Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prefazione versale del 1919, che si svolsero senza pressioni governative, quel partito cattolico nelle cui file militavano non pochi preti ottenne non piu di un quinto dei voti. Questo dato, pur calcolando che le donne, le quali in ge– nere sono pùJ. attaccate alla religione degli uomini, a quell'epoca non ave– vano il diritto di voto, consentirebbe di misurare, sia pure approssimati– vamente la forza effettiva del cattolicesi'mo in Italia. Alla luce degli eventi successivi alla Liberazi"one si deve riconoscere che Salvemini sottovalutava l'i"nfiuenza politi"cadel Vaticano nel nostro pae• se. Ma bisogna pure considerare che egli stava conducendo una campagna politica che tendeva a convincere le sfere dirigenti americane a non seguire i consigli del Vaticano circa la sorte dell'Italia nel dopoguerra. In secondo luogo, sappi'amo che i' voti raccolti dalla Democrazia Cristi'ana nell'imme– diato dopoguerra sono stati molti'pli'cati da tutti coloro che hanno visto in essa il partito capace di' fare argine all'ondata social-comunista. Se per cattolici' s'i'ntendono quelli convinti e osservanti, ancora oggi si potrebbe dire che la valutazione salveminiana non si allontana poi troppo dalla realtà. Ed è poi dubbio se, senza l'appoggio ameri'cano, il Vati'cano e il partito della Democrazia Cristi'ana avrebbero avuto dopo la Li'berazione al– trettanto seguito. L'attività pubbli'cistica di Salvemini sulle riviste "li'berali" nel senso anglosassone del termine, ossia della si"nistra democratica americana, venne gradatamente intensi'ficandosi nel corso del 1942. Egli' distribuf, i suoi scritti in periodici' come The Nation, The New Republic, Free World, Common Sense, The Protestant, The New Leader ed altri, a cui deve aggiungersi il mensile bostoniano diretto dall'anarchico Aldi'no Felicani, Controcorrente. Fi'no allo sbarco alleato nel Nord Africa del novembre 1942 gli scritti di Salvemi'ni furono di crùica costruttiva e per lo piu contenevano sugge– rimenti sul modo di condurre pùJ, effi'cacemente quella che fu allora chia– mata "guerra psicologi·ca" diretta alle popolazioni· italiana e tedesca per metterle contro i loro governi totalùari. In quegli anni il governo di Roose– velt permùe che la discussione sugli aspetti politici della guerra si svol– gesse colla massima li'bertà, e ci'ò va a suo credito. Sotto questo ri'guardo vi fu assai· minor fanatismo e sciovinismo negli Stati Uniti durante la se– conda guerra mondiale, rispetto al 1917-1918. Dopo Pearl Harbour il paese si ,trovò unito come mai pri'ma e i residui gruppi filonazisti e filofascisti fu_rono assai meno numerosi dei gruppi che ·nel 1917-1918 parteggiarono segretamente per la causa degli Imperi Centrali. A meno di un anno di distanza dall'entrata in guerra, nel novembre del 1942 fu scelto l'anni'versario della scoperta dell'America, il Columbus day, per togli'ere ogni· residua restrizione agli itali'ani di America, i quali' dopo Pearl Harbour erano stati considerati come "stram'eri nemi'ci." Il 1942 era anno di elezioni al Congresso, e considerazioni elettorali non furono certo estranee a questo gesto che poteva indurre molti elettori italo-americani a votare per i candidati del partito democratico del Presidente; e tuttavia, in piena guerra ciò presupponeva la persuasione delle sfere governative che xx / BibliotecaGino Bianco

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