantastica. Camus ricorda la. feconda inq11iet11dine e il tormento che caratterizzarono nei primi anni della rivolluione r118sa l<r creazione J)Oetica di Bloch e Pastenak e inst-'te sul volore di scelte, 1m7>licito in ogni rappre• sentazione della rca!tà. Tra l'estetica che rifiuta la rc(llUi o q11ell(I di vro– vaganda che. si identifica con 1tn nuovo idealismo L'artt-'tci t1ceg1ierà la sita mi.:mra, la forma da dare alla realtlt ch'egli interprete,. La parteciJKtzione di 11n C1rti.1taal suo tem1>0 non è, secondo Canws, con– dizionatci 36 110n dalla intima llliin,ra e ca11crcità d'impegno. Riuolltzìonaria ò in/atti ogni rcra arte, che na8ce e si nutre da una 11uova int1dzione della realtà, che è sempre 1m bisogno di nuovamente com– prendere e interpretare la realtà. L'in17>egno di ogni artista. - conclude l'Qratore - è di parlare per quelli che 110n sanno farlo; di ser– vire la gioia e il dolore degli altri 1tomini, al di .,opra di tutti i JKrrtiti. Uartì.sta libero crea a se .,te88o 1<t a1w. legge elle q11attto più lJ rigorosa tanto più grande arte produrrà. PoicM il tempo degli arti• ali irres])Onsc,bili è finito e la sang11ino3a realth della no3tra epoca pone agli artisti contemporanei gravis- 3jn~i problemi. ,.OLGA LOMBARDI r;~:rr:!~::~'.:EJ:. g::~ff. ''LA FIG L. IA. D l JOR 10 diamone !l { I.lo. per amvare a ' d'S<"orrere currcntl calamo d1 , un altro t,,n libro, A M!IAno non !a freddo. il quale serve ., ' p!it d'ogni altro alla mfa tesi. · p:.:i~~:~r:i~t:recn":e i~.;:~= (continua.?. d~g. t) ~~asu8·,u~rev~~~i:a~'ir~: ~~ ~l~~:~~~~~1~!11;!~: :rl~l~~~:1~I~e\t;?m~~t1:ecrl~~-c~1~~:~wg~~1:e~o1:ss:a·r:3c:t ::~~~~~~~ ~i:O:'~~,~:=i':~r! ~rt~?.la~~es!L~n F1;w: 1 d~OljCO';J~ ~~~a~~~ ~!~i:~~~~~ ~ 0 ~1 1 d1,~~~~a 1 ~tii°z~~~; ~~ d!~~it~~ngu~~~~~ ~etri~= ~~~n~i1. 6 d 8 e~àm\ur:te~~i~~ in una d1 911e1_te 1er... opl!unto quella pagina di singo !A.re In- l'!ntcmo della produzione plz- (dAlla trepida e aUettuosa te- stri grandi Teatri: le plu p&r• alla Mandalart e alla Cadonl per una ma d1 que,ta Milano. t.ensltà e perfezione e rJa.;;.sun-zettlana. rappresenta un -'mo- nerezza di Ornella alla bestia- te sorto spet.tacoll di bellissima (Favetta e Splendore>. alla Ca– che t lo nostra citM. e tutta- ta con funZlone di ped11le (In mento deJ più pieni e tocca uno le. .rozza ed elementare vJo- apparenza. frutto di più o me- nall ( Teòdula di CinzioJ al dut...– uia tanto ci è cara. Tu. certo. senso espres.sh ·o. non tecnico- del 11\·ellf più Alt.I. Anche In lenza di Lazaro di Rolo) et è no gcnlall lm1novvlsazJoni di tih.s.-;JmlGaudioso (Ferno di ~?~n~ o.sj; a:~':,id~ll~i t~~,:r:~~: !~:~~1f.bpe~~~~t:ta ~1°~~? i~=n:~t::ìs~~i! °J:ff: 3:! :'re~~o u~a ~16~~~~ 1 ~u~~l t ~\~~r~!iAe lach;ro~o~rj~~ fie;t~ ~i ";ri:f;to;e~n e m~:l1~~~ certo. ho nostalgia c!f Ferrara sa. ed è la più ldoneA a sug- clnmazlone brulicante di pa- sica (per noi sopra,•anzat.a da telllgcnta musicale. sta man- re), al provvedutissimo Clabas– e della ma R~magna delle gerircl Il paes.,gglo pastorale, role affannosamente coperte unn maggiore plasticità e in- gtand061 allegramente li capi- si (Cosma) e elln Sani (la Vec– colllnc alte che a pxo a poco quale la tragedia s'Inscrive. '110-dalle note. !~nera qua e là c!s\one delle scene precedenti) tale. (Per spiegare l'accenno chia dell'erbe}. prendono il 1>0/0 verso la ter- lcntement,e adergendosl. Tale delln monotonia: ma. n parte ha una !ortisslma presa sugll pessimistico osserveremo che al La regia di Rossellinl. alle ra di To.scana: ma purtro11po riassunzion~ non è priva. oltre che la monotonia In genere. e ascon.atori. L'ultlm'Rtto pur ac- livello dello spet.t.flcolo di ler prese con le masse liriche (spe– le 11 ostaloic /a&clano la bocca tutto. di una profonda. quasi specie quella di Pl7.zettJ. può cu5Rlldo. come R noi sembra. sera - cosl ca.sto.so nella no- cle I Cori} lont.anl.ss! me - per amara: cd t Inutile stuu1carle. slml>Ollcn significazione. testi- benWlmo Implicare valori po- un11leggera flessione nella SO· stra organizzazione altrettanto ln\'Ctcrate abltudlnl e per fer– Megllo guardarci attorno. Ml- montando della fedeltA a se sltM, più frequentemente che stanza musicale rispetto al pri- appariscente quanto fragile - ree esigente musJc11U - da una /ano i tut!a pietra cemento. st~ dell'Autore: fedeltA stl- In 11ltreopere. In questft Figlia mi due. ha un11e tenuta• mag- necessariamente cl sl mantiene scrta mcntalltA scenica. ha !at...