Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America; sione oltremodo necessaria di un concordato. È ovvio che, avendo creato il circolo vizioso, il Vaticano preferisse di restarvi dentro; ma non è meno ovvio che non era nell'interesse dello Stato di accettare la situazione creata dalla errata politica di Pio IX. Lo Stato italiano agf nei limiti dei suoi diritti e dei suoi doveri, risolvendo con leggi unilaterali sia i problemi religiosi che quelli politici, e lasciando che il Vaticano si rigirasse a piacer suo entro il proprio cir– colo vizioso. Nonostante l'opinione del dottor Binchy, l'unica maniera per uscire da quel circolo era di romperlo, e non di restarvi dentro. Il Vaticano si rese conto cosf bene di questo fatto, che, quando comprese finalmente che non valeva la pena di mantener viva la Questione Romana e prese i primi contatti col governo prefascista nel 1919 per venire ad un accordo, si dimostrò con ciò disposto ad uscire dal circolo. Il Papa Bene- . detto XV, concede il Binchy, era "pronto ad accordarsi col governo sen– za un concordato," perché sapeva che ottenere un concordato dal regime parlamentare prefascista era fuori questione. Il suo successore, Pio XI, però, si affrettò a tornare entro il circolo vizioso, e chiese un concor– dato come condizione per la soluzione della Questione Romana; sapeva che con la dittatura fascista egli poteva trattare con sua piena soddisfazione. Chiunque consideri realisticamente la questione si rende conto che dopo la prima guerra mondiale fu il Vaticano a sentire l'urgente bisogno di risolvere la Questione Romana. La ragione di questo bisogno fu francamente rivelata da scrittori vicini al Vaticano. Qui negli Stati Uniti, il nipote del Cardinal Gasparri, Monsi– gnor Bernardini, allora professore di diritto canonico all'Università catto– lica di Washington, ed ora Nunzio Apostolico in Australia, affermò 1n un articolo pubblicato dal Catholic World nel febbraio 1929: Le nuove generazioni italiane si sono gradatamente adattate all'attuale stato di cose... Questa acquiescenza alle condizioni esistenti è stata molto pericolosa per i principi ai quali la Chiesa cattolica non poteva rinunciare e che, ciononostante stavano diventando di anno in anno piu incomprensibili per i cattolici italiani e per quelli di tutto il mondo ... Di qui la necessità per la Santa Sede di trovare una rapida soluzione alla cosiddetta Questione Romana. In parole piu chiare, la Questione Romana si stava spegnendo, se non ~ra già morta, ed il Vaticano doveva affrettarsi se voleva ricavarne qual– che cosa prima che fosse troppo tardi. Per la stessa ragione, però, il go– verno italiano prefascista non aveva alcun bisogno di affrettarsi; il ritardo andava tutto a suo vantaggio. Con l'avvento dello Stato fascista la situazione mutò, perché Mussolini era ancora piu del Vaticano desideroso di venire ad un- accordo ed era quindi pronto a spingersi il piu innanzi possibile nell'accettare le condizioni poste dal papa. Essendo un dittatore, poteva negoziare nel segreto piu assoluto, e concludere un accordo senza chiedere il permesso a nessuno. Egli agognava la gloria personale di aver risolto la Questione Romana, e desiderava l'appoggio della Chiesa in Ita- 358 BibliotecaGino Bianco ,.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=