Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo Vittorio Emanuele III scenderebbe al livello morale di Ferdinando I e di Ferdinando II dei Borboni. La chiusura dell'Università di Pavia in seguito allo sciopero degli studenti. Roma, 6 Avendo il rettore dell'Università di Pavia comunicato che quegli studenti si erano messi in isciopero per ottenere una sessione straordinaria di esami, il ministro della Pubblica Istruzione, on. Gentile, ha risposto col seguente telegramma: "Rettore Università, Pavia. - Dolente che Vossignoria non si sia attenuta alle mie istruzioni circa la disciplina scolastica, dispongo la chiusura immediata dell'Università, invitandola aò adottare conseguenti provvedimenti." Bravo Gentile! Spero che tenga duro. 8 dicembre È stato da me Donati. Egli era accanto a Don Sturzo nei giorni della crisi: quindi è teste sicuro per il retroscena del Partito popolare. Per il resto, è spirito acuto e critico e capace di sceverare le notizie buone dal– le altre. ' I ,..., ' ; Secondo le notizie da lui raccolte, i capi militari del movimento fasci– sta sono stati De Bono, Cappello, Fara, Zamboni, Ceccherini, gli altri si sono aggiunti nell'ora dell'azione. D'Annunzio era d'accordo col re. Una parte dei fascisti, rappresentati da Igliori, Giunta, Calza Bini, erano dan– nunziani: dichiararono a Mussolini che se non si decideva, essi si mette– vano con D'Annunzio. Cosf Mussolini si decise. Il re, che era d'accordo con D'Annunzio e non con Mussolini, temeva nella notte che i fascisti prevalessero: perché le notizie dal Nord erano gravi. Egli quindi diceva nella notte di non voler cedere alla piazza; e a 1 Je nove parlò lui a Facta della necessità di proclamare lo stato d'assedio. E la notizia dello stato d'assedio fu comunicata dalla Stefani. Ma alle 12 ¼, quando Facta gli portò il decreto, il re rifiutò. Era arrivato a Bevagna il duca d'Aosta, che in quei giorni si era stabilito a Foligno. Nel– lo stesso tempo - completo io con le notizie di Ojetti - Thaon di Revel andava a parlargli a nome dei nazionalisti. Il re, vedendo che D' Annun– zio era oramai accantonato, che se dava lo stato d'assedio e lasciava disper– dere i fascisti, apriva la via a un movimento di sinistra, si buttò coi fasci– sti: e il suo rifiuto di firmare lo stato d'assedio fece precipitare la situa:– zione. I fascisti potevano essere facilmente dispersi. Fu "una rivoluzione per decreto reale." A Roma c'erano Badoglio e Caviglia; ma il re, che li conosceva antifascisti, non li consultò mai: consultò solo ·Thaon di Revel, Diaz, i generali favorevoli al colpo di Stato. Il Vaticano, dopo il Congresso di Napoli, si rese conto che si avv1c1- nava la tempesta, e mandò una persona di fiducia a domandare all'on. De Vecchi e all'on. Grandi quel che avrebbero fatto di fronte alle autorità 30 BiblotecaGino Bianco

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