Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Che cosa è un "liberale" italiano nel 1946 1 1. I "liberali" del secolo XIX La parola "liberale" viene dal latino "liberalis" che alla sua volta viene dalla parola "liber." In latino e nei suoi derivati, fino a tutto il secolo XVIII, essa significò "confacente a un uomo libero" o, come si diceva nel secolo XVIII, a un "gentiluomo." E poiché si supponeva che un uomo libero o ·1 d "l·b 1 " . .fi h " " genti uomo avesse essere generoso, 1 era e s1gru cava anc e generoso. Nel primo decennio del secolo XIX la parola si trova usata, per la pri– ma volta, a quel che pare, in Italia, col significato di "uomo che combatte per la libertà." È facile capire come la parola abbia potuto passare dai due significati tradizionali, "confacente a un uomo libero" e "generoso," al nuovo significato del secolo XIX. Chi si metteva allo sbaraglio lottando per la libertà era considerato un uomo generoso che si comportava in maniera degna di un uomo libero. Per esprimere la stessa idea, nel secolo XVIII avevano detto "patriota," cioè cittadino che metteva al di sopra dell'interesse personale o di classe l'interesse superiore della "patria" nella lotta contro il "d. . ,, 1spot1smo. Dal nuovo significato politico, la parola liberale passò anche a signifi– care "libero dai pregiudizi tradizionali," come quando si dice "protestante liberale," cioè un protestante che non si ritiene legato ad accettare letteral– mente come verità storica tutto quanto legge nella Bibbia. Siccome il clero cattolico era ovunque nella prima metà del secolo XIX all'avanguardia della reazione, liberale significò anche "anticlericale." Dopo il 1830 avvenne nel movimento liberale europeo una crisi che divise una destra "liberale" da una sinistra "democratica." Mentre la sini– stra democratica era repubblicana e rivoluzionaria, la destra "liberale" ac- 1 Pubblicato nel volume collettivo Benedetto Croce, scritti di G. A. BORGESE, N. CmARo– MONTE, G. LA PIANA, G. SALVEMINI, E. TAGLIACOZZO, Boston Mass., Edizioni "Controcorrente," s.d. (ma 1946), pp. 1-42. Almeno una parte di questo scritto, col titolo Libertà e niente altro nella concezione di Benedetto Croce, deve essere stato ristampato nel corso del 1946 in una non identificata "rivista di Roma"; ed esso provocò un intervento di Benedetto Croce nella "Nuova Stampa" di Torino, 13 dicembre 1946, ora in B. CROCE, Scritti e discorsi politici (1943- 1947), voi. II, Bari, Laterza, 1963, pp. 343-46; sul quale a sua volta si veda G. SALVEMINI, Risposta a Croce. Filosofia e politica, in "Controcorrente," 11 gennaio 1947, pp. 3-4. [N.d.C.] 353 Bibloteca Gino Bianco

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