Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul Jascismo II Chiunque accetti la visione real Politik di cui si vantano i fascisti, non è tenuto a chiedersi se le aspirazioni coloniali fasciste siano o meno giustifi– cate. Forse ha ragione lui. L'unica questione che si pone è se essi abbiano la forza di attuare, in tutto o in parte, il loro programma coloniale; e se, at– tuandolo, risolverebbero effettivamente il problema della sovrapopolazione ita– liana. Su questo piano di real Politik il programma fascista sembra tutt'altro che real Politik. Sbarazzarsi della Francia non è cosf facile' come i fascisti immaginano. Se la forza dell'Italia e quella della Francia dovessero essere misurate soltanto nei termini quantitativi della "carne da cannone" che i due paesi possono gettare in battaglia, i fascisti dovrebbero contrapporre ai 41.000.000 di italiani non soltanto i 40.000.000 di francesi, ma anche i 60.000.000 di sudditi coloniali sotto il controllo dell'amministrazione fran– cese. I fascisti dovrebbero arrivare almeno al duemila, prima di poter egua– gliare i 100.000.000 di francesi e di coloniali ed obbligare la Francia a ce– dere qualche possedimento. Come possono risolvere nel frattempo il problema della sovrapopolazione? La carne da cannone non è inoltre il solo fattore della potenza nazio– nale. Esiste anche un grado di civiltà e di organizzazione internazionale do– vuto alla ricchezza, al possesso delle materie prime, all'efficacia delle strut– ture economiche, alla compattezza morale della popolazione, ecc. I fascisti pretendono che l'organizzazione morale offerta all'Italia dal fascismo sia superiore a quella francese. Non è possibile provarlo, non potendosi misura– re matematicamente le forze morali. Chi ha qualche conoscenza della storia francese dubiterà però che i fascisti non sottovalutino la solidità morale della Francia. Ma a parte questo, gli stessi fascisti riconoscono che l'Italia non può, con i suoi soli sforzi, e senza aiuto alcuno, conquistare una parte, grande o piccola che sia, dell'impero coloniale francese. Sperano di raggiungere lo scopo sfruttando la discordia franco-tedesca. Tuttavia, pur approvando l'opinione fascista, che cioè il disaccordo franco-tedesco continui, non sem– bra probabile che esso possa dar luogo in un prossimo futuro alle occasioni in cui i fascisti sperano. La Germania e la Francia, come il resto dell'Eu– ropa, avranno bisogno di pace per molti anni ancora. I frutti del trattato di pace franco-prussiano del 1871 maturarono nel 1914. I frutti del trattato di pace franco-tedesco, se i loro difetti non vengono corretti, non mature– ranno tanto presto quanto sperano i fascisti. Il futuro, un futuro che po– tesse consentire all'Italia di inserire un suo programma coloniale nelle crisi internazionali, dipende da uomini di Stato abbastanza saggi da at– tendere la buona occasione, mantenendo rapporti amichevoli con tutti, tranne con i turbolenti "bluffisti," sempre in lite con tutti, che fumano trattati di amicizia con tutti, per litigare poi nuovamente con tutti. 420 BiblotecaGino Bianco

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