Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti metodologici somiglianze costanti; ed esprimendo queste somiglianze e diss~miglianze costanti in formule sintetiche, cioè leggi che ci diano la possibilità di predire che l'apparire di un dato fenomeno sarà il segnale che indicherà l'apparire di altri fenomeni indissolubilmente connessi con il primo. Gli interessi pratici non devono essere considerati dallo studioso con disprezzo. La geometria è nata dal bisogno di misurare il terreno agricolo. L'astronomia scientifica si è sviluppata originariamente dal bisogno pratico di regolare il calendario. Lo sviluppo della geografia fu collegato agl'interessi commerciali. L'invenzione delle armi da fuoco fece · nascere lo studio delle leggi del moto: le guerre e gli assedi del secolo decimosesto servirono come laboratori di meccanica sperimentale e prepararono la via alle scoperte di Galileo, Huygens e Newton. L'idrostatica fu suggerita agli ingegneri italiani dei secoli decimosesto e decimosettimo dal bisogno di regolare il corso dei fiumi dell'Italia settentrionale. Le ricerche di biologia di Pasteur furono intraprese per soddisfare gl'interessi dei coltivatori di bachi da seta e dei commercianti di vino. Da questa duplice speranza di natura pratica - cioè la speranza che la storia possa rivelarci le nostre origini e la speranza che le leggi sociali possano rivelarci le leggi della vita sociale - è nato lo zelo quasi religioso per gli studi storici e sociali che caratterizza la nostra epoca. Questa stessa speranza spiega perché sentiamo il bisogno di discutere i nostri metodi di ricerca, la bontà dei materiali su cui lavoriamo e l'attendibilità delle nostre conclusioni. Questo spiega perché molti storici e sociologi si chiedono: Sono la storia e le scienze sociali veramente delle scienze? [ ... ] Può la società aspettarsi dal nostro lavoro una sicura conoscenza del suo passato e quindi di se stessa, la scoperta di leggi a cui le attività umane devono conformarsi e la formulazione di disposizioni pratiche che non siano puramente empiriche? Oppure non c'è proprio speranza che i nostri sforzi riescano un giorno ad afferrare la realtà obiettiva, e devono quindi la storia e le scienz~ sociali essere condannate per sempre a produrre o finzioni dell'immaginazione, piacevoli o no, oppure disonesta propaganda? È nota la storiella di quello storico inglese del secolo decimottavo che, mentre era in prigione per debiti, udf il suono di una disputa nel corridoio vicino e cercò di capire che cosa stesse accadendo. La natura contrastante delle relazioni gli rese impossibile scoprire la verità. Egli concluse che, poiché non era capace di sapere con sicurezza che cosa era accaduto poco tempo prima proprio sulla soglia della sua camera, non avrebbe potuto mai apprendere che cosa fosse avvenuto in tempi e luoghi remoti. Perciò rinunciò a scrivere storia. È giustificato lo scetticismo di questo inglese di delicata coscienza? In questa discussione, storia e scienze sociali affogano o nuotano insieme. Lo sforzo tendente ad. accertare somiglianze o dissomiglianze costanti tra i fatti o gruppi di fatti forniti alle scienze sociali dalla ricerca storica sarebbe vano se i fatti stessi non offrissero garanzia di certezza. Non si può costruire un edificio solido con materiali privi della consistenza richiesta. 144 BiblotecaGino Bianco

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