Pro Pace : almanacco illustrato - 1916

58 PRO PACE 5ullaso·DldiaElltaErrparomEssa .... ----o---- !AMO un mesto pensiero agli irredenti, che soccombettew, alla vigilia di raggiungere e di veder realizzato il loro_ sogno Padioso di libertà e di ritorno in grembo alla gran Madre Italia! 0 Ruggero Fauro, Riccardo Pitteri, Albino Zenatti e Giacomo Vene,:ian furono perdite immense per quelle provincie desolate, che già l'Austria crudele aveva privato dei migliori elementi, ghermendo gli uni come ostaggi o incorporandoli nelle sue soldatesche, altri fucillJ,ndo o impiccando o condannando alla lenta agonia dei campi di concentrazione. Il meno conosciuto, il giovanissimo Rugge1·0 Fauro è stata forse la vittima che più acuto sollevò il rimpianto. Era una personalità appena sbocciata, che prometteva la più rigogliosa messe patriottica nell'ardua semplicità é nella pura dedizione di tutto sè stesso alla grandezza d'Italia. Cadde fra i primi il volontnrio soldato dal volto di fanciullo, ed ai commilitoni, che, costernati, lo guardavano giacere esanime nella sassosa trincea, pareva dormente, quasi sognasse ancori. l'Italia de' suoi trasporti, tutta redenta e per sempre. · Riccardo Pitteri, figlio di Ferdinando, podestà liberale e nazionale di Trieste, il primo a chiedere l'istituzione di una Università ·Italiana in quella città, fu altrettanto buon patriota: tutta la sua vita fu una lotta diuturna contro la tirannide austriaca. Nella sua casa egli, secondato dalla degna consorte, accoglieva fraternamente quanti regnicoli andavano a Trieste a dispetto della polizia arcigna. E, come presidente della Lega Nazionale, aveva saputo rendere inapprezzabili servigi alla causa dell'Italianità. Finissimo poeta, ebbe l'opera sua allamente lodata da Giosuè Carducci. Insieme ad altri valentuomini, fra i quali Attilio Hortis, suo amicissimo, ultimamente aveva potuto sfuggire agli artigli polizieschi; e fu a Roma che, già infermo, seppe delle vandaBibliotecc!G no Banco

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