Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America dai governi del resto del mondo. E fu anche un errore per il Vaticano di avere contribuito in cosf larga misura al prestigio ed alla forza del regime fascista, sia in patria che all'estero. E quel che vale per tutti gli al– tri, uomini o istituzioni, vale anche per il Vaticano e cioè che gli errori comportano un certo. grado di responsabilità materiale e morale. Non vi sarebbe bisogno di insistere ulteriormente su questo punto se gli apologeti cattolici non negassero che la Santa Sede abbia avuto una qualche responsabilità per aver trattato col fascismo. Altri, che non sono ignari della storia dei rapporti tra il Vaticano ed il fascismo, né so– no inclini a revocare in dubbio i fatti per mancanza di buona fede, spiegano la politica filofascista della Santa Sede pretendendo che essa fu vittima dell'inganno fascista. Ma è oltremodo difficile scusare il Vaticano s_erven– dosi di questo argomento. Il Vaticano si trovava a diretto contatto colla realtà italiana, conosceva il carattere degli uomini e gli avvenimenti che condussero alla dittatura di Mussolini. Esso non poteva nutrire alcuna illusione circa i metodi usati dal governo fascista e lo spirito che informava la sua politica. Du– rante la guerra civile del 1921-1926 tutte le organizzazioni, tutte le isti– tuzioni sociali ed economiche, i sindacati, le cooperative ed i circoli che i cattolici italiani. avevano fondato negli anni precedenti, e che erano di– ventati il bastione del Partito Popolare, ebbero a soffrire gravemente ad opera dei fascisti. Non pochi preti, che avevano avuto a che fare con queste istituzioni erano stati bastonati, costi.-etti a bere l'olio di ricino e, in alcuni casi, barbaramente trucidati. Lungi dal mostrare attaccamento o rispetto per la religione e per la Chiesa, il fascismo appariva allora come una grave minaccia per la Chiesa, e certamente il passato del suo capo, Mussolini, era tutt'altro che rassicurante. La rivista dei gesuiti, la Civiltà Cattolica, che dette un resoconto minuto e fedele delle distruzioni e violenze effettuate ·dai fascisti contro le istituzioni cattoliche e contro il clero durante la guerra civile, sia prima che dopo la marcia su Roma, non nascose le sue gravi preoccupazioni per il futuro della Chiesa sotto il dominio fascista. E ,tuttavia, già prima della marcia su Roma Papa Pio XI rese un gran servigio al fascismo. La lunga e tragica crisi del parlamento italiano, da cui il fascismo trasse gran vantaggio, avrebbe potuto e dovuto essere risolta mediante una coalizione fra i democratici, i liberali, i "popolari" cattolici e i socialisti riformisti. Coalizzati insieme questi gruppi avrebbero potuto costituire un governo capace di controllare la situazione e di reprimere gli atti di violenza perpetrati sia dai socialisti e dai comu. nisti rivoluzionari che dalla piccola minoranza fascista. I socialisti ri– formisti si erano staccati dal resto del partito socialista ed erano allora ben disposti a collaborare con gli altri gruppi progressisti. Il loro progamma era ormai lontano da ogni estremo radicalismo, ed essi sostenevano che le riforme politiche e sociali dovevano essere attuate non mediante la rivolu– zione, ma attraverso un processo graduale e legalitario. 238 BibliotecaGino Bianco

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