Filippo Turati e Anna Kuliscioff - La tragedia di Giacomo Matteotti
contraddizione, almeno apparente. Vedremo oggi, alle due riunioni, se ci riesce di rabberciare. Per martedì convochiamo a Roma la direzione del partito. Ma fin d'ora Canepa sta preparando un abbozzo di manifesto. Ieri sera fui di nuovo dalla povera Velia che sempre più è sulle soglie della disperazione (I). Non so se legga giornali e se abbia la forza di leggere. La notizia del " Secolo ,. sullo stato in cui fu trovato il ca– davere, per quanto smentito, il che non proverebbe nulla, ed inverosimile quanto al ritrovamento, è tuttavia verosimile nella· descrizione ed è di quelle che possono fare impazzire. Ieri sera mi adoperai a smontare le sue visioni macabre, persuadendola che o Giacomo è ancora vivo (avevo ancora il coraggio di sostenerle questo filo di speranza! I) oppure fu ucciso di colpo. Le rimproverai dQlcemente la sua visita al duce, e bastò questo per una nuova convulsione di lagrime e di giuramenti "che non aveva inteso di tradire il suo morto» ecc. ecc. Ci volle molto tempo a placarla. L'ho persuasa subit9 a costituirsi parte civile e oggi stesso Modigliani va da lei per le pratiche inerent~. I giornali dicono che stamani arrivò anche la madre. Ciò pérmetterebbe una doppia costituzione e difesa, forse una triplice costituzione in gra,zia dei figli, il che non sarebbe male per molteplici ragioni intuitive. Fra l'altro non vorrei esporre troppo Modigliani come vindice unico. La previsione di prossime violenze, forse maggiori di ogni nostra immaginazione mi sembra autorizzata dal contegno di tutta la stampa, anche di quella filofascista, fascista e mussoliniana antifascista (il «Sereno» per es. - non so se tu I.ovedi - è oggi molto deciso, non meno del « Piccolo » e del " Giornale d'Italia ~) che domandano che si vada a fondo, accu_sano la Pubblica sicurezza di comparismo e fanno inten– dere la sorpresa perchè il Direttore del « Corriere Italiano», Filippelli, è ancora à piede libero. Ma, se Filippelli è trascinato da Dumini, ·egli a sua volta trascinerebbe Cesare Rossi e Finzi, e poi e poi..... Si fanno intimidazioni a questi giornali e si di– stribuiscono denari ai testimoni. Ma la frana potrebbe essere- più forte di tutte le intimidazioni e di tutte le corruzioni. Nello stesso afnbiente della Camera, fra g1i stessi fascisti, che rimasero come annichiliti sotto il·breve discorso di Gonzales, vi sono due correnti in conflitto: quelli che sentono il disagio e vorrebbero IÙscandalo e la selezione, e 1 quelli che vogliono il soffocamento di tutto, o per assicurarsi le pingui • mangianze» o perchè intravvedono che una qualsiasi concessione potrebbe essere la rovina del fascismo. Non mi pare dubbio, anche per il contegno del capo e pel suo discors'O di ieri, ma sovratutto per la logica delle cose, che la seconda corrente deve prevalare. Il duce • punta i piedi a terra». La speculazione sulle pre– tese speculazioni nostre è la parola d'ordine. Oggi • La Voce Repubblicana,. deve pubblicare un manoscritto destinato ali'« Impero» (dove però non usci) che esaltava il delitto contro il "provocatore• Matteotti. I fatti sbalorditivi che si raccontano alla Camera non te li posso tutti riferire. Certo la confusione è al colmo: ma dei con– sumati delinquenti come quelli avranno ragione di tutti i pavidi che hanno di fronte. Quel comitato delle Opposizioni è una vera pietà: Neppure il cadavere presente del povero Matteotti, che vediamo senza av·erlo vistq, che avremmo potuto gettare nella seduta· dì ieri davanti al banco del Governo e tenervelo ritto come una maledizione, neppure esso ha virtù di infondere un briciolo 'cti coraggio in nessuno di noi. Sen– tiamo che lo massacriamo una seconda volta e che non ci deve perdonare. Nessuno potrà sostituirlo nella Segreteria del Gruppo e del Partito. Come av- (i) Se vuoi scri\erle, puoi indirizzare Velia Tilla Matteotti, Via Pisanclli 40, angolo Mancini (Quar– tiere di Via Flaminia). Per te ha una grande devozione. (Nota di Fi/ipp0). 18 Biblioteca Gino Bianco
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