Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Churchill, Hitler e Mussolini estera. (Risate). Fu perché l'altra parte usava la violenza armata contro il regime democratico. McGOVERN:Riteneva allora il mio onorevole interlocutore che il fascismo fosse preferibile? CHURCHILL: Non mi spavento affatto di nulla che abbia potuto dire nella mia lunga vita politica. (Applausi). Ritenevo senza dubbio, in quel momento, che il tipo di regime insediatosi in Italia a quell'epoca fosse preferibile al precipitare dell'Italia nella furiosa guerra civile bolscevica che imperversava allora in molte altre parti d'Europa. Non fu nel 1928, ma 1n una conferenza stampa tenuta a Roma il 20 gennaio 1927, che Winston Churchill, allora Cancelliere dello Scac– chiere nel governo Baldwin, fece la seguente dichiarazione: Non ho potuto fare a meno di essere conquistato, come è già accaduto a molti altri, dal comportamento semplice e cortese del signor Mussolini e dal suo atteggiamento calmo e distaccato malgrado tanti pericoli e tante responsabilità. In secondo luogo, chiunque poteva rendersi conto che non pensava ad altro che al bene durevole del popolo italiano, cosi come egli lo intendeva, e che qualsiasi altro interesse di secondaria importanza non aveva alcuna presa su di lui. Se fossi stato italiano sono certo che sarei stato concorde con voi dal principio alla fine nella vostra vittoriosa lotta contro i bestiali appetiti e le passioni del leninismo. Dirò tuttavia una parola su un aspetto internazionale del fascismo. All'estero il vostro movimento ha reso un servizio al mon– do intero. Il grande timore nutrito da ogni dirigente democratico o da ogni leader delle classi lavoratrici è stato quello di essere minacciato o scalzato da qualcuno piu estremista di lui. L'Italia ha mostrato che esiste una via per combattere le forze sovver– sive che può indurre le masse popolari, se ben guidate, a riconoscere il valore delle società civili e a desiderare di difenderne l'onore e la stabilità. L'Italia ha offerto il necessario antidoto al veleno russo. D'ora i~ poi nessuna grande nazione rimarrà sprov– vista di un ultimo mezzo di protezione contro il cancro del bolscevismo. Ma si può osservare che Churchill non attese il 1927 per manifestare la propria ammirazione per Mussolini e la sua opera. Si trovava a Firenze in quelle giornate dell'ottobre 1925 nelle quali cinquanta negozi vennero saccheggiati, 7 persone uccise e molte di piu bastonate a sangue dai delin– quenti fascisti. Non esisteva a -Firenze violenza armata la cui minaccia do– vesse costringere la parte avversa ad usare la violenza armata. La violenza veniva usata solo dai fascisti contro gente disarmata. Né esisteva il minimo pericolo che "tutta l'Italia precipitasse nella furiosa guerra civile bolsce– vica che imperversava in molte altre parti d'Europa." Non c'era guerra civile bolscevica in nessuna parte di Europa né nel 1925 né nel 1927. Per quanto riguarda l'Italia, già il 2 luglio 1921 Mussolini aveva ammesso che "dire che esista ancora in Italia un peri2olo bolscevico significa avere .interesse a sostituire la paura alla realtà; il bolscevismo è stato vinto." Ma nell'ottobre 1925 gentildonne e gentiluomini fiorentini si contendevano Churchill come ospite d'onore, e lo portarono a visitare i negozi saccheg– giati. Churchill rimase ammirato dei fatti di cui era testimone. Forse disse ai suoi ospiti che 1n Irlanda, qualche anno prima, al tempo dei Black:and 681 BibJioteca Gino Bianco

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