Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Il mito dell'uomo-Dio questo mondo, non il mondo dell'al di là. Ciò che per il papa è un pecca– to, è per lui un delitto. Il papa ha dietro di sé una tradizione di quasi due millenni. Egli può fare assegnamento sulla reverenza conseguita nel tempo. Si appoggia su una solida organizzazione internazionale. Quindi ha meno bisogno di forza materiale e di réclame. I dittatori moderni sono dei parvenus. Il loro prestigio comincia a di– minuire non appena si esca dai territori che controllano con le loro armi. Quanto piu recente è la loro origine, tanto meno sicura la base ideologica e tanto piu circoscritta l'area geografica della loro autorità. I dittatori mo– derni debbono usare ed abusare della forza materiale e debbono dipendere dai giornali e dal cinematografo per la conservazione del loro prestigio per– sonale. Un sistema sotto il quale tutte le decisioni vengono dall'alto, e dove il fondamentale dovere e virtu del suddito è l'obbedienza cieca, è costretto ad imporre ai suoi seguaci una piu o meno grande abdicazione intellettuale. Non deve quindi fare appello all'intelletto e alla logica ma alla zona oscura che esiste nello spirito di ogni uomo e donna e dal quale restano escluse la logica e l'intelletto. I dittatori abbisognano di miti, simboli e cerimonie per irreggimentare, esaltare e spaventare le moltitudini e soffocare ogni loro tentativo di pen– sare. Le cerimonie fantasiose e pompose e i riti misteriosi in una lingua strana proprii della Chiesa cattolica sono capolavori nel loro genere. È que– sto modello che i fascisti e i comunisti vanno imitando quando, per mezzo delle loro dimostrazioni di massa, fanno appello agli istinti irrazionali del– le folle. Anche gli uomini politici democratici utilizzano le dimostrazioni di massa. Ma da un punt~ di vista democratico essi compiono un pessimo at– to. Il democratico sincero non ama le manifestazioni rumorose, incolori e colossali. Al fondo dell'animo suo è la severità dei primi Puritani. Dopo questi momenti eccezionali, in cui anche in una democrazia si fa ricorso alla leva dell'emozione della massa, la regola della libera discussione ripren– de i suoi diritti e l'intelligenza individuale è nuovamente chiamata a com– piere il suo dovere. Qui appare la debolezza della democrazia comparata alla dittatura. La maggioranza degli uomini e delle donne non desidera assumersi la respon– sabilità di pensare. Chiunque li inviti ad abbandonare la loro intelligenza nelle mani di un "Salvatore" è sicuro di trovare una risposta piu vasta di colui che li inviti a fare uno sforzo per analizzare le loro idee, classificare le loro esperienze e riflettervi sopra con calma. Ogni cervello pigro può diagnosticare le piu difficili malattie economiche, sociali e politiche con la formula che "ci manca una dittatura" e può risolvere tutti i problemi sen- tenziando "abbiamo bisogno di un dittatore." · La grande stampa è pericolosa perché lavora su masse impressionabili, sprovviste di senso critico, facili a farsi ubriacare dalle formule fatte e dalle 551 BiblotecaGino Bianco

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