Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Ceti professionali e dipendenti pubblici, I direttorii di queste associazioni spendono la piu parte delle loro ener– gie nell'indurre i loro soci a partecipare a tutte le dimostrazioni inneggianti al Duce e al regime; nel mandare al Duce in ogni occasione, felice o meno, telegrammi di ossequio, devozione, fedeltà, affetto, entusiasmo e simili; nel promuovere dichiarazioni di lealismo e sottoscrizioni per regali di valore da offrire a tutti quei gerarchi del partito, alti e bassi, di cui i segretari e i membri dei direttivi vogliano guadagnare il favore per promuovere le pro- • • pr1e carriere. Quando, col regio decreto 7 maggio 1927, i dipendenti dello Stato e degli enti locali vennero privati di buona parte della indennità di carovita, l'esecutivo dell'Associazione dipendenti pubblici della provincia di Milano votò la seguente dichiarazione: Oggi, di fronte ai nuovi provvedimenti del governo (...) che confermano alle categorie dei dipendenti dello Stato l'acquisito carattere di formazioni d'avanguardia nella grande società nazionale, accettano con alto spirito e con consapevole fiducia il nuovo tributo che viene a incidere non lievemente i loro insuffici.enti mezzi di esistenza, certi che il nuovo sacrificio imposto a loro e alle loro famiglie da superiori necessità nazio– nali contribuirà efficacemente a piegare la resistenza dei ceti ingordi e insensibili dei produttori, industriali, commercianti, padroni di casa, ad adeguare costi e prezzi all 'au– mentato potere di acquisto della lira, che ogni giorno sempre meglio si raggiunge col travaglio di tutto un popolo, sotto la guida sicura del Duce, nel cui palpito per la gran– dezza d'Italia trova generoso ristoro ogni angustia, che per tante famiglie di dipendenti dello Stato è purtroppo senza iperbole tormento e angoscia. 18 Le parole che abbiamo riportato in corsivo rappresentano i sentimenti degli iscritti; le altre, quelli dell'esecutivo. Ecco il testo di una circolare del segretario dell'Associazione dipendenti statali di Milano: 29 marzo, anno V (1927). Da molte parti mi giungono rimostranze perché alcuni nostri colleghi non fanno il saluto romano, e alcuni si vantano persino di questa loro negligenza. Prima che i singoli casi siano denunciati alle autorità, mi faccio premura di ricordare a tutti i colleghi il loro dovere. Aggiungo che il saluto deve essere fatto con movimento rapido e scattante. Coloro che alzano il braccio languidamente e solo a metà, come se soffrissero di reumatismi, sono pregati di guarire a1la svelta del loro malanno, ad evitare che debba sottoporli a energico e salutare massaggio. Con amiche– vole richiamo vorrei ricordare a coloro che si piccano di non fare il saluto romano, che dall'alto discendono non solo 1 a pioggia, la neve, e le allodole arrosto, ma anche legnate di prim'ordine sul capo, per rinfrescare la memoria anche ai piu ostinati. Firmato: F. J achetti. 19 Nell'ottobre del 1929 il segretario del partito della provincia di Bologna ordinò che tutti i funzionari e dipendenti pubblici pagassero dieci lire a testa a favore di una statua di Mussolini da erigersi nel campo sportivo di Bologna. Le dieci lire sarebbero state trattenute sul loro stipendio e pagate direttamente al comitato in carica. Qualcuno fece notare al prefetto che il 18 "Corriere della Sera," 8 maggio 1927. 19 Cit. trad. Bibloteca Gino Bianco 83

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