Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo terla, convertendone i risultati a loro vantaggio. La moderazione di Fe– derzoni e dei suoi amici è la moderazione del ricettatore, di chi non par– tecipa effettivamente al furto. Federzoni è piu prudente, piu equilibrato, contrario a quegli impeti improvvisi che talvolta inducono Mussolini ad atti di ferocia. Ma tutta la legislazione "normalizzatrice" non è stata pia– nificata da Mussolini, bensi da Federzoni e dal suo camerata Rocco, mi– nistro della Giustizia. Tuttavia, il fatto che qualcuno abbia diffuso la leggenda di un Fe– derzoni "fascista ragionevole" è assai significativo. Perché prova che qual– cuno già pensa alla necessità di preparare la via al successore di Mus– solini. La coalizione fra grandi proprietari terrieri, industriali, banchieri, mi– litari, burocrati, che co_stituisce la parte dominante del sistema fascista, è già riuscita a porre in atto una legislazione che le consente il completo con– trollo della pubblica amministrazione e del paese in generale. I delitti fa– scisti hanno creato il terrore, senza il quale una legislazione del genere avrebbe incontrato una insuperabile opposizione. Ora che essa è in atto, il delitto non è piu necessario. Ma il ricordo del delitto permane, e tutti ne ritengono responsabile Mussolini. Egli ispira nei suoi seguaci una fanatica reverenza, ma desta anche un implacabile odio nei suoi nemici. Nell'opi– nione del popolo italiano Mussolini sarà sempre "l'assassino di Matteotti." Peggio ancora, finché resterà al potere, vi sarà sempre il rischio di nuovi delitti che, disposti dal duce in un momento di squilibrata esaltazione, o commessi dai suoi seguaci, eccitati dalla sua sanguinaria eloquenza, tur– beranno la coscienza pubblica e terranno l'Italia in uno stato di pericolo– sa agitazione. Oggi, per la coalizione militar-capitalista, Mussolini non è piu una forza ma un peso morto. Se dovesse morire, il suo successore po– trebbe presentarsi al popolo italiano con le mani nette di sangue, rispon– dendo a tutte le accuse: "Sono io forse da biasimare? Ciò che è stato è stato. Dimentichiamo il passato e adeguiamoci alle esigenze del futuro." Mentre la morte di Mussolini sarebbe un inestimabile vantaggio per il regime fascista, costituirebbe, invece, un disastro per la politica liberale in Italia e all'estero. Lo stato di isterica esaltazione in cui i fascisti hanno vissuto per sei anni darà prima o poi luogo alla delusione. L'istrionica abilità di Mussolini può incantarli per un certo tempo, non per sempre, e quando la loro frenesia comincerà a diminuire, la dittatura fascista non si reggerà piu. Presto o tardi, forse piu presto che tardi, i fascisti dovranno affrontare difficoltà insormontabili. Per ora non se ne accorgono perché ne sopprimono violentemente tutti i sintomi. Ma queste difficoltà aumenta– no di giorno in giorno e quando diventeranno tanto enormi che nessuna forza potrà superarle, se Mussolini sarà ancora alla testa del governo, an– drà in rovina, e con lui il suo partito e i suoi ideali. Se, invece, Mussolini morisse, ci sarà sicuramente al 1nondo un certo numero di vecchie signore e di generali a riposo che dirà: "La rovina del fascismo è la conseguenza 284 BiblotecaGino Bianco

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