Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui partiti, o la fuoriuscita dal partito popolare degli elementi conservatori, non riescirebbe utile né al Vaticano né agli interessi plutocratici, che ma– novrano nel partito popolare. Questo continuerà ad esistere, e don Sturzo continuerà magari ad esserne il segretario: ma costretto a subire e dissì– mulare la prevalenza conservatrice, fino al momento in cm ct sarà una nuo– va ripresa del movimento di sinistra. Questo, ad ogni modo, è certo: che Pio XI è tornato alla politica di Pio X. È veramente il "Papa dei clerico-moderati lombardi," come lo de– finii a Roma, il giorno in cui fu eletto. Gino Baldesi ha detto al Signor Waterfield che l'autore dell'opuscolo sul fascismo, firmato xxx, è Arturo Labriola. 15 È possibile. Ma non ne sono convinto del tutto. Lo stile non è del Labriola. Né vedo perché questi l'avreb– be pubblicato anonimo. Di Bonomi, invece, si capisce. Sforza mi ha raccontato che quando la Camera votò la sfiducia nella politica estera del ministero Giolitti-Sforza, luglio 1921, credo, Turati e Modigliani andarono a dirgli: "Siamo dei gran porci." E Sforza rispose: "Anche qui vi sbagliate: siete dei grandi imbecilli." Sforza pensa che i socialisti non osarono fare la crisi sulla politica interna d'accordo coi popo– lari, perché temevano di essere bastonati dai fascisti; e la fecero nella poli:. tica estera d'accordo coi fascisti e coi nazionalisti. Sempre Sforza mi rac.– conta come conobbe l'Unità. Era a Corfu, ministro d'Italia, nel 1917. Un giorno andò al caffè. Vide su un tavolo un giornaletto italiano. Cominciò a leggerlo. Disse: "Bisogna che io rubi questo giornale per leggerlo con comodo." E se lo mise in tasca. A casa disse alla contessa Sforza che final– mente aveva trovato in Italia un giornale scritto da persone di buon senso; che voleva conoscere quella gente; che bisognava venisse in Italia a vedere che cosa era successo di straordinario se era possibile che fosse pubblicato un giornale come quello. La signora gli disse: "Prima di partire per l'Ita– lia, sarà piu prudente abbonarsi; può essere che dopo alcuni numeri, tu sia deluso di questa gente, come sei stato di tanti altri." Ma non fu deluso. Anzi fu colpito da un fatto quasi di telepatia. Egli sempre nel 1917 mandò a Sonnino un rapporto, in cui denunciava il pericolo che la politica del governo italiano, improntandosi sulla Dalmazia, mettesse in pericolo l'Istria. Un mese dopo usciva sull'Unità un articolo intitolato Salviamo ristria, che trattava l'argomento con gli stessi argomenti che lui aveva usati. La signora fu colpita dalla coincidenza, e gliela fece notare. ts Cfr. p. 50. [N.d.C.] 91 · BiblotecaGino Bianco

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