Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo to a sostituire in Italia le i·st,:tuzioni democratiche ormai passate di moda, ma anche a guidare i'l mondo i·ntero verso una forma superiore di civiltà. Il nuovo mi·to era stato pubblz'cizzato in tutto il mondo da una propa– ganda che, se non la superava, poteva stare alla pari quanto ad efficienza con la ben curata organizzazione messa in opera per fin1: analoghi dalla Russia sovietica. Si deve a questa propaganda splend1:damente organ-izzata, se lo '' Sta– to corporativo" fascista ha destato curiosità, speranza, e perfino entusia– smo. L'Italia è diventata la Mecca di stud-iosi della sc-ienza politi.ca , di economisti, di sociologi, i quali vi· si affollano per vedere coi loro occhi com'è organizzato e come funziona lo Stato corporativo fascista. Giornali, riviste, periodici specializzati, f;~coltà di· scien.ze poli.tiche, di economia, di socz·ologia, delle grandi come delle p1:ccole università, inondano il mondo di artz'colz·, saggi, opuscoli, libri, che forn1ano già una biblioteca di di-_ mens-ioni rispettabili, sullo Stato corporati·vo fascista, le sue i·stituzionz·, i suoi aspetti politici, i suoi indirizzi di politica economica, i suoi effetti soc-iali. Non c'è particolare che sia trascurato, non c'è problerlla sulle sue origini e le sue fonti che rimanga inesplorato, e non si tralascia di inve– stigarne i rapporti e stabilire i confronti con altri: sistemi filosofici' ed eco– nomici. Lo Stato corporati·vo itali:ano è acclamato come "la piu sorpren– dente creazione del f asci·smo per la soluzione dello spinoso problema dei rapporti tra capitale e lavoro," e come "una conquista straordinaria, degna del piu attento studio e ammi·razione. " 2 E tuttavia, per quanto possa apparire strano e sorprendente, fu sol– tanto i'l 10 novembre 1934, con la formale inaugurazione delle "corpora– zioni," che "le ruote del nuovo Stato corporatz-vo creato da Mussolini co– minciarono a girare" (New York Times, 10 novembre 1934). E quando le ruote cominciarono a girare, tutti: videro che giravano a vuoto. Conie è stato osservato da uno studioso inglese, che ha saputo cercare e mettere ,:n luce la realtà dietro le parole, "il termine 'corporativo' è stato usato, se non i·nventato, per suscitare nella gente un senso di meraviglia, por– tarla a fare delle supposizioni, provocare un senso di curiosità e, grazie alla pura mistificazione di una parola insolz'ta, riuscire subito a nascon– dere la coercizione sulla quale i·n ultima analisi riposa la dittatura, e pre– tendere che sia invece in atto un'opera miracolosa di universale benevo– lenza ... Lo 'Stato corporati·vo' è uno strumento di propaganda. " 3 Dal 1926 al 1935 l'unica realtà nella vita politica i·taliana fu la dittatura di un uo1no e del suo partito. Ma accanto a questa realtà un nuovo mito e1·a cresciuto a proporz1:oni gi·gantesche, il mito dello "Stato corporativo." Certamente non tutti gli scrittori erano tanto ciechi· da 110n accor– gersi che le corporazi·oni fasci·ste esi·stevano soltanto sulla carta. Ma nella maggior parte dei casi gli scrittori che pretendevano di avere una cono- 4 2 Il professor P. M. Brown di Princeton, in "Current I-Iistory," maggio 1931, p. 163. 3 H. FINER, Mussolini's Italy, London, Vietar Gollancz, 1935, p. 499. BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=