Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Nota al testo Negli anni 1939-1945 Salvemini fu uno scrittore assai fecondo. I due volumi de L'Italia vista dall'America costituiscono solo la parte piu significativa di quanto egli allora scrisse e pubblicò o colla sua firma o anonimamente. Non abbiamo ritenuto di dovere includere scritti di valore puramente contingente come le numerose colonne apparse anonime nel mensile di New York Il Mondo di polemica con i corrispondenti del New York Times; i cenni biografici di quei gerarchi fascisti sui quali i circoli conservatori americani mostravano di fare affidamento per il giorno in cui Mussolini fosse caduto, pubblicati in Controcorrente; vari corsivi e trafiletti anonimi su "figure e figuri" ossia su fascisti tornati a galla dopo la Liberazione in veste di democratici, pubblicati ne L'Italia Libera di New York; un dattiloscritto di alcune centinaia di pagine contenente il materiale per una storia della propaganda fascista negli Stati Uniti. Inoltre, un altro volume della Edizione Feltrinelli delle Opere ospiterà gli arti– coli sulla politica estera italiana durante la prima guerra mondiale, che furono pubblicati ne Il Mondo di New York, e che sono parte integrante di quella Storia della Triplice Alleanza in diversi volumi rimasta incompiuta. Anche dopo avere escluso questo e molto altro materiale di secondaria importanza, non c'illudiamo di avere eliminato le ripetizioni. Chiunque sia impegnato in una cam– pagna di stampa deve di necessità battere e ribattere fino alla sazietà gli stessi punti. Questi scritti vollero essere mezzi di azione politica. Sarebbe stato inopportuno esclu– derne alcuni che ebbero la foro efficacia per il luogo e il momento in cui furono pub– blicati, sol perché si trovano in essi. idee e fatti poi ripetuti ne La sorte d'Italia, o in altri saggi di questa stessa raccolta. Ci siamo trovati nella necessità di dover rivedere le traduzioni di tutti gli articoli e saggi pubblicati in lingua inglese, che costituiscono circa la metà dell'intera raccolta. Salvemini compose questi scritti sotto il pungolo dell'incalzare degli avvenimenti. A lui interessava soprattutto che essi circolassero .immediatamente. Egli scrisse direttamente in inglese quelli destinati ai periodici americani, che poi affidò per una revisione formale a qualche amico americano. Non ebbe poi né .il tempo né la voglia di sottilizzare troppo in America circa la scelta dei traduttori in italiano che sono stati parecchi e con gradi diversi di conoscenza dell'inglese. Fra i buoni traduttori in Italia, ci limiteremo a ricordare il nome di Renato Pedio. Abbiamo perciò dovuto rivedere tutti gli articoli tradotti in italiano, e abbiamo anche voluto controllare la traduzione del .volume "La sorte dell'Italia" tenendo sot– t'occhio i testi inglesi e facendo del nostro meglio per eliminare errori di traduzione e per dare una mano un .po' unitaria alle traduzioni. Non sempre ci è stato possibile rendere in italiano il vigore o la concisione dello stile salveminiano. D'altra parte, essendo Salvemini vissuto per ,tanti anni in paesi di lingua inglese, i suoi scritti composti in italiano non sono esenti da anglicismi e da altre imperfezioni ., XLI BibliotecaGino Bianco

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