Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Prefazione del curatore del 1933 il crollo della Repubblica di Wei·mar). Dal punto di vista economi·co, anche se si andava allora già ini·zi·ando l'esperimento roose– velti·ano, era ancora in via di elaborazi·one l'opera teorica in cui sarà con– tenuta la ri·sposta, dall'interno dello stesso' sistema capitalistz·co, alla crisi del 1929: General Theory of Employment, Interest and Money, di /ohn May– nard Keynes, usci·rà solo nel 1936. In questo quadro acquistava un particolare rilievo i·l cosiddetto "Stato corporativo" creato dal regime fasci.sta, al quale una massz·ccia opera di propaganda capace di sfruttare sapz·entemente anche le impressi·oni super– fic1:ali,e sovente indotte, di molti· sedicenti "studiosi" stranz·eri, attribuiva la soluzi·one della questi·one soci·ale attraverso una equa composi·zi·one dei rapporti tra capi.tale e lavoro. Come Salvemini avverte esplicitamente, 1 sarà proprio l'esame di questi rapporti·, quali si erano andati svolgendo sino allora nel corso della dittatura fasci.sta, l'obietti·vo pri·mario che z·n questa sua opera egli si pone. Per assolvere tale compi"to, Salvemi·ni· è costretto a sgombrare il campo dei· molti ostacoli· che si frappongono tra l'osservatore e la realtà delle cose, muovendosi in direzi·oni diverse, sicché agli occhi· del lettore odi"erno il suo discorso offre pi·u di un moti·vo di interesse. So– stanzialmente tale discorso si sviluppa su due pi·ani: uno documentario, at– traverso un esame mi·nuto di· tutte le fonti di 'sponibi.li al fine di accertare i f att1:; l'altro polemico, mettendo a confronto, cioè, i· fatti accertati con le moltepli'ci affermazioni incomplete, fuorvianti, o p1:u semplicemente false, le quali concorrevano a formare quell'i·mmagine mi"sti"ficatorz·a dello "Stato corporativo" fascista che l'opera di Salvemini intendeva confutare. Ma, anche all'interno di queste due ri·partz'zioni, z·l discorso di Salveminz· svol– ge pi·u di· un tenia. Per raccogliere la sua documentazione, ovvi·amente, egli deve fare i conti· con le fonti, materiale tutto necessari·amente edi.to ma del tipo piu disparato e, come accade per lo studio di fenomeni ancora in corso nel momento i·n cui· si tenta di definirli, materiale ancora allo stato di scoraggiante fluidità. Eppure, nonostante questa non lieve dz.fficoltà, proprio nell'esame di ta!e documentazi·one emergono con grande rili·evo le qualità migliori del Salvemini storico: da un lato la sua i ·nfaticabi.le te– nacia di ricercatore che gli consente di passare al vaglio una vastissima mole del materiale piu diverso·; dall'altro, ed è la qualità che piu colpi·sce, la c~pacità con cui egli riesce sempre a mantenere le debite di.stanze con i suoi documenti e a trattarli senza venir mai meno alle buone regole del me– todo storico, offrendo con ciò una vera e propria lezione di· crz.ti 'cadelle fonti. Lungo questa strada egli raggiunge due risultati la cui validità a me sembra ancora del tutto attuale: il primo ri·sultato è che egli arr1:vaa darci un larghissimo numero di ind·icazz·oni·di rz·cerca mostrando quante prezi'ose noti'zz'e sz'ano ricavabz"li da tipi di materiale verso i quali' non si può di.re che, a tutt'oggi, alcun altro studi.oso si sia ancora volto per un esame sistematico. Si pensi, ad esempio, agli· atti del Comz·tato centrale i·n- 7 Cfr. n. 7, p. 341 in questo volume. Xl Bibloteca Gino· Bianco

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