Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "bolscevismo" italiano negli anni 1919 e 1920 ministro delle Finanze nel gabinetto Mussolini dall'ottobre 1922 al luglio 1925, sottolineò questo fatto con le seguenti parole: A costituire gli avanzi e i disavanzi finanziari dei singoli esercizi, in un bilancio di competenza, concorrono non soltanto le entrate riscosse e le spese pagate, ma anche le entrate rimaste da riscuotere e le spese rimaste da pagare negli esercizi stessi. Sennon– ché durante il periodo bellico le complesse esigenze, cui occorse provvedere, impedirono che il bilancio rispecchiasse tutti i fatti amministrativi, propri di ogni anno finanziario. ( ...) Per tali cause i disavanzi degli esercizi di questo ultimo triennio, quali appariscono dai rendiconti consuntivi, non rappresentano le risultanze reali delle gestioni inerenti agli esercizi medesimi, ma bens1 la somma degli avanzi o disavanzi dipendenti dalla gestione delle entrate e delle spese di competenza di detti esercizi con l'aggiunta dell'im– porto delle regolazioni anzidette, importo che avrebbe dovuto far carico ai precedenti anni finanziari, nei quali le corrispondenti spese ebbero realmente a verificarsi. Scendendo ora all'esame dei risultati degli ultimi esercizi, si ha che il 1920-21 si è chiuso con un disavanzo reale di 14 miliardi e 634 milioni (...); ma ove le entrate e le spese vengano depurate di tutte le partite direttamente dipendenti da cause determinate dalla guerra, ne risulterebbe che la gestione dell'esercizio medesimo, nella parte che può considerarsi di carattere normale, si è, in realtà, conclusa con un disavanzo note– volmente inferiore. (...) Per l'esercizio 1921-22 (...) il deficit (...), come quello del pre– cedente esercizio, risulta anch'esso di non poco attenuato. 20 De Stefani non fornf cifre precise, ma le ricerche nei documenti uffi– ciali in cui esse sono sepolte, 21 conducono ai seguenti risultati: Anni 1918-19 1919-20 1920-21 1921-22 1922-23 Deficit 23.345.000.000 11.494.000.000 20.955.000.000 17.169.000.000 3.260.000.000 Spese straordinarie dipendenti dalla guerra 25.683.000.000 12.424.000.000 22.339.000.000 18.264 .000.000 4.837.000.000 Questa tavola ci mostra che i disavanzi risultarono dalle spese eccezio– nali dovute alla guerra. Il peso maggiore si fece sentire nei primi quattro anni subito dopo la guerra. 22 Quando nel 1923 la pressione cominciò a diminuire, anche il disavanzo si ridusse. Nel dicembre 1921, il professor Mortara preannunziò che probabilmente il deficit nel bilancio sarebbe scom– parso verso il 1924. 23 La zona lungo la frontiera austriaca, dove si erano sviluppate le opera– zioni militari tra il 1915 e il 1918, nel 1919 era in completa rovina: 163.000 20 DE STEFANI, Documenti cit., pp. 169-71. [Nel testo inglese la citazione è assai piu breve, perché numerosi passi vi appaiono fortemente riassunti: N.d.C.] 21 F. A. REPACI, La finanza italiana nel ventennio 1913-32, Torino, Einaudi, 1934, p. 68. 22 C. E. McGuIRE, Italy's International Economie Position, New York, Macmillan, 1926, p. 85, avendo ignorato l'esistenza delle spese straordinarie di guerra poté pertanto lodare la efficienza finanziaria del regime fascista per avere causato la sparizione dell'enorme deficit ereditato dai predecessori. 23 G. MORTARA, Prospettive econonziche 1922, Città di Castello, Soc. Tip. Leonardo da Vinci, 1922, p. 20; G. SALVEMINI, Twelve Years of Fascist Finance, in "Foreign Affairs," aprile 1935, p. 481. 141 Bibloteca Gino Bianco

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