Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

"Rettifiche storiche e proposito del Partito Popolare" morali). Essi, contrapponendosi a me, si richiamano a Leone XIII. Le crisi dell' ultt"mo periodo del pontificato di Leone XIII ( e del seguente pontificato di Pio X) furono superate quando i demdcratici cristiani furono in grado di affermarsi sul terreno politico senza timore di essere sconf es– sati, e fondarono i loro partiti sul sistema delle libertà costituzionali, del suffragio universale e delle rivendicazioni sociali delle classi lavoratrici. Questo processo cominciò in Europa con O' Connell, Windhorst, Lacordaire, Ozanam, Padre Ventura, e si sviluppò fino al Partito popolare: quasi un se– colo! Non basta dire che la Chiesa ci ha tollerati; se avesse voluto con– dannarci, lo avrebbe fatto. Al principio di questo secolo il Vaticano si trovò preso tra due correnti: quella cattolico-conservatrice e quella democratico-cristiana. L' ur– to non si è verificato tra noi e il Vaticano, ma tra noi e i cattolici con– servatori, sostenuti in Italia dai liberali, in Francia dai monarchici, in Ger– mania dai nazionalisti e cosf via. Salvemini e La Piana, ed altri studiosi di storia italiana, dovrebbero accogliere le mie dichz·arazioni come una testimonianza storica fondata sui fatti e non certo come una falsificazione del pensiero di Leone XIII. Sfortunatamente, né le biblioteche di Stato e nemmeno quelle cattoHche (salvo, credo, la biblioteca vaticana) hanno raccolto elementi sulla demo– crazia cristiana in quel periodo. Gli stessi democratici cristiani, per ti– more di essere fraintesi, evitarono polemiche inopportune. Una delle prove piu interessanti di quanto affermo fu data dal Con– gresso cattolico tenutosi a Bologna nell'agosto 1903. Questo congresso avrebbe segnato la fine dei dissensi tra i cattolici italiani. La vittoria del democratici cristiani fu cosi trionfale che i cattolici conservatori, gui– dati dal conte Paganuzzi e dai Fratelli Scotton di Braganza corsero dal loro amt 0 co Pio X, proprio allora salito al soglio pontificio, chieden– dogli di porre subito rimedio alla situazione. Pi'o X decise due anni dopo di sciogliere l'" Opera dei congressi cattolici" (che per trent'anni era stata controllata dalle forze conservatrici del Lombardo-Veneto), e di sciogliere pure le leghe democratico-cristiane, nella speranza che una nuova orgam'zza– zione con un presidente a tutti gradito (come Toniolo, che era stato un apostolo della democrazia cristiana) potesse riconciliare le due correnti. 2 2. L'Osservatore Romano pubblicò spesso ( prima del fascismo) note politiche scritte o ispirate dal cardinal Gasparri, come ad esempio quella sulla caduta del Ministero Nitti; la sua critica era diretta contro tutti - Giolitti, Orlando, Sonnino (specialmente Sonnino) - non solo per difendere gli interessi religiosi, ma anche a commento degli avveni- menti politici. 1 La nota dell'Osservatore Romano su Nitti, non dispiacque a noi "popolari," perché mostrava che non eravamo legati alla politica ,:spirata o voluta dal Vati'cano; cosi pure non ci dispiacquero gl1," attacchi di vescovi 2 Giuseppe Toniolo (1845-1918), il noto economista e sociolog~ cattolico. 511 Biblioteca Gino Bianco

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