Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Una questione di date palio delle vanità. Finalmente un uomo aveva detto di no, e se ne era tornato a casa da quella sentina di politicanti, principesse, prostitute, preti, commendatori, affaristi e mezzani che era Roma. Si poteva dunque sperare un avvenire migliore per quel paese sventurato? Forse che sf forse che no. Sotto l'impressione di' quel rifiuto, bene augurato, scrissi alla moglie di uno dei due "amici della Svizzera" in data 4 giugno - si noti la data: 4 giugno - una lettera in cui dopo aver spiegato le ragioni per cui non spasimavo dalla voglia di tornare in Italia a fare eventualmente la parte di chi sta in chiesa a dispetto dei santi, aggiunsi: "Io farei un'eccezione e butterei tutto per aria in un solo caso: che Ferruccio Parri diventasse Presidente del Consiglio, e avesse bisogno che io andassi ad aiutarlo a Roma, preparando progetti di legge, facendo studi, aiutandolo con tutto quello che io posseggo di cultura, di conoscenze e di forza fisica. Se si desse questo caso e lui mi telegrafasse di andare in Italia e facesse qui le pratiche per farmi partire, partirei immediatamente, senza domandar niente, senza preoccuparmi di niente, nel solo scopo di arrivare a Roma al piu presto possibile e mettermi al suo servizio. Se questo non avviene, e non mi pare che possa avvenire, io temo che rimarrò qui per gli ultimi anni della mia vita salvo, ben inteso quando ciò sia possibile, venire in incognito a Firenze ad abbracciarvi tutti prima di . " monre. È chiaro che il Ferruccio Parri, col quale sarei stato felice di collaborare, era quello che rifiutava l'ufficio di Primo Ministro oggi, ma avrebbe po– tuto e dovuto accettarlo domani quando la sua ora fosse suonata in condizioni ben diverse da quelle d'oggi. Ma non avevo molta fiducia che questo potesse avvenire. Due settimane non erano trascorse e Ferruccio Parri accettò di esse– re Primo Ministro. In data 3 luglio a uno dei due "amici della Svizzera" che io credevo fosse ancora nella Svizzera, scrissi quanto segue: Come vorrei conoscere il tuo modo di pensare sulla situazione creata dal nuovo ministero! Io ne sono assolutamente atterrito e demolito. Ho per Ferruccio Parri il rispetto e l'affetto che... non avevo mai avuto per Bonomi. L'ho sempre creduto una gran forza morale e una delle poche figure di primo piano capaci di servire utilmente il paese nella sua rigenerazione. E temo assai che presto gli agenti inglesi, d'accordo coi monarchici e coi clericali, e con gli stalinisti riesciranno a demolirlo, creandogli diffi– coltà da cui lui, seguito da pochissime forze, molte delle quali infedeli, non riescirà a districarsi. Durante la lotta contro i tedeschi e i fascisti nel nord, egli deve aver avuto altro per il capo che leggere i giornali ed interpretarli. Temo che Bonomi e De Gasperi gli abbiano dato false informazioni sulla vera situazione, e che i piccoli uomini nel suo partito impazienti di diventar ministri e... consoli, abbiano contribuito a deviarlo. Se avesse negoziato da pari a pari con gli inglesi e avesse ottenuto: 1) l'im– pegno di invio immediato di carbone, materie prime e pane in Italia; 2) la revisione delle clausole piu feroci dell'armistizio finanziario ed economico; 3) l'impegno bilaterale italo-jugoslavo di risolvere coll'arbitrato la questione della frontiera; 4) il diritto di convocare immediatamente le elezioni amministrative, e le elezioni per la Costituente al piu tardi nella primavera del 1946, e frattanto il diritto per tutti di discutere la 719 BibliotecaGino Bianco

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