Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'opera degli emigrati ficialmente e ripetano continuamente a coloro che vivono in Italia, che essi non debbono aspettare niente dai loro partiti ma debbono agire sempre di propria iniziativa e sotto la propria responsabilità. Conclusione prima Chi scrive queste righe è convinto che la dittatura fascista non può es– sere abbattuta dalle sole forze morali, che una crisi rivoluzionaria è inevi– tabile in Italia se si vuole superare la situazione attuale, che chi rifugge dal- 1' assumere qualunque responsabilità nella preparazione di queste crisi do– vrebbe ritirarsi a vita privata e non rimanere piu come un peso morto nelle file antifasciste. Ma lo sforzo rivoluzionario non possiamo farlo noi emigrati all'estero. Meno che mai possiamo noi emigrati arrogarci il diritto di ordinare dal– l'estero ai fratelli nostri che vivono in Italia il momento del loro sforzo rivoluzionario. Che cosa allora noi emigrati possiamo fare? II La propaganda all'estero Con quale az10ne possiamo noi, emigrati, contribuire alla lotta contro il fascismo ? La risposta a questa domanda si può riassumere in poche parole: "Noi dobbiamo fare quello che i nostri fratelli, che sono soffocati e paralizzati in Italia, non possono fare." Prima di tutto noi possiamo fare conoscere le condizioni reali dell'Ita- lia nei paesi di cui siamo gli ospiti. L , l . "f . b l . 11 a ternativa asczsmo- o scevtsmo Questa sembra a molti un'opera inutile. Che cosa ci vuole oggi in Ita– lia? Una rivoluzione. Pif, paf, pum. Si fa la rivoluzione, e buona notte. I fascisti sono di un'altra opinione. Essi conducono in tutti i paesi del mondo una propaganda spettacolosa per far credere che l'Italia era rovin~ta dal "bolscevismo" quando i fascisti vennero a salvarla ed a procurarle una prosperità non mai vista e che la caduta del regime fascista avrebbe come conseguenza immediata una nuova e piu tremenda cns1 di "bolscevismo" 293 Bibloteca Gino Bianco

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