Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America a 300 grammi al giorno per tutta la popolazione dell'Italia "liberata" e ripeté "ordini inequivocabili" a questo scopo il dicembre scorso. Ma que– sti "ordini non furono obbediti" (New York Times, 11 febbraio). Chi disobbedf a quegli ordini "inequivocabili," obbedf anche ad altri ordini altrettanto "inequivocabili" che dovesse disobbedire. Gli ordini di obbe– dire furono dati da Roosevelt, e gli ordini di disobbedire furono dati da Churchill. E siccome l'Italia era stata consegnata dal Presidente Roosevelt a Churchill come "sfera d'influenza" britannica, gli ordini di Churchill annullarono gli ordini di Roosevelt. Gli ordini di obbedire li dette Roosevelt per dar da bere ai cittadini d'origine italiana in America, mentre gli ordini di disobbedire furono dati da Churchill per non dare da mangiare agli italiani in Italia. Roosevelt fu responsabile direttamente per gli ordini da obbedire e indirettamente per gli ordini da disobbedire. Se dobbiamo credere a Drew Pearson (Progresso Italo-Americano, 11 febbraio 1945), quando a Quebec la questione italiana fu sollevata e gli fu detto che occorreva fare qualcosa per la ripresa economica di quel disgraziato paese, Churchill proruppe: "Al diavolo! Noi sfameremo gli italiani e niente piu." Nel convegno di Yalta, Mr. Hopkins2 rifed sulle "terribili" .condizioni dell'Italia, ma Churchill "tenne duro" nell'affermare che bisognava limitarsi agli "aiuti alimentari," e non si doveva as– sistere il popolo italiano "a ricostruire la rovinata economia a spese del popolo britannico o d'altra nazione alleata, finché la guerra non fosse cessa– ta." "L'Italia, quale ex-nazione fascista non ancora liberata, avrebbe dovuto essere trattata piu come la Germania che come la Grecia, data la entu– siastica cooperazione prestata dal suo popolo nell'uccidere combattenti alleati durante la prima fase della guerra." Disse "entusiastica!" Si era dimenticato l'entusiasmo da lui mostrato per il "grand'uomo" Mus– solini e per il regime fascista finché Mussolini non pestò la coda al leone britannico. Accecato dall'odio come un amante deluso, l'uomo non riesce a ca– pire che lasciare fare agli italiani del loro meglio per riorganizzare la loro struttura economica sarebbe utile anche allo sforzo militare alleato in Italia. Recentemente, Dean J ames M. Landis della Harvard Law School, che fu Direttore Americano delle Operazioni Economiche nel Medio Oriente, spiegò alla Scuola di Affari Internazionali di Radcliffe College che "il sem– plice aiuto è inutile senza la ricostruzione." "Se dopo aver fornito il cibo a un paese non si ristabilisce la sua agricoltura e il suo commercio interno, dovete dargli sempre piu cibo invece di meno e meno." (Christian Science Monitor, 28 febbraio 1945). Si tratta di senso comune. Ma dove non esiste buona fede non esiste nemmeno senso comune. E non esiste né buona fede né senso comune nel Ministero degli Esteri britannico per quanto 2 Fu uno dei piu intimi collaboratori di F. D. Roosevelt. Nei primi anni del New Deal diresse alcuni Enti federali per i soccotsi ai disoccupati. In seguito Roosevelt gli affidò varie mis– sioni diplomatiche. Accompagnò il Presidente alle Conferenze di Casablanca, del Cairo, di Teheran e di Yalta. Fu consigliere del Presidente Truman durante la Conferenza di San Francisco che dette vita all'ONU. Morf nel 1946. 648 BibliotecaGino Bianco

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