Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Capitolo ventise1:esi·mo La -prosperità del popolo italiano Il numero di senzatetto che devono essere alloggiati nei ricoveri pub- - blici è spaventosamente alto. A Milano, nei giorni eccezionalmente freddi del febbraio 1929, furono aperti dei "ricoveri contro il freddo," che erano sempre affollati di persone prive di abitazione, specialmente disoccupati, le quali passavano il giorno vivendo di espedienti e la notte nei dormitori pubblici (Corri.eredella Sera, 19 febbraio 1929). Nell'ottobre 1933, lvfussolini "si è compiaciuto di asse– gnare 250.000 lire a favore degli sfrattati di Milano," e ruflicio stampa della Federazione fascista milanese annunciò che "molte centinaia di famiglie godranno del beneficio" (Corri.eredella Sera, 14 ottobre 1933). Nello stesso mese, il comune di Milano decise di costruire degli alloggi, composti di una stanza, una cucinetta, e i servizi igienici, per 1.000 di queste famiglie di senzatetto: 500 alloggi sarebbero stati pronti per il maggio 1934; nel novembre si riconobbe il bisogno di costruire alloggi per 1.500 famiglie. 1 Negli ultimi due mesi del 1933, si dovettero alloggiare 37.350 uomini, 13.650 donne, e 8.735 bambini, per un totale di 59.735 persone, ovvero una media giornaliera di circa 1.000 persone (Corriere della Sera, 30 dicembre 1933). Dal 1° gennaio al 17 febbraio 1934, furono sistemati 41.715 uomini, 11.372 donne, e 7.414 bambini, il che fa una media giornaliera di oltre 1.200 per– sone (Corriere della Sera, 18 febbraio 1934). A Genova, tra il 29 ottobre 1932 e il 30 giugno 1933, si alloggiarono in questi ricoveri 16.378 uomini sfrattati e disoccupati, e 4.728 donne (Lavoro, 25 luglio 1933). Nell'ultima settimana del 1933, questi ricoverati ammon– tarono a 1.042, di cui 304 donne (Lavoro, 31 dicembre 1933). Negli ultimi due mesi del 1933, furono sistemate 4.535 persone (Lavoro, 17 gennaio 1934). Il lettore tenga presente che questi esempi sono stati scelti tra le piu ricche città dell'Italia settentrionale, dove l'assistenza ai poveri è meglio orga– nizzata, perché altrimenti la popolazione potrebbe far scoppiare dei tumulti. La miseria rimane priva di ogni aiuto tanto nelle zone agricole dell'Italia settentrionale, quanto nel Mezzogiorno, dove quasi tutta la popolazione è 1 "Corriere della Sera," 20, 21 ottobre, 1°, 25 novembre 1933. 316 Bibloteca Gino Bianco

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