Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo 22 marzo Carlo Placci scrive da Roma alla sorella di essersi incontrato col cardinale inglese, Gasguet. Questi è ostilissimo alla Francia per la occupazione della Ruhr, è ammiratore di Mussolini. Il papa gli ha detto: "Preghiamo Dio perché Mussolini riesca nella sua impresa." Ernesto Rossi, venuto a trovarmi ieri l'altro sera, mi spiegò che im– portanza ha per l'associazione agraria la recente deliberazione del gran consiglio fascista sui sindacati. Questa deliberazione fa obbligo a tutti i fascisti di uscire dalle organizzazioni padronali e formare organizzazioni fasciste; ma lascia vivere le organizzazioni padronali non fasciste a fìni strettamente economici. Non è il monopolio fascista; ma poco ci manca: le organizzazioni non fasciste difficilmente potranno resistere alla concor– renza delle organizzazioni fasciste, le quali potranno sole manovrare le influenze delle prefetture e di tutti gli organi statali. Mussolini era contro il monopolio fascista; accettava la autonomia delle organizzazioni analoghe alla Confederazione dell'Agricoltura; in questo senso si era espresso col comm. Bartoli, presidente di questa confederazione; e il sottosegretario Giorgini esprimeva le idee di Mussolini nelle discussioni del gran consiglio. Ma Rossoni gli ha preso la mano. E si è venuti ad un compromesso, in cui la vittoria fondamentale è rimasta alla tendenza mo– nopolistica di Rossoni. L'avv. Querci di Firenze ha detto a Rossi che da qualche tempo in qua lo spirito dei giurati è mutato; una volta erano indulgentissimi coi fa– scisti e feroci coi comunisti; ora cominciano a condannare i fascisti, ed assolvere per legittima difesa i comunisti. Il sintomo è assai interessante. Anche i magistrati cominciano a condannare per le purghe di olio di ricino. Il Querci diceva che la bassa magistratura ha fatto sempre il suo dovere con fermezza e dignità; lo spettacolo di slealtà e di viltà è venuto dall'alta magistratura delle corti d'appello. Ieri fu da me Visconti Venosta (Giovanni). Anche lui è informato che Pecoraino è stato obbligato da De Stefani ad ammazzare il Mondo se vuo– le riscuotere i suoi crediti verso il Governo: la intimazione non è stata data in forma cosf brutale, ma il fondo è questo. Visconti trova anche lui che Mussolini va sempre piu verso destra. Questo chiarisce la situazione; e prepara una concentrazione di sinistra. Anche lui desidererebbe che la crisi del fascismo non fosse troppo celere, per evitare che della successione profittino le vecchie cariatidi. Mussolini oggi va a destra; domani si ributterà a sinistra, se questo converrà alla sua ambizione di padreterno. Per lui quel che importa, è rimanere sul candelie– re, poco conta con chi. Anche nella questione della Massoneria, egli era per non venire alla rottura. Ma De Stefani gli prese la mano; e lui lasciò fa– re. È il capo che segue i seguaci. Idee proprie in testa non ne ha. Improv- 154 BiblotecaGino Bianco

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