Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America rono i giornalisti italiani durante quei sette anni di violenza e di perfidia. Gli italiani appoggiarono i giornali democratici nella loro resistenza al fa– scismo come meglio poterono. Quando le sedi e tipografie di quei gior– nali furono incendiate dai fascisti piovvero immediatamente da ogni parte offerte di denaro per permettere che essi tornassero ad essere pubblicati. Se nel giugno del 1940 Matthews non avesse_vissuto nella cloaca dei fascisti romani, ma a Milano o a Torino, avrebbe notato quello che era ovvio per chiunque vivesse in quelle città: che le giornate della pugnalata alla schiena della Francia furono giornate di lutto nazionale. Gl'italiani, in ge– nere espansivi e chiacchieroni, non riuscivano ad esprimere il loro sbigotti– mento e il loro disgusto altro che con un cupo silenzio. Non intendo dire che tutti gli italiani siano diversi da quelli amati da Matthews. L'Italia ha prodotto San Francesco d'Assisi e D'Annunzio, . Dante ed i giornalisti fascisti, Toscanini e Mussolini. E fra quei due estremi di santità e di vita dissoluta, di grandezza e di bassezza, di raffi– natezza e di volgarità, v'è l'uomo medio il quale in Italia, come in tutti i paesi, proprio come afferma Matthews in un momento· di lucidità, "non è un eroe, un asceta, un idealista; è un semplice individuo che vuole gua– dagnarsi il pane e vivere in pace, avere la sua casa ed il suo piccolo pezzo di terra, ·sposarsi e dare ai suoi figli un po' piu di quelle buone cose della vita di cui egli stesso ha potuto godere." 160 BibliotecaGino Bianco

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