Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

'' Experimenta in anima vili" mano sulle condizioni dei loro affari. Abolire completamente il diritto di sciopero e affidare il compito di determinare le condizioni finanziarie e le possibilità operative delle imprese a giudici contro le cui decisioni non c'è possibilità di appello, equivale a mettere un fucile nelle mani di un cieco. 1 Un giornalista francese, Ludovic Naudeau, al quale siamo debitori di una delle poche inchieste oneste ed intelligenti sull'Italia fascista, scrisse nel 1927 che con la creazione della magistratura del lavoro il fascismo in– tendeva "trasformare lo Stato in un buono ed imparziale padre di fami– glia," il quale nelle controversie di lavoro "avrebbe l'ultima parola per decidere chi abbia ragione e chi debba cedere": Se è convinto che una certa impresa faccia solo magri guadagni, egli scoraggerà completamente le richieste operaie; mentre i datori di lavoro che fanno buoni affari sa– ranno costretti a mostrarsi generosi. (...) Un tale sistema sarebbe l'ideale se l'Italia potesse disporre di un certo numero di santi. Poiché ci vorrebbero dei santi, e dei santi intelli– genti, per decidere in merito a quelle vertenze in cui ambedue le parti rifiutano di cedere. Ma ritenere che degli arbitri, dei funzionari, insomma dei normali esseri umani, possano essere santi, non è questo un volare dalla Utopia marxista, di cui dovremmo essere i demolitori, ad una Utopia ancor piu lontana? Non è forse prevedibile che si darà piu di un'occasione nella quale la classe proletaria sarà portata a sospettare che talune influenze occulte si siano opposte a ciò· che essa considera il diritto? Io mi domando quale ricorso sarà possibile contro una decisione considerata completamente ingiusta. E inoltre saranno sempre disposti i proprietari a lasciare che le proprie attività siano studiate dagli inqui– renti? Che cosa ne sarà dei loro "segreti del mestiere" ? 2 La posizione di maggior debolezza in cui si trovano i funzionari delle organizzazioni sindacali davanti alla magistratura rispetto ai rappresentanti dei datori di lavoro, era cosf descritta nel maggio 1929 dal Lavoro Fascista: Da un lato vi sarà il rappresentante sindacale del datore di lavoro armato di argo– mentazioni tecniche, di tabelle di dati statistici, della compiacente testimonianza dei diri– genti suoi sottoposti; dall'altra il rappresentante sindacale del lavoratore al quale, vietato il sacro recinto della fabbrica, non resterà che basarsi sulle asserzioni (necessariamente in– complete) dell'interessato. Il dislivello è evidente. 3 Alcuni pubblicisti fascisti sono stati costretti a riconoscere l'esistenza di questa difficoltà. In un articolo per illustrare la riforma sindacale, il professor Arias serive: Si sono sollevati dubbi, forse non privi di consistenza, sulla competenza dei giudici in merito a questioni essenzialmente tecniche ed economiche. Tuttavia, prescindendo dal- 1 'intervento di esperti, è ragionevole attendersi che presto si sarà formato un gruppo di giudici specialisti in questioni di lavoro, desiderosi e capaci nell'esame di questi problemi di armonizzare criteri economici e criteri giuridici; i quali giudici disporranno sia nel campo della teoria economica che in quello della realtà economica di una conoscenza piu profonda di quella di cui talvolta hanno dato prova i giudici attuali. Noi auspichiamo an- 1 RosENSTOCK-FRANCK, L'économie corporative cit., pp. 59-61, 120, 169 sgg., ha analizzato esaurientemente questo punto. 2 NAUDEAU, L'Italie fasciste et l'autre danger, cit., pp. 246-48. 3 "Industria! and Labour Information," 1° luglio 1929, p. 29. [Il testo originale qui cit. in "Lavoro Fascista," 9 maggio 1929: N.d.C.] 189 Bibloteca Gino Bianco

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