Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La. sorte dell'Italia che è stato tanto lodato dalla stampa cattolica americana. Dopo aver mostrato il suo disprezzo per il clero italiano fascista, alto e basso, che assecondò cosi bene il tentativo di Mussolini di integrare al pari delle altre forze nazionali la Chiesa nel sistema totalitario fascista, il dottor Binchy ha osservato non senza un sottile senso d'ironia: Come possono essi (i capi della Chiesa) opporsi a questa tendenza, senza distruggere gli evidenti vantaggi tratti dalla Chiesa dai buoni rapporti col Governo fascista?... Essi debbono accontentarsi di stare a vedere e di aspettare ... tacendo circa le sue poco orto, dosse teorie, coprendo il regime di complimenti mentre lavorano in segreto per controbilanciare le sue tendenze piu pericolose. È una politica poco eroica, e l'osservatore straniero può anche ritenere che non sarebbe necessario che fosse tale_ poiché il fascismo non può permettersi il lusso di rompere con la Chiesa, e, in ogni caso, la prudenza è una cattiva consigliera nel trattare con uno Stato totalitario. Ma generalmente, i vescoYi vengono scelti piu per la loro prudenza, che per il loro eroismo... Ma questi sono i vescovi che costituiscono il Collegio dei Cardi– nali e fra di essi sarà scelto il Papa di domani. Persino il gesuita francese Yves de la Brière, ben noto come commentatore di avvenimenti politici e religiosi, osservò sarcasticamente, in occasione del decimo anniversario degli accordi lateranensi: "Se dobbiamo commemorare questo anniversa– rio, non potremmo farlo meglio che con una celebrazione discreta in ni– gris," cioè, con una messa funebre celebrata in paramenti a lutto. In conclusione, Binchy raccomanda non solo la internazionalizzazione politica della Città del Vaticano sotto la garanzia di nazioni straniere, ma anche l'internazionalizzazione della Curia romana, colla scelta dei funzionari del governo e dell'amministrazione della Chiesa a Roma fra tutte le nazioni, magari in proporzione della loro popolazione cattolica. Un simile cam– biamento, naturalmente, renderebbe fra breve inevitabile una interruzione nella lunga serie dei Papi italiani e l'elezione di Papi di altra nazionalità. Qualunque cosa noi pos~iamo pensare di questa proposta di cambia– mento radicale nelle tradizioni della Curia romana, è certo che essa influi– rebbe anche considerevolmente sui rapporti tra il Governo italiano ed il Vati– cano. La presenza di un Papa non-italiano e di una Curia non-italiana nel cuore dell'Italia, accanto allo Stato italiano, che godrebbero di tutti i diritti, privilegi ed esenzioni concessi dal Trattato del Laterano, potrebbe diventare una seria causa di attriti e conflitti. Chi potrebbe garantire che questi prelati non-italiani non si dimostrerebbero ancora piu sensibili al sentimento nazionale di quanto lo siano stati gli italiani? L'esperimento fatto con i Papi francesi del secolo decimoquarto non è certo rassicurante. La separazione tra la Chiesa e lo Stato non sarebbe in questo caso un toccasana. Per esempio, si dovrebbe fare qualche cosa per impedire che le chiese italiane fossero invase da prelati stranieri. Questo cambiamento sa– rebbe un salto nel buio e potrebbe condurre ad una seconda Avignone. Ad ogni modo, fra altri risultati disastrosi dell'esperienza fascista, dobbiamo rilevare anche il discredito gettato sui capi italiani della Chiesa cattolica. Mussolini, che il dottor Binchy definisce come un grande 383 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=