Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui re locali? Non vedo in esso uomini di valore intellettuale e morale supe– riore alla media - bassissima - degli italiani. Nel Popolo d'Italia di ieri la prima pagina è di un interesse veramente caratteristico. L'articolo di fondo è dedicato alle difficoltà della politica este– ra, ed è intitolato il "duro compito dell'Italia," cioè di Mussolini. Eccone . . , . . 1 passi p1u cunos1: ...la nuova Italia, uscita piu forte e piu nobile dalle rovine della baracca demago– gica, non è ancora generalmente ben compresa. In alcune nazioni vi è una certa incom– prensione circa la nostra forza e anche circa la nostra volontà. Per taluni stranieri troppo abituati alle genuflessioni dei nostri invertebrati demagoghi è troppo comoda la speranza che il Governo fascista sia una specie di meteora transitoria e fuggevole. Pensano nel loro inùmo questi stranieri che Mussolini potrà essere piuttosto presto che tardi rovesciato dal potere e che di conseguenza meglio valga non impegnarsi e non cedere durante il periodo di maggiori pressioni da parte dell'Italia, in attesa che riappaia la vecchia casta demagogica socialistoide e sinistroide, abituata alle piu vergognose rinunce. Molti calcoli sono pertanto fondati sulla recondita speranza che il Governo fascista, il quale distoglie la nazione nostra dalla simonia elettorale per proiettarla in un'ardente fusione di spiriti al di fuori delle frontiere, debba, sia pure fra sei mesi o fra un anno, cedere il seggio alla vecchia casta demagogica la quale sacrificava gli interessi necessariamente espansio– nistici dell'Italia al piccolo miserabile giuoco elettorale. La responsabilità di tale precon– cetto ricade anche su taluni nostri demagoghi il cui interesse personalistico e fazioso coincide, coll'interesse anti-italiano di molti stranieri. ... Tutto ciò costituisce un peso che grava sulle spalle quadrate di Mussolini. Qualche cosa di simile si ripete anche in taluni ambienti diplomatici, onde il rein– gresso virile e dignitoso del Governo di Roma nell'arringo internazionale non è certo privo di ostacoli. , · i i· I I ... Restaurare la dignità dell'Italia, fissare per la prima volta su basi di parità la nostra partecipazione all'intesa, rimediare nel miglior modo agli errori derivati dalla cecità di taluni passati ministri, condurre la nostra azione ad una grande vigorosa poli– tica estera in mezzo a molteplici gelosie e incomprensioni, tale è il carico grave e gran– dioso che Mussolini si è messo sulle spalle. Nella quarta colonna della stessa pnma pagma, c'è un articoletto da Roma, minaccioso contro l'alta burocrazia . ... Il Presidente del Consiglio confida che l'affiatamento tra l'indirizzo deÌgoverno e l'opera della burocrazia diventerà sempre piu intimo, ma certo non potrebbe tollerare che gli elementi direttivi delle pubbliche amministrazioni non riuscissero ad armonizzarsi completamente e rapidamente nel modo di vedere e con lo stato d'animo del capo del Governo . ... una volontà dominatrice e una intelligenza luminosa non potrebbe consentire di essere piu o meno intorpidita nell'azione, offuscata nella concezione dall'incapacità del– l'orientamento, né dalla malavoglia di adattamento per arte di coloro i quali dovrebbero essere i piu fedeli e accorti collaboratori. E nell'ultima colonna s1 minaccia la restituzione della censura: · Il problema della stampa - specie di quella romana - comincia a preoccupare il Governo. La leggerezza, l'incoscienza e l'obliquità in materia di politica estera ed in- 27 BiblotecaGino Bianco

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