Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Per una piu forte Concentrazione Per rispondere a questa domanda, dobbiamo esaminare 1 sentimenti confusi eppure vivacissimi delle moltitudini che aspettano dai condottieri la parola d'ordine. Se io non mi inganno, queste moltitudini sono non solamente desolate, ma anche stanche di sentire solamente dir male di Mussolini. Esse vogliono sapere che cosa debbono fare per abbattere Mussolini, e che cosa debbono fare, dopo che sia stato abbattuto Mussolini. Nessuno pretende che i partiti tradizionali facciano abiura delle loro formule sull'altare di una nuova formula. Nessuno pretende che essi si sciol– gano per rimescolarsi tutti insieme in un unico calderone indifferenziato. Ognuno conservi i suoi quadri. Ognuno conservi il suo catechismo. Ma tut– ti si impegnino e ci impegnino ad un'azione positiva comune. E vogliamo che qualcuno ci dica in che cosa deve consistere quest'azione positiva. Una "concentrazione" sul semplice terreno negativo della lotta antifa– scista noi l'accetteremmo solamente se avessimo l'illusione di una battaglia decisiva imminente. Allora non ci sarebbe tempo di fermarsi a discutere. Dovremmo impegnare immediatamente tutte le forze disponibili nello sfor– zo della liberazione. Le necessità immediate della battaglia ci suggerirebbe– ro i metodi e gli espedienti dell'azione. A vittoria conseguita, chi avesse mi– glior fìlo tesserebbe miglior tela. Ma noi non abbiamo illusioni di questo genere. Noi sappiamo che dob– biamo aspettare. Non è lieta la previsione di questa attesa. Ma se ne siamo addolorati, pensiamo che debba essere utilizzata per determinare che cosa dobbiamo fare domani, doman l'altro, fra dieci anni, quando la prospettiva di una lotta imminente, con speranza di vittoria ci si presenti davanti. Un giorno - non sappiamo se vicino o lontano - noi sentiremo, moltissimi ita– liani, che vivono in Italia, sentiranno che c'è qualcosa da fare per abbattere quel nemico, che oggi sembra invincibile e per consolidare la vittoria. Eb– bene che cosa è questo qualcosa che dobbiamo fare? Mandare una commissione al re o al suo reale successore di fare lui la rivoluzione antifascista? Mandare la commissione a parlare con Badoglio anziché col re? Fare la repubblica? che repubblica? Una repubblica comu– nista, una repubblica democratica, una repubblica militare, una repubblica vaticanesca? Ricominceremo ad avere uno sciopero ferroviario ogni volta che salirà sul treno una signora che porti un profumo che non piaccia al capo– treno? Le domande s1 accavallano a milioni. Ma tutte le domande si ridu– cono a due: 1) Come? 2) E poi? A queste domande noi es1g1amo che ci si dia una risposta. Che qual– cuno ci dica un gruppo di cose positive a cui noi si possa credere, che ci diano la certezza che non è vano il nostro dolore. Che qualcuno ci dia quelle idee. E noi esigeremo dai nostri partiti che si "concentrino" intorno a quelle idee; salvo a riprendere la propria libertà 287 BiblotecaGino Bianco

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