Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Cesare Battisti' Quando, sugli ultimi del 1893, Cesare Battisti venne a Firenze, dal suo Trentino, studente dell'Istituto superiore, era irredentista puro e semplice. Visse in Italia nel periodo delle origini eroiche del socialismo.· Fu conquistato, insieme al gruppo dei suoi giovani am1c1, dalla nuova idea. Quando gli studi universitari furono conchiusi, il suo spirito aveva definitivamente fissata la sua vocazione. Un tempei;amento meno forte e meno generoso sarebbe rimasto in Italia; si sarebbe dedicato agli studi geografici, in cui fino dai primi lavori si era affermato maestro; sarebbe entrato nella carriera universitaria, che gli si schiudeva dinanzi senza ostacoli; avrebbe aspettato gli eventi, utilizzando la pace, che sembrava allora incrollabile, salvo a utilizzare con , comodo, a suo tempo, anche la guerra. Ma la voce della terra nativa lo chiamava, fascinatrice e fatale. In quell'angolo infelice del mondo, intercettato dal suo centro naturale di vita economica e di coltura, soffocato dalla oppressione tedesca lenta, sottile, implacabile, c'era una missione da compiere modesta e sublime: fare delle classi proletarie rurali e cittadine del Trentino una forza viva e attiva nella storia, rivendicarne i diritti contro il misoneismo semifeudale delle classi superiori italiane, ma nello stesso tempo sottrarle al dominio della burocrazia austriaca e del clero; svegliare la borghesia italiana dal torpore nazionale di una resistenza passiva, in cui ogni energia e ogni fede si dissolvevano, sospingerla a lottare risolutamente contro il regime austriaco, ma costringerla nello stesso tempo a riconoscere i nuovi diritti del popolo per averlo consenziente nella lotta nazionale: fare, insomma, nello stesso tempo, organizzazione e conquista socialista ed eccitamento e difesa nazionale. Con animo sereno, con visione lucidissima della necessità a cui andava incontro, si seppelH per quindici anni in quel frammento d'Italia strappato all'Italia. Lo accompagnava la intelligente e santa creatura, che aveva conosciuto durante gli studi all'Istituto superiore. La chiamavamo con affetto fraterno e rispettoso "la nostra Ernestina. 112 Oh, quanta parte della nostra formazione intellettuale e morale giovanile dobbiamo a questa donna, tutti noi, che le fummo vicini, in quegli anni, insieme a Battisti! Quindici anni di fatiche oscure e di lotte disperate e di amarezze immeritate e di sacrifici inauditi. Ebbe nemici non i soli poliziotti e magistrati austriaci, ma anche i conservatori italiani che erano turbati da quell' azione cosf nuova, e, implacabile quanto l'Austria, piu insidioso della stessa &2 1 Da "l'Unità," VI, n. 28, 12 luglio 1917, a firma "Gaetano Salvemini." [N.d.C.] 2 Ernestina Bittanti, che divenne poi moglie di Cesare Battisti. [N.d.C.] BiblotecaGino Bianco

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