Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Le "battaglie" contro la tubercolosi e la malaria ciassette nel 1930. 15 Ma un senatore fascista e professore all'Università di Roma, Umberto Gabbi, scrivendo nel Popolo d'Italia, 5 agosto 1928, si slanciò nel seguente ditirambo: In cinque anni la campagna romana è stata quasi del tutto redenta ai fini della produ– zione economica e resa un centro potenziale per una salubre residenza. Questa grande zona abbandonata non è piu il regno della dea Febbre. La malaria è in gran parte con– q uistata. 16 Nel settembre 1930, l'agenzia ufficiale Stefani, come prova della con– tinua diminuzione della malaria nella campagna romana, adduceva il fatto che il numero degli ammalati di malaria negli ospedali di Roma era sceso da 2.180 nel 1925 a 1.049 nel 1926, 910 nel 1927, 982 nel 1928, e 957 nel 1929. Un anno dopo, l'Annuario Statistz·co per il 1931 (p. 59) riportava la notizia che i casi di malaria rilevati nella provincia di Roma erano aumentati da 8.689 nel 1929 a 11.377 nel 1930. Mentre i casi di malaria denunciati dai medici erano in aumento, gli ospedali di Roma riducevano il numero dei loro pazienti malarici. Con questo sistema, la malaria era in diminuzione ... negli ospedali e nelle statistiche ufficiali. Chi cerchi nell'Annuarz·o per il 1933 (p. 57) i casi di malaria rilevati nel 1931, avrà la gradita sorpresa di trovare che i dati significativi non sono riportati tra le statistiche. Quello era l'anno in cui si cominciarono i lavori di bonifica delle Paludi Pontine. In Italia è generalmente noto che per la voglia di veder le cose fatte, cioè di vedere le cose fatte in fretta, chi si accinge ai lavori di bonifica del suolo trascura di prendere le opportune precauzioni contro l'infezione malarica. Di conseguenza, la malaria si diffonde tra i lavoratori importati in questa zona malsana da altre parti d'Italia con un tasso allarmante. Questo spiega come mai le statistiche mancano di registrare i casi di malaria denunciati dai medici. 11 Naturalmente di queste cose non si fa parola con gli stranieri di riguardo che sono condotti a vedere i luoghi che una volta erano le Paludi Pontine e sono oggi lo scenario di una delle piu pubblicizzate vittorie di Mussolini. I giornali italiani del 10 luglio 1935, riportarono la notizia di una ts "L'Osservatore Romano," 20 febbraio 1931. 16 Cit. trad. 1 1 Avevamo appena scritto queste parole, quando ci è capitato di leggere in "Corriere della Sera," 13 e 15 luglio 1934, due articoli del professor Francesco Coletti, un "esperto" fascista, dove si spiegava in che modo la malaria è stata vinta nelle Paludi Pontine. Pescando i fatti nel calderone di vuote parole in cui li ha immersi il professor Co letti, apprendiamo che i casi di morte per malaria aumentarono da 0,9 per mille abitanti nel 1930 a 1,8 nel 1932, scesero poi a 0,073 nel 1933; e che il numero di persone per la prima volta affette da tale morbo aumentò dal 29 per cento del numero totale di casi nel 1930, a 41,7 per cento nel 1932, scese poi a 11,5 per cento nel 1933. Va tenuto presente che i casi che si sono avuti nel 1930 riguardano una po– polazione di 6.000 abitanti, mentre nel gennaio 1933 la popolazione era salita a 30.000 abitanti (" Corriere della Sera," 11 agosto 1934). Vi furono quindi 54 casi di morte nel 1930 e 540 nel 1932. Queste cifre mostrano che il prosciugamento delle Paludi Pontine fu iniziato nel 1931 senza che si prendessero precauzioni adeguate contro il morbo; solo nel 1933 il governo riconobbe il proprio dovere di proteggere la salute dei lavoratori. Le cifre del 1933 sono un documento impressionante della negligenza degli anni 1931 e 1932. Non venne in mente a nessuno di co– struire un acquedotto per i nuovi centri abitati. Perciò negli anni 1932 e 1933 l'acqua dovette essere portata da Roma con autobotti. 281 Bibloteca Gino Bianco

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