Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Il congresso di Bari Lo spazio mi manca per seguire giorno per giorno il conflitto che si sprigionava, n·on appena se ne presentava la possibilità, tra i sentimenti antimonarchici prevalenti ovunque ed i tentativi per deviarli verso la reggen– za. Ma è necessario saltare, per quanto di mala voglia, il dicembre 1943 ed arrivare al gennaio 1944. Secondo l'Office of W ar Information - la fonte piu attendibile che abbiamo oggi sugli avvenimenti italiani - nel gennaio del 1944 il senatore De Nicola (fascista tesserato ad honorem, fatto senatore da Mussolini) pensò che fosse il caso di abbandonare l'idea della reggenza ed adottare quella della Luogotenenza. Già durante la prima guerra mon– diale il Re aveva lasciato la cura di firmare le carte ad un Luogotenente. Poteva ora fare lo stesso senza abdicare. De Nicola propose la sua bella pensata al suo amico Conte Sforza. Questi e Croce e "altri rappresentanti del Partito Liberale, dd Partito Democratico Cristiano e della D·emocrazia del Lavoro, accolsero con entusiasmo questo piano." I cosiddetti rappre– sentanti degli altri cosiddetti tre "partiti," i partiti del popolo minuto, fu– rono lasciati fuori dell'accordo. Ma avrebbe . il Re accettato l'idea della Luogotenenza? Data la te– stardaggine del vecchio, e dato che gli Alleati avevano l'obbligo di la– sciarlo dove stava se lui si fosse intestato a rimanere, il Re molto diffi– cilmente si sarebbe arreso. Bisognava perciò scatenare contro di lui una campagna cosf violenta che non potesse resistere. A questo punto si inserisce una informazione che è apparsa in un "Bollettino confidenziale" inviato nel passato aprile dai dirigenti della Maz– zini Society ai dirigenti delle superstiti sezioni. Eccola qua: Al principio dell'anno alcune importanti notizie giunte dall'Italia ad amici nostri, notizie che avevano oltre al sapore di assoluta sincerità ed autenticità, anche uno sfon– do di commenti politici profondamente acuti e saggi, vennero opportunamente segna– late agli ambienti responsabili ed agli esponenti piu autorevoli della stampa liberale. Ne risultarono immediate reazioni, quali le colonne di Samuel Grafton e di Walter Lippma.nn, Anne O'Hare McCormick, vari editoriali dei maggiori quotidiani degli Sta– ti Uniti, ed in una parola un completo rovesciamento dell'opinione pubblica nei ri– guardi dell'atteggiamento alleato verso la monarchia italiana e il governo Badoglio. . Non è necessario essere addentro ai segreti degli dei per indovinare che quelle "importanti notizie" dicevano quello che tutti sapevano da un pezzo: cioè che il Re sentendosi sostenuto dalle Autorità Alleate non voleva andarsene via a nessun costo, che Badoglio rimaneva legato al suo Re come l'appicc,lto alla corda, e che gli italiani non volevano sa– perne né del Re né di Badoglio ed èrano disorientati, scoraggiati, disgustati, irritati dalla politica delle autorità anglo-americane. Bisognava uscire da quella morta gora. Chi legge gli articoli pubblicati nel gennaio dai suddetti "esponenti autorevoli," trova che nessuno di essi condannò mai "la monarchia." 536 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=