Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui 14 genna10 1923 Parlato con J effrey Scott, genero di Lord Curzon, 14 ministro degli Esteri dell'Inghilterra, attaché a Roma. Egli pensa che Mussolini compie certi gesti, perché sono necessari al popolo italiano; ma tutte le volte, che Mus– solini è andato all'ambasciata inglese, ha subito messo da parte col paltò gli atteggiamenti cinematografici, ed ha parlato con semplicità e buon sen– so. Non è preparato alla politica estera; ma è intelligente, capisce subito le situazioni, e farà meglio di molti altri; sistemerà il problema adriatico, perché ha capito la scarsa importanza di esso nell'insieme della politica internazionale. La politica interna gli sembra tutt'altro che promettente. Uomo di forte carattere morale Mussolini non è. Ma nell'insieme si vede che l'ambasciata inglese non ne è punto insoddisfatta. Scott mi ha spiegato che nessuno ha messo in giro in Roma la notizia che le dimissioni le abbia consigliate io a Sforza. Egli e Carlo Piacei fecero queste ipotesi nel novembre scorso; e lui ne parlò a Mrs. Beckett, che me ne parlò a Parigi; e anche Carlo me ne parlò a Parigi. Ma se non m'in– ganno, Carlo mi disse a Parigi che la notizia era stata portata a Firenze da Gherardesca, che era a Parigi alla fine di ottobre. 17 gennaio Fu ieri sera a farmi visita Zavattaro con un giovane avvocato, profugo a Firenze da un comunella della provincia di Piacenza. Quest'avvocato non si era mai occupato di politica; nel 1921 per rivolta contro le violenze fa– sciste s'era messo coi contadini; ma nella scorsa estate fu obbligato ad ab– bandonare il comune per le continue violenze e minacce che gli rendevano impossibile la vita. È convinto che i contadini faranno una strage di pro– prietari e di fascisti non appena sentano rallentarsi il giogo attuale. Zavattaro diceva che a Firenze ci è una loggia di rito scozzese (piazza del Gesu), e a questa appartengono i fascisti piu autorevoli e molti impie– gati civili e militari: conta 2000 soci. Poi ci sono tre logge di rito simbo– lico (Palazzo Giustiniani). Tamburini, che oggi è un grande personaggio del fascismo toscano, viveva prima della guerra facendo l'incisore di biglietti da visita a due lire al cento. Andato a Vienna dopo la guerra con la missione militare, tornò a Fi– renze ben provvisto di quattrini, e si dette a fare la bella vita. Sulla fine del 1920 la sua casa fu perquisita per denuncia di un vicino, e fu trovata piena di armi e di esplosivi. Ma al processo molti militari si presentarono a testi– moniare per lui, spiegando come qualmente quelle armi e munizioni era– no... ricordi di guerra. E il Tamburini fu assolto. Uno dei testimoni a di– fesa fu il colonnello Valentini, massone come il Tamburini. Questo colon- 14 Attributo, successivamente cancellato da S. [N.d.C.] 87 B 5 eca Gino Bianco

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