Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Storia e scienza intenzionalità che negli avvenimenti umani collega effetti a cause. Il mattone che cadendo da un tetto uccide un uomo non aveva alcuna intenzione di uccidere la sua vittima. Se la vittima fosse stafa uccisa da un altro u01~0 ci sarebbe stato piu che la semplice morte: ci sarebbe stata l'intenzione di uccidere. Nelle attività umane la causa è non solo l'antecedente indispensabile, ma anche l'intenzione che produsse l'avvenimento. Dove si tratta di fatti fisici lo scienziato -dovrebbe parlare di antecedenti indispensabili o condizionanti e non di cause. Il concetto di causa è di origine antropomorfica e se ne dovrebbe far uso soltanto quando si esaminano fenomeni umani. Da questa differenza deriva una divergenza essenziale fra la tecnica dello scienziato che si occupa del mondo fisico da un lato e quella dello storico e del sociologo dall'altro. Dove sono in giuoco fatti fisici lo scienziato è obbligato a considerarli dal di fuori. Lo storico e il sociologo possono considerare i fatti umani non solo dal di fuori ma anche dal di dentro. E considerandoli dall'interno essi sono in grado di utilizzare l' analogia fra la loro esperienza personale e quella degli uomini che furono gli autori dei fatti in esame. Noi respingiamo la teoria secondo cui il movimento intellettuale del secolo decimottavo fu l'unica causa della Rivoluzione francese, perché sappiamo che a quell'insurrezione parteciparono grandi masse di contadini e operai, masse illetterate prive di qualsiasi conoscenza di dottrine filosofiche o politiche; e per analogia con la nostra esperienza personale riteniamo che se noi fossimo illetterati ed ignoranti e ci rivoltassimo contro la società in cui viviamo, la causa della nostra attività rivoluzionaria dovrebbe essere ricercata non in impulsi ideologici ma in altri motivi, per esempio nei nostri guai economici. D'altra parte riteniamo che fra le cause della Rivoluzione francese dovrebbero essere annoverate anche le dottrine filosofiche e politiche sviluppate in Francia durante il mezzo secolo precedente la Rivoluzione, perché abbiamo osservato che le , classi colte invocavano continuamente tali dottrine mentre stavano distruggendo l'antico regime; e di nuovo l'analogia con la nostra esperienza personale c'induce a pensare che nessuno di noi, qualora partecipasse ad un moto rivoluzionario, professerebbe pubblicamente dottrine filosofiche e politiche che non costituissero veramente un elemento delle nostre convinzioni. Tutti i ragionamenti dello storico e del sociologo possono essere ridotti a questo comune denominatore dell'analogia con la nostra esperienza interiore, mentre allo scienziato che ha a che fare con fenomeni fisici manca l'aiuto di questa analogia. Ne segue che quanto piu vasta è l'esperienza dello storico tanto meglio egli sarà in grado di comprendere il passato. Chi abbia una larga esperienza di fatti economici riuscirà meglio quale interprete della vita econcmica di mille anni or sono di chi sia privo di qualsiasi esperienza in quel campo. Chi ha una ricca esperienza di fatti militari riuscirà meglio 155 Bibloteca Gino Bianco

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