- ~f1~!J~;::~f ~n ~; 0 ;~~n~e~:~ ~~~tia·d1nt~~~a1lt'ia ti~t1~~ f.~~:::· t1~1~i~ c;~~ldeài ~':itl· ~~~:~ ~~~/ l~~~l~i~i ~~l]o~~i,•eiio :i;~~=:~::~ ~o ~~c~l~~:r~en r:~!.°4':-t~fr~~ cetriolo 10 cerd,i col 1a 11 tem,- tera. che In tempi di lnqule- note. Il art.lcola In ben lndivl- e della folla Imprecante contro nando Rffesecuzlone. daremo la at.tegltiamenli e di espressioni 110 • comunt1ue ha un·aria a- tudlne quasi sempre gratuita duat! e plastici attegglamenll. Mila. La chiusa delropcra cl è palma. congiuntamente. a Ola- che è un punto di arrt,•o per pc;ta e bonacciona che finisce e ~pesso torbida - come quelli 11ev1t.andolle lllumlnRndoll dal &"mbrata non concedere la de- nandrea GnvRt-ZCnle a Clara gente usa a emuo,·ersl » a ogni g;r :t~~$O~~i:1a!~~ 10 ;ade~c:;;~ ~I~~ vl;:_~n;gia~.cos;t~r~~~lA~~t1a~~1.~~o~;~ ~~::;eere (s: '~~; ~~ ~nd~ es~~r:g;:n~np~r-z'ò:! ~-~~ 1 :i~~I !~~~a 1 : ~~= ~f:~~ ':wfe1~ri1mr;~a~l~nfbbR– bu~~re: ·e 3ia pace alle animt fa'! :!~ ;e~=). <;~:~d~ f~~!~~~~~ m~c~~h~ir~'. ~:~~-0 i! 1 Cif:°r:ag~g1~ 1 ~ ifa~;11~~;:;:ri~tesl~~~~~ie e ~~r!~ pe~~~o sf! è ~~-d~I~ 'n.:: nostre. morale, insomm11. dl PlzzeUI. dove abbondano le sonorttl\ dolcissimo Do finRle non è sta-1cM fervidamente sicura: alla to come di consueto (ha b~- A me quc.sta idea di r;,lrare che in un certo senso 11vvertla- tra11oarentl e nettAmcnte rl- to sufficiente P. {Arti dlmenti- seconda. per la sua prestanz11 gno. specie nel settore femml~ Milano in tuo compagnia t re- mo come un 0!1tacolo11llacom• levate atnorant.1 con grat.A care del tut.to 11brusco volta- interpretativa musicale e nlle. dl un Innesto di voci fre- 11uta leggendo e rileggendo prenslone piena dell'Artlst.11: frequenza sulle sonorità di fon- faccia di AH9f, problematico.scenica - RSSO!utamentelnfrc- sche>. Eincacemente e,·ocatJ– aucsto tuo IJbro. Basta Il t 1 t<>- nel senso. che Inducendoci In do {per esemplificare un11 \'OI- personaggio troppo facilmente quenlC. Tra gli artisti. cltere- ,•e. nella loro Intonazione più lo per capirne il 1ucco. A M\111-uno stato d'1m!mo di proron- ta tanto: oboi e clarinetti In persuaso dall'autoaccusa della mo subiti': dopo Mirto Plcrl-t! veristica che ra,·olosa. le sce- no non fa freddo. tu dici. Non dls.simo rt.o;pctto.forse cl ,•!eta accordi di nona. o In llmp\dls- eroica Mila. un A.ligi dRlla dl:rJone nltldls- ne di Cristlnl fa freddo perchC. e ri.!caldarci. di flggere lo sguardo nell'opc- slme teru nell11scena tra Or- Esecu:rJone di altissima cles- sima. e ricco di risonanze lnte• Successo caloroso, con un.. c't il /ochere/lo del cuore, dei rn. per cercare di concludere nella e Mila al second'atto: po- se li S. Carlo ha spiegato tut- riori: Olengtacomo Guelfi. po- ,·entlna di chiamate a tuttJ ~il ricordi, del/t simpatie uman~- sul suo definlti'10 (leggi: este- co prima dolcissimi t.rombonl. te le sue batterie. allestendo iente e ,·eemente Lntnro di artefici dello spett.acolo. e r•.11- E a consolare! c'è il /argl') suo• Uco) peso e valore. sotto la stupenda pagina di uno spettacolo arrunlrato dal Rolo. Maria Luisa Malagr!da minanti In affettuose acclar.,a,. no delle campane. che di prl- Sia come si Sla: e rinviando Co.smo). pubblico e dal eriticl di tutta duttile e affettuosa Ornella. rd zlonl a lldebr11ndo Piu.ettl ma $era dondola e ridondo/a, un ruscouo più generale. che DeJ tre atti dell'opera. Il plu Ja penl.sola. qui convenuU In Elena Nicola!. monumenta:e GIAço,10 SAPONARO \,

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