Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prefazione l'animo di Salvemini dovuta, fra l'altro, all'infiuenza crescente delle ge– rarchie cattoliche negli Stati Uniti. In questo paese, infatti, le sette prote– stanti sono numerosissime e divise, mentre la minoranza cattolica costitui– sce un blocco monolitico sotto la gui'da dei cardinali e dei vescovi, e eserci– ta, attraverso le scuole di ogni grado e una catena di centinaz·a di bollettini parrocchiali orchestrati all'unisono, un peso assai superiore alla propria en– tità numerica. Dal punto di vista dottrinale Salvemini non si discostò mai dalle sue posizioni origz·narie di convinto separatista, nemico di qualsiasi forma di anticlericalismo volgare di stile podrecchiano, fautore della li– bertà di coscienza relt"giosaper tutti, erede della politica ecclesiastica degli uomz"ni della Destra storica. Tuttavia, a partire dalla firma dei Patti La,teranensi, era sovente accaduto a Salvemini di polemizzare con scritto– ri cattolici. Il suo anticlericalismo si era accentuato al tempo della guerra etiopica e della guerra civile spagnola, per l'appoggio aperto dato da trop– pi cardinali vescovi e preti all'aggressione contro l'Etiopia e alle gesta dei generali spagnoli' ri'belli, e per le dichiarazioni di Pio XI il quale esaltò la vittoria fascista z·n Etiopia, e si schierò apertamente dalla parte del ge– nerale Franco. Dispiacque pure a Salvemini il Concordato fra il Vati"cano e la Germania nazista del 20 gennaio 1933, alla stz"pulazione del quale aveva concorso attivamente il cardinale Pacelli. Divenuto Papa Pio XII, Pacelli aveva anch'egli ripetutamente esaltato la ribellione dei generali spagnoli. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale i discorsi di Papa Pacel– li apparvero cos[ accuratamente dosati che sia Hitler e Mussolini da un la– to, che Churchz"ll e Roosevelt dall'altro, poterono sostenere con qualche fon– damento che il Vaticano parteggz'asse per l'Asse, o, al contrario, per le De– mocrazie. Ed ecco che il nostro polemista ci aiuta a leggere tra le righe il vero signi'ficato delle singole dichiarazioni dell'oracolo vaticano. Era evz·– dente l'intento di Papa Pacelli di barcamenarsi fra i dittatori e le de– mocrazz·e, durante le varie fasi del confiitto, a seconda che le sue sorti sembrassero volgere a favore degli uni o delle altre, allo scopo di restare in buoni rapporti· con i futuri vincitori. Pio XII aveva le sue buone ragioni per agire come fece, ma, a chi era impegnato a fondo nella difesa della causa democratz"ca, i discorsi del Papa apparivano pieni di "calcolate am– biguità." L'avanzata dei cattolz'ci negli Stati Uniti era visibile nell'arroganza di alc_uni loro portavoce, e Salvemini senti perciò il bisogno di mettere in guardia i protestanti americani che venivano perdendo terreno e non sem– bravano preoccuparsene troppo. Di qui le sue controversie dottrinali cogli scrittori cattolz"ci. Egli di'mostrò ripetutamente l'incompatibilità di fondo tra democrazi·a moderna e dottrina cattolica la quale non ha mai rinnegato ufficialmen– te la condanna che un secolo addi"etroPz·o IX dette col Sillabo dei principi che sono alla base della civiltà moderna. Sottolineò la gesuitica distinzione tra "tesi e ipotesi," tra purezza della dottrina cattolica e compromessi pra– tici del Vaticano con qualsiasi regime politico totalitario e antidemocratico. XVIII BibliotecaGino Bianco.

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