Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo figli, che guadagnava 500 lire al mese, riferi di aver chiesto all'amministra– tore della società di cui era dipendente il pagamento delle ore straordinarie che da due anni aveva fatto "ogni giorno sia di notte che nelle ore dei pasti che la domenica"; e l'amministratore aveva risposto che "un impiegato non deve ~ardare orari." Nello stesso giornale, il 19 settembre 1934, fu pubbli– cata la lettera di una lavandaia quasi sessantenne, che per 36 anni aveva lavorato senza interruzioni per lo stesso datore di lavoro a Catania. Essa affermò che il suo salario settimanale di lire 31, cioè lire 5,17 al giorno, nel 1930 era stato ridotto del 16 per cento; era stata licenziata; voleva sapere se aveva il diritto di chiedere una indennità per le ferie che non aveva goduto. Il giornale rispose: "Noi crediamo, noi vogliamo credere, ci augu– riamo si vorrà prestamente riconoscere che tutto fu una svista e si vorrà rimediare, senza chiassi ed eccessive discussioni." Lo stesso giornale, il 1° novembre 1934, pubblicava la lettera di un ~ sorvegliante in un'azienda agricola di Bitonto (prov. di Bari), che aveva lavorato in quell'azienda sin dal 1902 e il cui salario nel 1933 era stato ri– dotto da 300 a 250 lire mensili. Adesso era minacciato di licenziamento. Chiedeva se, dopo aver lavorato ogni giorno dell'anno per 32 anni, aveva diritto di chiedere una indennità per le ferie che non aveva preso. Il gior– nale rispose di s1. Nessuno si può aspettare la purificazione di tutto il paese mediante il solo potere magnetico di Mussolini. Ma i propagandisti fascisti pretendono che tale purificazione sia effettivamente avvenuta e nascondono tutti quei fatti che dimostrano il contrario. Ecco perché tali fatti devono essere ricordati. Gli uffici di collocamento, fondati il 5 gennaio 1919, furono aboliti dal governo fascista nel 1923 e ricostituiti nel 1929 (cfr. sopra pp. 218-19). Natu– ralmente essi vengono mostrati come una invenzione fascista. Secondo le statistiche ufficiali, gli uffici di collocamento nel 1932 trovarono lavoro a 8.541.888 persone. 16 Non c'è niente di strano in questi dati. Gli uffici di collocamento fascisti non sono istituzioni a disposizione dei lavoratori per far sf che questi vi possano liberamente ricorrere quando non riescano a trovare un lavoro da soli. Ogni lavoratore disoccupato ha l'obbligo, se vuole ottenere un lavoro, di iscriversi nelle loro liste. In precedenza i lavorator_i che emigravano da una provincia all'altra in quelle settimane in cui si miete il grano o si mondano le risaie o si rac– colgono le olive, non davano il loro nome a nessun ufficio di collocamento. Sapevano dove c'era da lavorare, e ci andavano senza chiedere permesso a nessuno. Oggi, le statistiche ufficiali annunciano che nel corso dell'anno gli uffici di collocamento hanno dato lavoro a 200.000 mondine, 500.000 mietitori, e 60.000 raccoglitori di olive. In precedenza, un lavoratore si poteva trasfe– rire con la sua famiglia da una città a un'altra senza chiedere permesso a nessuno. Oggi, non si può muovere un passo senza prima avere avuto l'autorizzazione del "Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione 16 Dichiarazione del sottosegretario alle Corporazioni il 10 marzo 1933 alla Camera. 260 Bibloteca Gino Bianco

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