Filippo Turati e Anna Kuliscioff - La tragedia di Giacomo Matteotti

giorno, anzi ieri, ti dicevo che la povera Velia, quando gliene parlai, era prontissima, seguiva il mio consiglio come un comando di Giacomo, tutto si doveva fare l' indo– mani. Le mandai infatti Modigliani, ma fu ricevuto dalla sorella e gentilmente allon– tanato. Vide nella casa un prete e capi subito che ci doveva essere una trama. Oggi siamo stati in automobile a ·gettare dei garofani - come altri aveva fatto - sul luogo del ratio; vi trovammo funzionari e guardie che ci dissero che non lo facessimo perchè c'era l'ordine di toglierli; infatti avevano già tolto tutti i fiori lasciati prima. -Noi li lasciammo lo stesso protestando e non osarono sgomberarli in presenza nostra. Giacchè ero li, salii con Bonomi in casa Matteotti. Sentimmo subito l'ambiente ostile. Non fu possibile vedere la Signora che • si sente male"· Nota che la sera di venerdi si abbracciava a me smaniando perchè temeva che l'avrei dopo qualche giorno abban– donata. Ho dovuto rassicurarla. I miei consigli erano un ordine. Fortunatamente potemmo vedere lo Steiner e allontanare l'arcigna sorella. Cercai di persuaderlo. Piangeva. Promise che mi rivedrebbe alla Camera. La Velia non l'aveva piìi ricono– sciuto (era arrivato alla mattina), l'aveva scambiato per suo fratello Titta Ruffo, gli aveva chiesto di Amerigo, che è lui. Insomma vaneggia. Ieri sera fui oggetto di una dimostrazione in piazza Colonna. Applausi nutriti anche dal balcone affollato dell'Associazione della Stampa. I fascisti dietro. Viva Turati e abbasso gli assassini. Mi rifugiai nella Camera, il cui portone era stato chiuso, e feci riaprirè battendo e forzando i c_arabinieri. Credono di potere cominciare a respi– rare. Avrai visto il successo di Bencivenga alla Presidenza della Associazione della Stampa, che nessuno si attendeva. Un rivolgimento c'è. Ti scrivo a baton rompu. Ho cambiato sala ire volte. Ora sono nel Comitato delle Opposizioni, Bonomi parie per Milano. Tornerà per martedi. Avrei mili altre cose da dirti. La fuga dì Filippelli fu organizzata con Filippo Naldi che prese la cabina per due. A Piacenza videro i giornali. Ciarlantini ed altri lo addditarono ai carabinieri e intanto scendeva e fuggiva dall'altra parte. Il cadavere si cerca ancora. Baldesi e gli altri andarono anche oggi a Montero– tondo. Si dubita che sia staio affondato in un lago, da cui sarebbe impossibile ripescarlo. Ma ormai comincia la discussione. Debbo smettere. Le previsioni sono varie. li duce fa parlare di un rimpasto in cui farebbe la farsa indegna di chiamarci tutti al Ministero. Ma sono imbottigliati. Sarà difficile che ne escano. Ti abbraccio tene– rissimamente. Non ti affaticare, non ti ammalare. Scrivi sempre. Baci e abbracci I popolari pare che tengan duro con noi. Non ho modo di rileggermi. Scuse! Anna a Filippo. Mio carissimo, FUippo. lf-6-924-Milano ortl7 La storia cammina, gli avvenimenti precipitano. Ricevetti poc.o fa una telefonatà della strabiliante notizia, comunicata dalla Stefani, delle dimissioni del Ministero. Ment1e stavo chiaccherando con Buozzi, facendogli vedere quanto sia impigliato Mussolini nella tagliola, da lui medesimo preparata, ed aggiungevo che per lui, se fosse n;eno megalomane, non sarebbe che una uscita: rassegnare le proprie dimis- 21 Biblioteca Gino Bianco

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