Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui vel a Mussolini: 1 ven padroni sono loro in rappresentanza degli stati . . magg10n. 18 settembre Uno scrittore francese ha detto che l'azione dei socialisti italiani, nel 1919-1920, si può condensare in tre parole: "spaventare senza realizzare." 21 settembre A Fiume 4000 su 40 mila abitanti sono impiegati pubblici, e vivono man– tenuti dall'Italia. 4000 impiegati fanno 16 mila persone: tutta la popolazione italiana. Trascrivo qui la lettera, che ho scritto a Sforza rn data d'oggi. 9 Brunswick Square WC-1 Londra, 21 settembre Caro Sforza, io non ho nessuna voglia di lasciare l'Italia e la mia scuola. Pur essendo profondamente disgustato dalla ·nostra vita pubblica, e deliberato a non intri– garmene piu, io vorrei continuare a vivere in Italia, riservando agli studi questi ultimi anni di vita intellettuale: e farò quel che potrò per rimanervi. Ma ci sono certe prepo– tenze a cui non posso sottostare. Le noie non vado a cercarmele piu oramai; ma se esse vengono a cercarmi, io non posso lasciare che mi sopraffacciano. In aprile, per le elezioni a Firenze, vennero a casa 5 fascisti a dirmi che l'automo– bile mi aspettava giu per condurmi a votare. Non io, certo, andai a cercar loro. Dissi che mi rifiutavo di votare. Discutemmo per venti minuti. Alla fine andarono via. Potevo fare altrimenti? Me la cavai a buon mercato, perché non mi ruppero la testa, come fecero a parecchi altri. Dopo di che mi lasciarono quieto, e me ne stetti quieto. Ma chiedo il passaporto. Me lo negano a Firenze. Mi rivolgo a Roma a Gentile, che funziona da intercessore. Potevo essere piu prudente di cosf? Il Padreterno in persona mi fa rispondere che il divieto viene da lui e che è assoluto e categorico. (Un avv. Rotigliano di Firenze si va vantando che andò lui a Roma per ottenere il divieto.) Na– turalmente prendo il treno, e me ne vado via senza passaporto. Potevo fare altrimenti? Dovevo cedere alla prepotenza? Qui ero impegnato fino dalla primavera passata a fare una serie di lezioni sulla politica estera dell'Italia dal 1871 al 1914 al King's College di Londra e al Caires College di Cambridge. In condizioni normali il ministro dell'Istru– zione sarebbe stato lieto di esportare all'estero un po' di coltura italiana, senza nessuna spesa, per libera iniziativa privata. Siccome le lezìoni sono dal 9 ottobre al 27 novembre, ho chiesto un mese e mezzo di permesso, dal 15 ottobre al 30 novembre. Molti professori universitari mancano mesi e mesi da scuola, e nessuno trova che facciano male. lo ho voluto mettermi in regola: perché non voglio che mi trovino in fallo. Il permesso mi sarà dato? In questo caso ritorn9 in Italia il 10 dicembre; e riprendo le mie lezioni. Resta aperta la questione del viaggio senza passaporto. Quel che faranno, non lo so. E non m'importa di saperlo. Pare che i fascisti fiorentini vogliano farmi processare e condannare, e in base a questa condanna farmi destituire. Non c'è legge in base a cui io possa essere condannato. Ma questo non vuol dire. lo mi difenderò· a passo a passo. E se sarò condannato e destituito, me ne vengo qui senza passaporto per guadagnarmi la vita. Non sarei io, in questo caso, che vorrei lasciare l'Italia; sarei costretto a lasciarla. 231 . BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=