Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Quel che ci costano il Re e Badoglio Il male è che quando si riesce a mandare via un funzionario fascista qualche volta ne prende il posto uno peggiore (New York Herald Tribune, 30 ottobre). Intanto Churchill e Roosevelt invitano i democratici italiani a screditarsi unendosi al governo di Badoglio e condividendone le responsa– bilità sia durante la guerra che per il regolamento della pace. Cosi non vi sarebbe alcun gruppo politico di opposizione pronto a prendere il posto del presente governo quando si sarà completamente screditato. Per toglierci ogni possibile dubbio, Badoglio ha dichiarato, a mezzo della radio di Algeri delle Nazioni Unite che "il Re e la famiglia reale sono l'espres– sione della volontà del popolo ital~ano" (22 settembre): ossia quando il Principe Ereditario e sua moglie si adoperarono ad avere un figlio, essi espressero cosf la volontà del popolo italiano. A sua volta il Re in per– sona annunciò, sempre alla radio alleata, che "il maresciallo Badoglio era l'interprete della sua volontà" (New York Times, 30 settembre). Final– mente il vecchio aveva scoperto di possedere "una sua volontà." E Ba– doglio continua a scrivere su carta intestata al "Capo del Governo." Sotto Mussolini questo titol~ sostituf quello di "Primo Ministro" per mettere in evidenza il passaggio da un regime libero ad uno totalitario. I corrispondenti di guerra hanno avuto istruzioni di convincerci che Casa Savoia è per il popolo quasi una religione; il popolo ha fede nel Re e il Re ha fede nel popolo (giornali del 4 ottobre 1943). Dei generali americani si prestano gentilmente a farsi fotografare insieme al Principe Ereditario co– sf che anche il contadino piu analfabeta possa capire che gli Stati Uniti· e Casa Savoia "sono d'accordo." Ma la lettera di Toscanini "al popolo americano" pubblicata da Life fu ignorata da tutti i quotidiani perché sosteneva che "gli Alleati dovranno dare il loro appoggio a tutti gli ele– menti democratici attualmente schierati contro il Re e Badoglio," e che "eque condizioni di pace" dovrebbero essere offerte al popolo italiano e non " R ·11 . d " 1 "l . d. B d 1· " 8 a un e pu~ amme e egenere e a suo eccap1e 1 a og 10. I nostri "realisti" c'insegnano che il loro unico interesse è quello di vincere la guerra, e che essi non sono interessati alla questione fascismo o non fascismo. · La verità è che della questione fascismo o non fascismo essi se ne interessano e come. Cercano infatti di- costringere gli italiani e noi a scegliere tra una forma di fascismo fìlotedesco con Mussolini, e una forma di quasi-fascismo senza Mussolini. Non capiscono che vincendo la guerra, essi screditeranno 1 regimi fascisti nei paesi vinti e renderanno inevita~ile il crollo di quei regimi. Questo crollo, se non costituisce il nostro obiettivo, sarà pur sem- 8 L'appello cli Arturo· Toscanini Al popolo americano apparve nella pagina editoriale del settimanale "Life," che tirava allora oltre tre milioni cli copie, in data 13 settembre 1943. Chiun– que lo legga noterà la perfetta coincidenza tra le idee ivi sostenute e quelle cli Salvemini. Del resto il libro What to do with Italy era stato pubblicato poche settimane prima, e il maestro To– scanini, al quale esso era stato dedicato, lo aveva sicuramente letto. Probabilmente Salvemini non fu estraneo a questa iniziativa del Maestro. 459 BibliotecaGino Bianco

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