Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia Le case coloniche vicine al luogo dove era avvenuto l'agguato furono incendiate. Un contadino scoperto in una soffitta, tale Burri, fu ucciso con un colpo di pistola alla testa. Il giorno dopo le rappresaglie continuarono su piu larga scala. Cinque camions carichi di fascisti lasciarono Firenze nelle prime ore del mattino. Altri camions da Arezzo e da altre città dei dintorni concentrarono i fascisti a Foiano. Come al solito, le autorità lasciarono ai fascisti mano libera. I "comunisti" piu in vista di Foiano avevano già abbandonato le loro case. I fascisti si dettero a saccheggiare, devastare e incendiare le abitazioni pri– vate. Un operaio, Cino Milani, che non aveva pensato a scappare, fu tra– scinato in mezzo alla piazza: gli fu chiesto di promettere che si sarebbe dimesso dal partito socialista; rifiutò. Gli fu chiesto di dichiarare che de- plorava l'imboscata del giorno prima: rifiutò di nuovo. Gli spararono e rimase ucciso. Un contadino, tale Gherardi, colpevole di essere il fratello di un ''comunista," fu colpito da uno sparo e ucciso mentre cercava di fuggire. I fascisti di Arezzo avevano portato con loro a Foiano come pri– gioniero un socialista ex-deputato, Bernardini, direttore del giornale socia– lista di Ar~zzo. Sotto minaccia di morte, il prigioniero fu costretto a pro– nunciare dal balcone di una casa un discorso contro le "violenze socia– liste," mentre nella strada di sotto una folla di fascisti schiamazzava e fischiava. Grazie a questo atto di vigliaccheria, che disonora i suoi carce– rieri non meno di lui, gli fu risparmiata la vita. Quando si furono stancati di tormentare la popolazione di Foiano, i fascisti ritornarono sul luogo dell'agguato del giorno prima. Venne ferito gravemente il contadino Caciolli; due altri contadini, feriti mentre fuggi– vano, non furono ritrovati; probabilmente le loro ferite non erano gravi ed essi riuscirono a nascondersi. Ma tutto questo non bastava. Nella notte, verso l'una, i fascisti ritornarono sul luogo; saccheggiarono una per una le case coloniche, terrorizzando donne, bambini e vecchi, e riducendo altre case a un mucchio di rovine fumanti. Una donna, Luisa Bracciali, che era accusata di aver ferito un fascista con un forcone durante l'agguato, fu tro– vata in casa e uccisa a revolverate. Il contadino Nocciolini fu ucciso mentre cercava di scappare. Un altro contadino, Alfredo Rampi, sentendo dire che i fascisti erano sulle sue tracce, si uccise. Le operazioni continuarono anche per tutto il giorno dopo, r9 aprile. La casa del sindaco Nucci, che era fuggito, fu invasa e incendiata. Il circolo comunista di Bettolle fu saccheggiato e bruciato. Da ultimo i fascisti riuni– rono in modo " spontaneo " un gruppo di contadini, ne presero i nomi e dichiararono fondato il Fascio di Foiano. In tal nìodo, dopo avere con– vertito i "comunisti" di Foiano alla "fede nazionale," i fascisti, gloriosi e trionfanti, abbandonarono il teatro della loro vittoria. Non occorre dire che le autorità civili e militari si fecero notare per la loro assenza. Esse erano occupate a "scovare i comunisti" che si erano nascosti nella campagna intorno a Foiano. I colpevoli della "imboscata" 54 BiblotecaGino Bianco

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