Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Giudizi inglesi sull'Italia sero che, mentre i m1e1 diecimila uomini eseguirebbero i miei ordini, la polizia inglese, discostandosi dalla sua tradizione di imparziale giustizia, vol– gerebbe lo sguardo altrove; se mi assicurassero che anche i giudici inglesi, dimentichi del loro onore, non interferirebbero nei miei affari, in tal caso mi impegnerei a dimostrare ai cotonieri di Manchester come, in un sol giorno, occupate due delle loro fabbriche, sarei capace di organizzare una grande dimostrazione di "cittadini di Manchester," intesa a testimoniare la loro stima ed il loro affetto per me. Sarei felice di tentare un esperimento del genere, dato che quei coto– nieri hanno scoperto che la situazione italiana è quella di un generale be– nessere. Probabilmente per "benessere italiano" essi intendono il benes– sere dei loro colleghi, i cotonieri italiani, le cui aziende sono realmente in sviluppo, e che sono in concorrenza con i cotonieri di Manchester su tutti i mercati. Questo benessere è dovuto parzialmente ai progressi tecnici di recente introdotti nell'industria italiana. Ma questo cosiddetto benessere è sopratutto dovuto alle basse retribuzioni dei lavoratori italiani che, oppres– si dal fascismo, ricevono paghe pari solo ad un terzo di quelle inglesi e che consentono al cotone italiano di competere con il cotone di Manchester. L'aggravio economico e politico delle i;naestranze dei cotonifici italiani è causa diretta della disoccupazione degli operai inglesi, seguita alla crisi de– terminatasi nelle industrie del cotone di Manchester. È sperabile che l'abili– tà di quei signori di Manchester nel trattare gli affari personali superi la loro comprensione per gli interessi generali della loro classe e dell'umanità. Certamente è difficile per uno straniero, e specialmente per un ingle– se, rendersi conto delle reali condizioni in cui vive il popolo italiano sot– to la dittatura fascista. Siete talmente trincerati dietro le vostre istituzioni liberali e democratiche da non poter capire come (si può dire a poche mi– glia di distanza), abbandonata l'antica tradizione di libertà, un paese possa vivere sotto istituzioni diverse. La difficoltà è accresciuta dal fatto che, non appena un giornalista giun– ge in Italia, è immediatamente assediato dagli agenti della "propaganda" fascista ed introdotto nei circoli filofascisti dell'aristocrazia e dell'alta bor– ghesia. Qui viene coccolato in tutti i modi e sommerso di notizie ad usum Delphini. Alcuni giornalisti stranieri onesti e inteiligenti cominciano a ve– dere le cose nella loro giusta luce, ma se inviano informazioni esatte al loro giornale, i telegrammi e le lettere sono sistematicamente intercettati; devono tacere tutto quel che vedono e sentono, altrimenti vengono espulsi dall'Italia. Se uno di questi giornalisti nutrisse poi una particolare predile– zione per il denaro che, estorto al popolo italiano, viene usato dal governo fascista in favore 9ella propaganda filofascista all'estero, allora il suo en– tusiasmo per la felicità morale e materiale del popolo italiano non conosc~– rebbe limiti. Se l'inglese che viaggia in Italia è un uomo d'affari, si trova circondato dagli uomini d'affari italiani. Gli uomini d'affari italiani sono fascisti, sia 237 BiblotecaGino Bianco

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